I negatori della realtà degli angeli 2^Parte

  don Marcello Stanzione

Se gli angeli non si vedono è perché appartengono alla sfera di Dio, di Cristo risorto, dei santi, dei defunti che sono anch’essi invisibili per noi e non in sé, infatti quando la nostra personale morte ci introdurrà nella loro dimensione ultraterrena essi ci diventeranno visibili. In realtà gli angeli non si nascondono affatto, se noi non li vediamo è perché le forme conoscitive della nostra esistenza terrestre non sono in grado di dare adeguata espressione alla loro ricchezza d’essere. L’invisibilità degli spiriti celesti non è diversa da da quella di Gesù.. Nel cattolicesimo tutto è collegato e fa unità. Certamente credere negli angeli non è così importante come credere i Cristo, e questo l’ha ben sottolineato Giovanni Paolo II nelle sue catechesi del mercoledì. Ma tutte e due le credenze poggiano sulla stessa logica! Negare l’esistenza degli angeli non è un fatto moderno. Già i sadducei nel tempo di Gesù negavano l’esistenza degli angeli (cfr. At, 23,8) e  “la negano anche i materialisti e i razionalisti di tutti i tempi” (Giovanni Paolo II, Udienza Generale, Dio creatore delle «cose visibile e invisibile», 9 luglio 1986). La negazione della realtà degli angeli come persone ebbe inizio storico con l’illuminismo protestante (secolo XVIII) che pone la ragione come unica fonte di conoscenza. Anche nello stesso secolo XVIII sorge un altro movimento, il romanticismo che porta un nuovo modo di sentire. Cosi F. Schleiermacher (1768-1834) pone il sentimento al centro dell’ esperienza religiosa. In base al sentimento religioso, Schleiermacher mette in dubbio la fede nell’esistenza degli angeli e A. von Harnack (1851-1930) reduce angeli e demoni a semplice proiezioni della percezione psicologica del bene e del male. Così scrive in una lettera alla sua figlia: “Quanto alla tua domanda riguardo al diavolo, non può esservi alcun dubbio che la Scrittura intende parlare di un diavolo personale. Ma la Bibbia deve sempre avere l’ultima parola, è infallibile? Tu sai che questa non è la mia opinione. In particolare, riguardo a Satana si può provare che tale credenza è stata concepita e sviluppata progressivamente ed è connessa con idee di altri tempi che non condividiamo più” (A. Harnack, Berlino 1951, pp. 211-212).Più recentemente, il protestante esegeta Rudolf Bultmann (1884-1976) propone una teoria che ha influenzato il pensiero cattolico sulla dottrina degli angeli e demoni. Secondo lui angeli e demoni sono un residuo della visione del tempo del Nuovo Testamento. Angeli e demoni sono espressioni tradizionali del Cristianesimo inaccettabili per il nostro pensiero moderno scientifico. Per Bultmann, angeli e demoni sono una favola, non una realtà ma un mito: “La scienza moderna non crede assolutamente che il corso della vita possa essere interrotto o, per così dire, perforato da potenze soprannaturali. […] È mitologica la rappresentazione del mondo ripartito in tre piani, cielo, terra, inferno: l’idea de un intervento di forze soprannaturali nel corso della storia; la rappresentazione dei miracoli e, in particolare, di quello relativo all’intervento di forze soprannaturali nella vita intima dell’anima; infine l’idea secondo cui l’uomo può essere posseduto da spiriti malvagi, tentato e corrotto dal demonio” (R. Bultmann, Jesus Christus und die Mythologie, Hamburg 1964, pp. 11-13). La moderna visione scientifica del mondo non può accettare la credenza negli spiriti “non ci si può servire della luce elettrica e della radio, o far ricorso in caso di malattia ai moderni ritrovati scientifici e clinici, e nello stesso tempo credere al mondo degli spiriti” (R. Bultmann, Nuovo Testamento e mitologia. Il manifesto della demitizzazione. Il problema della demitizzazione del messaggio neotestamentario, Brescia 1973, p. 110). Dallo stesso pensiero è la posizione dell’esegeta cattolico H. Haag (1915-2001) che rifiuta la fede nel diavolo: “Con la credenza nel diavolo abbiamo a che fare in ultimo analisi con qualcosa di pagano e comunque di profondamente anticristiano” (H. Haag, La credenza nel diavolo, Verona 1976, p. 270). Sulla scia di questi pensatori altri affermano, ad esempio, C. Westermann (1909-2000), che gli angeli non sono una realtà personale ma unicamente un’immagine figurativa dell’amore di Dio per noi; per P. Tillich (1886-1965) angeli e demoni sono simboli, strutture, poteri costruttivi e distruttivi dell’essere. Come capire questa situazione di linee di pensieri e pubblicazioni che liquidano l’esistenza degli angeli e demoni? Una prima constatazione è la seguente: Esiste una frattura tra la fede della tradizione cristiana negli angeli e demoni e l’uomo e la cultura contemporanea (letteratura, arte, cinema…) nei confronti del mondo angelico. Un secondo chiarimento è la costante coscienza di fede della Chiesa, attestata dalle dichiarazioni dei Papi, Concili, Catechismi, liturgia, vita dei santi e le questioni disputate nella teologia contemporanea sia cattolica sia protestante riguardo agli angeli. Di fronte a questa situazione contraddittoria attuale lo specifico cristiano prende posizione di fede cattolica sugli angeli e demoni: “Bisogna riconoscere che oggi i cristiani si sentono a disagio quando parlano dell’esistenza del diavolo o di diavoli. Mito o realtà? Tanti cristiani,  optano per il mito; coloro che ne accettano la realtà si sentono inibiti e imbarazzati nel parlare del diavolo, per paura di venire classificati come individui ancora in preda a fantasie popolari, e di misconoscere il progresso scientifico. La catechesi, la predicazione, l’insegnamento teologico nelle università e nei seminari normalmente schivano l’argomento. In queste condizioni, i cristiani di oggi devono possedere una buona dose di coraggio per sfidare la facile ironia e il sorriso compassionevole dei loro contemporanei” (L. J. Suenens, Rinnovamento e potenza delle tenebre. Orientamenti teologici e pastorali, Roma 1982, pp. 15-16). L’esistenza degli spiriti celesti non è una verità opinabile né un mito di una mentalità ingenua prescientifica, ma è un dogma di fede, quindi una verità chiaramente affermata dalla Bibbia e solennemente definita dal magistero della Chiesa. Inoltre a livello logico non è ragionevole pensare che tra Dio, infinito spirito ed infinito amore e quei limitati spiriti che siamo noi esseri umani, non ci sia posto per altri spiriti più intelligenti, amabili e più perfette di noi. Ancora è da sottolineare che l’esistenza degli angeli è attestate da numerose persone degne di fede che affermano di aver fatto la loro esperienza come ad esempio i patriarchi, i profeti, Gesù Cristo, la Vergine Maria  e numerosi santi canonizzati oltre che a letterati eminenti come Dante, Manzoni, Claudel. Infine è da analizzare la massiccia documentazione culturale, artistica e religiosa che lungo i millenni si è andata formando sugli angeli. Pertanto non è verosimile che il genere umano si sia ingannato su un punto così essenziale della storia del pensiero.