Vita di Missione: noi tutti ti ringraziamo, Signore

Padre Oliviero Ferro

Ogni anno,verso il mese di febbraio, c’è l’abitudine di fare la Festa del raccolto o del ringraziamento. E’ un momento importante della vita della comunità cristiana di Nefa in Camerun.Ci si prepara fin dal mese di ottobre. Nelle riunione del consiglio pastorale, con tutti i rappresentanti delle piccole comunità e dei gruppi, si decidono gli obiettivi. Ad esempio:quest’anno impegnamoci tutti per fare il pavimento della chiesa parrocchiale. E’ il luogo di incontro di tutta la parrocchia e tutti faranno il possibile per dare il loro contributo. Certo, con questo non si dimenticano le altre necessità della parrocchia e delle persone. Ma questo è un qualcosa che ci unisce tutti ed è un modo concreto per dire grazie al Signore per tutto quello che fa per noi. Chiarito l’obiettivo, si decidono le varie tappe. In ogni piccola comunità e gruppo,qualcuno è responsabile di animare e di raccogliere i contributi,sia economici che in natura. Si fissano le date delle piccole feste nei vari settori per poi portare tutti insieme quello che si è raccolto nella grande festa in parrocchia. I mesi passano,naturalmente,facendo anche le altre attività. Ogni tanto le varie commission di preparazione(liturgia,accoglienza,animazione,economia, feste…) si riuniscono per vedere come vanno avanti le cose. Naturalmente il primo responsabile, insieme al parroco e al presidente del consiglio parrocchiale, è il consiglio degli affari economici. Il giorno prima della grande festa,intorno alla chiesa, è tutto un andirivieni di persone. Chi pulisce e decora la chiesa, chi rende bello i dintorni con archi di palme e fiori, chi prepara la liturgia(corali,chierichetti,lettori…) e chi pensa a come dare qualcosa da mangiare alle centinaia di persone che il giorno dopo verranno(si preparano dei sacchettini con qualcosa da condividere). Naturalmente,dato che non tutti potranno entrare nella chiesa,all’esterno si preparano dei tendoni per accogliere tutti,facendo in modo che con l’aiuto di altoparlanti, tutti possano seguire la messa. Il giorno dopo, al mattino presto, tanti arrivano da tutte le parti della parrocchia con il loro carico di cose da offrire al Signore(Caschi di banane,fagioli,frutta,uova e chi più ne ha, più ne metta). Vengono accolti tutti con un sorriso e viene loro indicato il posto. Naturalmente ci sono anche gli invitati (capi tradizionali e altre autorità). Un posto particolare per le persone anziane e per la marea di bambini che già comincia a fare sentire la propria voce. Intanto le corali iniziano il loro lungo servizio di gioia. Gli incaricati del servizio d’ordine,insieme agli scout, cercano di trovare un posto per tutti,anche se non è facile. Finalmente inizia la liturgia. I sacerdoti della parrocchia con i chierichetti, lettori e accompagnati da mille voci, in processione, cantando e danzando,vanno verso l’altare. Il presidente del Consiglio parrocchiale accoglie tutti e poi la liturgia va avanti. Canti,Parola di Dio: tutto in una atmosfera di gioia e di condivisione. Finalmente,dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo, è il momento di dire grazie al Signore. Tutte le piccole comunità, i settori, i gruppi,le scuole e tante persone(capi tradizionali compresi), vengono in processione per portare il frutto della loro condivisione. In un primo momento, portano in una busta, le offerte raccolte. Naturalmente cantando e danzando. Poi ritornano portando i doni natura. Il tempo sembra non passare mai. Sfilano davanti al’altare tante persone, di tutte le età. Tutti vogliono dire grazie al Signore per quello che hanno ricevuto e lo fanno con gioia. Una delle cose speciali è quando vengono i capi tradizionali con i loro vestiti e accompagnati dalla banda tradizionale. E’ qualcosa che fa vibrare la gente che capisce che tutto è buono, se è offerto al Signore. E poi, dopo quanto tempo non si sa, si arriva anche alla fine. Stanchi? No. Felici?sì. E’ il momento di ringraziare tutti. Naturalmente tutto quello che è stato raccolto, sarà impiegato per quello che è stato chiesto (i soldi per il pavimento della chiesa). Le offerte in natura: sia per aiutare i sacerdoti che tante persone che vengono a chiedere aiuto. La corale ormai  ha la voce un po’ stanca,ma non si perdono di coraggio. Continuano ad aiutarci a lodare il Signore. Alla benedizione finale, ci si riunisce fuori della chiesa per continuare la condivisione. Ognuno mangia qualcosa di quello che è stato preparato, si continua a cantare e danzare. E poi…si rientra nelle proprie case,felici di essere stati insieme e sicuri che fra qualche mese,ritornando alla chiesa parrocchiale, passando sul pavimento nuovo, potremo dire:”anch’io ho fatto qualcosa per dire grazie al Signore”