Pedofilia: Pierro copre meglio del Vaticano ?

 Aldo Bianchini

Il 26 marzo 2010 di buon mattino ricevo una telefonata da un amico che lavora nella curia di Salerno tra gli attuali stretti collaboratori del vescovo Pierro. Mi chiede con sarcasmo se ho già letto il Corriere del Mezzogiorno e io rispondo che da tempo ormai non lo acquisto più. A questo punto mi invita a fare un’eccezione e a comprarlo perché vi si trova un articolo che sembra copiato pari pari da un mio pezzo risalente al 15 maggio 2009 pubblicato sul quotidiano dentrosalerno.it. Provocato dall’amico che mi derideva chiedendomi il perché dell’azione di copiatura di un pezzo che già allora fu precursore dello scandalo abbattutosi oggi sulla chiesa e suscitò clamore sui forum e nello stesso palazzo del potere clericale, io malvolentieri e sebbene incredulo ho acquistato il giornale. So, per esperienza diretta, che tra i colleghi del Corriere del Mezzogiorno c’è chi usa diffide stragiudiziali per intimarmi di non dire tutta la verità sull’Arcivescovo e i “miracoli” del tribunale ecclesiastico (per dirla tutta difendendo suoi interessi personali!), ma che arrivassero a mezzi usati ai tempi delle scuole dell’obbligo come lo sbirciare e copiare dai compagni di classe non ci credevo e voglio non crederci. Certo questa mia volontà e fiducia è stata messa a dura prova dopo aver letto l’articolo in questione. Infatti su quattro colonne il Corriere titola: “Pedofilia, anche a Salerno un sacerdote condannato”. Leggo tra le righe il fatto e debbo convincermi che non dice nulla di nuovo, ma proprio nulla, rispetto a quanto già avevo portato io alla luce. Anzi non è per nulla preciso, non cita i documenti e non ha nemmeno il coraggio di fare nomi. Veniamo al fatto. Nel 1996 il 12 giugno don GS viene condannato dal tribunale di Salerno (Presidente Dionigi Verasani) per atti di libidine commessi in danno delle allieve D.R.A.A e P.A. (alunne minorenni della scuola Media Statale A. Moscati di Pontecagnano). La Cassazione conferma la pena ad un anno e mesi cinque di reclusione come rivista in sede di Appello. Leggo e rileggo l’articolo e sempre più non comprendo come sia stato possibile che una notizia già vecchia di un anno venga presentata (vedi occhiello) come un caso tenuto segreto quando ormai tale non era più. Forse è dettato solo da un motivo giornalistico in funzione dello scandalo della pedofilia tra i preti o da un interesse della curia stessa? Ma quest’ultima ipotesi sarebbe davvero poco giornalistica e non voglio crederci. Purtroppo i miei dubbi aumentano il giorno dopo quando sullo stesso giornale appare un’intervista non firmata dal titolo “Io non sono un sacerdote pedofilo”. Incredibile, possibile che a un sacerdote condannato in via definitiva basti una telefonata (se vera) per accreditare il suo essere lontano mille miglia dagli scandali? Ma se anche la telefonata fosse un artifizio giornalistico (e non lo è!) in fondo finisce per creare ancora più danno al sacerdote. Infatti verrebbe da chiedere al prelato (strano che chi ha ricevuto la telefonata non l’abbia fatto) che cos’è la pedofilia? E che differenza c’è tra atti di libidine posti ad una maggiorenne con quelli posti ad una minorenne. Caro don GS, infilare le mani nel sedere di una bambina dodicenne, al di là delle sentenze è o non è pedofilia? Altro che il sacerdote come il genitore può e deve toccare i figli. A me francamente la sua telefonata pare più una “confessione” dei fatti che un grido di innocenza. Altro che giornalismo d’inchiesta, nel caso dell’intervista mi è sembrato di assistere ad un “piglia, non pesa, e porta casa”. Eccellenza carissima Mons. Pierro, mentre aspetto ancora precisazioni dal suo presidente del tribunale alle mie puntuali domande pubblicate il giorno 11 marzo 2010 sempre su Dentrosalerno e sulle quali tornerò presto, voglio farle notare che non sono io il grande inquisitore, ma è dall’interno della sua organizzazione che fuoriescono a valanga anche le notizie più devastanti, pubblicate pure a costo di mettere in difficoltà professionale qualcuno dei suoi più stretti collaboratori che a questo punto, credo, troverà ancora più difficoltà a districarsi tra due professionalità. Ci sto pensando, forse nella prossima puntata farò nome e cognome di tutti e medito di pubblicare al più presto una raccolta di tutti miei articoli sulla curia salernitana. Ne uscirebbe una storia diversa da quella raccontata ufficialmente ma forse proprio per questo più interessante ed aderente alla realtà.

 

4 pensieri su “Pedofilia: Pierro copre meglio del Vaticano ?

  1. Egregio dott. Bianchini, leggere i suoi articoli mi riscalda il cuore e mi ritempra la mente.
    Riesce ad interpretare il comune sentire di quella parte del popolo salernitano, che conosce la verità e non quella che viene propinata sistematicamente dal nostro caro presule.
    La vicenda del parroco di faiano ne è un emblema, consentire ad un sacerdote “pregiudicato” perchè è cosi che va chiamato il soggetto in questione di poter affermare che i suoi erano gesti d’amore di un padre verso le figlie, da giovane donna coetanea delle due vittime mi ha fatto rabbrividire.
    La sua era la classica giustificazione usata dalla maggior parte dei rei ” cio’ che ho fatto non è male perche’ io non lo reputo tale”
    Per il codice di diritto canonico all’Art Can. 521 – § 1. Perché uno sia nominato parroco validamente, deve essere costituito nel sacro ordine del presbiterato.

    § 2. Si distingua inoltre per sana dottrina e onestà di costumi, sia dotato di zelo per le anime e di ogni altra virtù e abbia quelle qualità che sono richieste sia dal diritto universale, sia dal diritto particolare per la cura pastorale della parrocchia in questione.

    § 3. Per conferire a qualcuno l’ufficio di parroco, è opportuno che venga accertata con sicurezza la sua idoneità nel modo determinato dal Vescovo, anche mediante un esame.

    …non solo tale soggetto è parroco ma per di piu’ è stato premiato con il ruolo di consigliere presbiterale e consigliere dell’istituto interdiocesano per il sostentamento del clero
    ogni altro commento è superfluo

  2. Sconcertante sia il comportamento del sacerdote, con la sua “pseudo-precisazione”, sia il comportamento del giornalista in questione e della testata per cui lavora! Siamo tutti in attesa di conoscere le altre verità sulla curia salernitana…

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