Vincenzo De Luca e Achille Lauro

Aurelio Di Matteo

Non sono certo originale ad accomunare Vincenzo De Luca ad Achille Lauro, né sono il primo. Lo ha già fatto, con più competenza di me e con stringata determinazione lessicale, l’altro candidato espressione della sinistra Ferrero, che almeno ha l’onestà intellettuale e politica di non rinnegare niente del proprio passato, tanto meno la propria appartenenza partitica. A richiamare alla memoria questo accostamento, fatto qualche tempo fa, è stata l’immagine di Piazza Plebiscito così vicina all’altra piazza, Trieste e Trento, dove il Comandante realizzò una delle sue prime opere, la celebre fontana, anche quella benedetta da un rappresentante della Chiesa, il parroco don Aurelio Marseglia. Ecco un primo accostamento, casuale e folclorico, tra l’ironico e l’aneddotico: anche De Luca lega il suo nome alle fontane (in verità non ben riuscite!) e si avvale del “sostegno” (autorevole?) di un pastore di anime. Ma una prima differenza è da evidenziare e a vantaggio del sindaco Lauro: quello almeno distribuiva pasta vera, questi, invece, solo logorroiche speranze e realizzazioni virtuali. Al di là di questo superficiale richiamo ad episodi marginali (quanta verità nei piccoli episodi!), c’è ben altra sostanziale identità tra i fenomeni politici rilevanti che hanno interessato la storia di Napoli e di Salerno, accomunati dall’organizzazione del consenso e dall’essenziale modo di governare le città. Sono tipologie di governance che hanno dato vita da una parte al laurismo e al bassolinismo e, dall’altra, al mennismo e al deluchismo. In entrambi i casi un lunghissimo periodo che non ha prodotto se non lo scivolamento delle due città (e della Campania!) agli ultimi posti delle classifiche nazionali relative a sviluppo economico, occupazione, sicurezza e quant’altro. In un solo settore Salerno ha registrato un grosso progresso: l’emigrazione dei giovani e delle risorse umane, registrando in questi anni di deluchismo un notevolissimo calo di residenti. Qual è la particolarità che accomuna Napoli e Salerno? È quella di non dare quasi nessuna importanza alle ideologie e di innamorarsi dei “personaggi”, tanto più amati, quanto più parolai, vivaci, sparapose e teatrali si mostrano. Queste due città non hanno mai amato le persone silenziose, riflessive e operose. Sono sempre prevalse nell’immaginario collettivo la guasconeria e la guapperia! Questo è uno dei motivi psicologici e sociologici cha hanno lasciato il tessuto civile e economico sempre uguale a se stesso, con una continuità sostanziale di conservatorismo amministrativo e politico che non produce alcuna novità e nessun cambiamento.  Come dire che, nella sostanza, la Napoli di Bassolino è la stessa di quella di Lauro, la Salerno di De Luca è la stessa di quella di Menna, accomunate nello stile populista, grossolano o radical chic, e da una progressiva e inarrestabile regressione economica e sociale, seppur “coperta” da cementificazione diffusa. Mutano i “personaggi”, ma non cambia il sistema, che si alimenta di un sempre più programmato clientelismo e di consolidate alleanze religiose ed economiche conservatrici. Achille Lauro, come De Luca oggi, non attivò nessun programma di sviluppo economico, né commerciale né industriale, omettendo ogni tipo di iniziativa finalizzata al rinnovamento dei settori produttivi. Nel caso di Salerno si registra, invece, la chiusura di alcune notevoli realtà industriali e la trasformazione del settore commerciale in mercatini rionali o etnici. Entrambi, tra l’altro, hanno predicato il mito della città turistica, che i dati, sempre più in negativo, smentiscono ad ogni rilevazione. Un lungo e noioso dibattito su porto turistico o porto commerciale, rimasti uno virtuale e l’altro non adeguato! L’unico settore che ha mostrato una qualche dinamicità è stato quello dell’edilizia privata, sostanzialmente ridotto alla ripavimentazione di strade e marciapiedi o ad occupare spazi per box da vendere a prezzi rilevanti o per parcheggi a pagamento per le casse delle Società municipalizzate. Oggi, inoltre, sono di moda le rotatorie! Ma c’è un altro tratto che accomuna e caratterizza i due fenomeni politici. Il laurismo si afferma in un periodo di spostamento a destra della politica; analogamente a Salerno il deluchismo prende quota quando alla crisi delle ideologie e dei partiti si sostituisce il mito di un’indefinita società civile. Si afferma così il populismo dell’antipolitica e dell’accontanamento dei partiti, il decisionismo personale, autoritario e paternalistico ad un tempo. Anche se con l’evoluzione ovvia di stile e di comunicazione, Lauro e De Luca si presentano come nuovi Satrapi: una deriva antipartito che ha prodotto solo una gestione pura del potere, talvolta condita da un ingannevole vittimismo alla Masaniello, Lauro con il potere centrale e De Luca con il Napolicentrismo. Lauro-Bassolino, Menna-De Luca, cambiano miti e personaggi, ma non muta il sistema!Sarebbe ora che i campani, a cominciare dai salernitani, si decidessero a ripristinare una sana e silenziosa operosità (Valenzi-Giordano), soprattutto nei due settori più in crisi, Sanità e Turismo, che necessitano non di guasconeria autoritaria e neo-clientelare, ma di analisi puntuali e soluzioni competenti, condivise e partecipate.

     

3 pensieri su “Vincenzo De Luca e Achille Lauro

  1. Faccio i complimenti all’articolista ( che spero di conoscere quanto prima!!!).
    Il punto è la mancanza, solita e tipica di coloro che non sopportano De Luca, d’individuazione d’una minima alternativa.
    Il centro-destra, a Salerno,è in crisi da quasi un ventennio e più in una città che, alle politiche ed alle provinciali ultime ha votato in gran numero per il Presidente Cirielli.
    Spiegare il perchè di questo fenomeno sarebbe alquanto interessante, tenuto conto che tanti elettori di centro-destra hanno votato e votano tutt’oggi il candidato De Luca.
    Spero che continuino a farlo anche in questa tornata elettorale regionale.
    Cordialmente

  2. Grazie dei complimenti! Ma spero che gli elettori di centro destra votino per Caldoro!

  3. De Luca ha dimostrato una grande capacità amministrativa;l’elenco delle opere fatte a Salerno è sterminato:ha evitato a Salerno la sorte del resto della Campania sui rifiuti per strada;ha portato Salerno ad essere il primo comune in Italia per la raccolta differenziata,che è qualcosa di importantissimo per l’economia,per l’ambiente e per la salute dei cittadini;Ha combattuto con la massima fermezza per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico;ha costruito parcheggi,asili nido,ha incrementato il turismo grazie alla fama di pulizia ed ordine che ha saputo dare alla città e potrei continuare ancora per molto.Vorrei sapere una sola cosa che ha fatto Caldoro per la Campania.Non ha senso votarlo solo perchè lo ha detto Berlusconi!Dobbiamo scegliere il Governatore della nostra Regione Tra De Luca e Caldoro,non dobbiamo scegliere tra Berlusconi Bersani Di Pietro o Casini!W De Luca!

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