Dal grillo parlante al Grillo urlante

Fulvio Sguerso

La carriera dell’attore,  autore comico-satirico e, dal gennaio del 2005, seguitissimo blogger genovese Giuseppe (Beppe) Grillo, debordata dalle scene televisive e teatrali allo scenario politico nazionale, al di là della simpatia o antipatia che può riscuotere, è indubbiamente sintomatica del clima e del contesto etico-politico  in cui oggi, volenti o nolenti, tutti ci troviamo (o forse, per  meglio dire, ci aggiriamo più o meno smarriti). In questo contesto degradato e inquinato, Beppe Grillo  si è conquistato una ragguardevole e autorevole funzione di grillo urlante fuori dal coro mediatico-politico, grazie al suo indubbio talento, alla sua incontenibile vis polemica, al suo indefesso e infaticabile impegno ambientalista, alla sua  (in)consumata  esperienza e abilità comunicativa, evolutasi e tempratasi nell’incontro,  più spesso nello scontro, con i mass media che ha attraversato da protagonista sempre con notevole sprezzatura pari al successo tributatogli da un pubblico entusiasta soprattutto giovanile – a dispetto dell’establishement mediocratrico – e, da qualche anno, grazie anche al  suo sapiente uso  dello spazio virtuale di Internet e di quello reale di alcune piazze d’Italia. Insomma, il fenomeno Grillo può aiutarci a comprendere altri fenomeni di scottante attualità: distacco crescente tra classe politica e “gente comune”, palese incapacità della classe politica di riformare se stessa e di autorinnovarsi sulla base dei principi etici fondamentali, inefficacia del sistema mediatico nel suo complesso nell’informare, sensibilizzare e tenere alta l’attenzione del cittadino medio sull’inadeguatezza dell’attuale classe dirigente riguardo ai problemi ambientali, energetici, tecnologici, urbanistici, occupazionali, ecc. Sono anni ormai che Beppe Grillo va denunciando i “virus che infettano  la mente del Paese: la gente crede a quello che decidono Berlusconi e De Benedetti e i poteri a loro collegati. E’ intossicata. Chiunque si espone per cambiare il Sistema è attaccato dai media con l’assoluta sicurezza dell’impunità. (Diffamarne uno per educarne cento)”. Come si vede è tutto il sistema informativo nazionale che viene accusato di occultare le verità scomode e di intossicare l’opinione pubblica. La voce degli altri rari grilli parlanti fuori dal coro: Santoro, Travaglio, De Magistris (che “aveva messo il dito nella piaga del voto di scambio, dei fondi europei spartiti tra criminalità locale e partiti. E’ stato attaccato per il suo protagonismo – come prima la Forleo definita psicolabile e trasferita da Milano a Cremona – accusato di aver violato il codice…..”), non riesce, a quanto pare, a raggiungere le masse. Le raggiungono forse le prediche laiche del   leader di un movimento (Movimento 5 Stelle) in parte virtuale e in parte reale che non sarà mai personalmente candidato a nessun consiglio comunale, provinciale o regionale? Quanti “grillini” delle liste civiche entreranno nei suddetti consigli? Vedremo dopo il 29 marzo, ovviamente, e sappiamo anche che la qualità talvolta fa aggio sulla quantità; ma credo che per disintossicare le masse dai veleni a cui si sono assuefatte da sì lunga pezza non bastino né cinque né cinquanta stelle o meteore per brillanti che siano. La partita che oggi si gioca in Italia con queste elezioni amministrative è, una volta di più, una partita – qualcuno ha parlato di referendum – pro o contro il Cavaliere: a seconda dei risultati delle urne si sposteranno gli equilibri delle forze, o delle debolezze, di maggioranza e di opposizione; equilibri esterni e interni alle due coalizioni, tanto che potrebbe mutare il quadro politico nazionale. E tuttavia, prevalga il centrodestra o il centrosinistra, il Sistema mediocratico intossicato e intossicante giustamente denunciato dai cosiddetti “giustizialisti”, che finora hanno gridato quasi nel deserto, non subirà presumibilmente  scossoni apocalittici: i poteri collegati a Berlusconi, a De Benedetti, a Benetton, alle holding petrolifere e delle telecomunicazioni, continueranno a spartirsi le risorse disponibili e i mezzi di comunicazione di massa, lasciando ai grilli la liberà di cantare come e dove vogliono, purché fuori dai CdA e dai comitati centrali. Siamo o non siamo in una grande democrazia liberale occidentale?