Quando i bimbi insegnano agli adulti

Giovanna Rezzoagli

La scuola dovrebbe costituire, per i più piccoli, il primo esempio di comunità sociale. Rappresenta, di fatto, la principale Istituzione  in cui avviene il cosiddetto processo di socializzazione secondaria. La scuola è il luogo in cui  i piccoli sperimentano le prime esperienze al di fuori del “contesto famiglia”, dove avviene la socializzazione primaria, per inserirsi poi gradualmente nel mondo sociale. La scuola come luogo dove si impara (meglio si dovrebbe imparare) dagli adulti a comportarsi con rispetto, correttezza, giustizia. Tante volte sono però i piccoli ad insegnare agli adulti come ci si comporta (meglio come ci si dovrebbe comportare) tra persone civili. Un esempio concreto di ciò è stato offerto dai bambini che frequentano le scuole dell’infanzia, elementari e medie del comune di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza. Al momento di condividere il pasto alla mensa, a nove di loro è stato servito solo pane ed acqua, perché i loro genitori non pagavano da anni la retta per la refezione scolastica. I compagni di scuola e, nel contempo, commensali non hanno esitato a dividere il loro pasto con i bimbi meno fortunati. Il comune ha sicuramente le proprie ragioni di fronte a famiglie che non corrispondono il dovuto, si presume in modo fraudolento poiché esistono diverse agevolazioni riguardo alle quote mensa da versare, in base al reddito certificato mediante il modello ISEE. La domanda che sorge spontanea è se era proprio necessario sottoporre quei nove piccoli all’umiliazione di vedersi “bollati” come diversi, se proprio non si poteva evitare di lasciarli seduti a guardare i compagni serviti con un pasto completo. Di fronte alla fredda burocrazia, la calda risposta dei bimbi più fortunati: porzioni divise, pranzo assicurato per tutti. Una bella lezione di generosità, che lascia trasparire un raggio di speranza nel tetro cielo nero che sembra rappresentare il futuro. Ora il Comune che ha avuto il coraggio di togliere il cibo a nove bimbi, abbia il coraggio di pretendere, nelle sedi competenti, il rimborso del dovuto con le more, perché anche questa è la vera educazione. Gli adulti ora dovranno riflettere seriamente, tanto chi deve far rispettare le regole, tanto chi le ha violate. A noi la consolazione, una volta tanto, di poter raccontare una storia forse più dolce che agra.