Cava de’ Tirreni: Peter Platteau contro la sterilità di coppia

Da Bruxelles a Cava de’ Tirreni. Il dottore Peter Platteau dell’Università di Bruxelles (AZ-VUB), soprannominato dalle sue pazienti “mago Platt”, ha iniziato a operare con una equipe internazionale, presso il Centro di medicina della riproduzione della Casa di cura “Ruggiero -Artemisia H”, di proprietà della famiglia Ferraioli. Venerdì 19 marzo, alle ore 12, presso la clinica di Cava de’ Tirreni è in programma la conferenza stampa di presentazione del dottor Platteau e della sua equipe. Platteau è uno dei nomi più prestigiosi nell’ambito della procreazione medicalmente assistita (PMA), per l’intensa attività di ricerca clinica, particolarmente focalizzata sulla sperimentazione di protocolli innovativi di induzione dell’ovulazione multipla. Il “mago Platt” è molto popolare in Italia: circa 700 coppie ogni anno si rivolgono a lui per coronare il sogno di avere un figlio. L’equipe è costituita dal ginecologo Alfredo Nazzaro, direttore del centro di PMA dell’azienda ospedaliera “G. Rummo” di Benevento; dalla biologa della riproduzione ed embriologa, Annalisa Salerno, direttore scientifico del centro di PMA del Rummo; dal biologo Hubert Joris che ha il merito storico di aver collaborato alla nascita del primo bambino con la Icsi (microiniezione intraovocitaria dello spermatozoo, tecnica utilizzata per la prima volta al mondo a Bruxelles nel 1992). Il Primo ciclo di PMA con l’equipe del dr. Platteau ha avuto inizio il 15 marzo e si concluderà domani, sabato 19. Il reparto sarà attivo tutti i giorni con l’equipe del dr. Nazzaro. “Fino ad oggi – spiega Nazzaro – le coppie italiane che volevano sottoporsi a una tecnica di procreazione assistita erano obbligate ad andare all’estero, a Bruxelles in particolare, per poter essere visitate e curate da Platteau. Adesso, grazie al protocollo di intesa stipulato con la clinica “Ruggiero”, potranno essere curate in Italia, limitando quel fenomeno noto come turismo riproduttivo”. L’idea di avviare una collaborazione a Cava nasce dall’esigenza di unire le forze per ottimizzare tempi e interventi. Platteau ha un numero elevato di pazienti italiani, siamo intorno all’80% delle coppie su cui interviene a Bruxelles e che sono mille all’anno. Dal 1999 a oggi ha operato su oltre 10mila coppie. Attualmente è operativo in Belgio, Spagna, Kuwait, Algeria, Tunisia, Uganda. “La sua reputazione è cresciuta nel corso degli anni e oggi è considerato tra i migliori in Europa: il centro di Bruxelles è secondo, per numero di cicli, solo a una struttura giapponese – aggiunge Nazzaro -. Da Cava è partita una sfida importante al fenomeno della sterilità. Esistono tutti i presupposti affinché non solo l’attività di questo Centro di PMA riduca il fenomeno della migrazione extraregionale e nazionale delle coppie infertili, ma che lo stesso si ponga come polo di eccellenza nel panorama nazionale della medicina della riproduzione, riuscendo ad attrarre in Campania coppie di altre regioni che finora erano costrette a rivolgersi all’estero”. Per accogliere l’equipe internazionale, la Ruggiero si è dotata di standard organizzativi e tecnologici di eccellenza e di apparecchiature all’avanguardia. Obiettivo: offrire ai pazienti tecniche innovative (come la vitrificazione ovocitaria e, dove consentito dalla normativa vigente, embrionaria ultra rapida su loop che ha un tasso di gravidanza evolutiva nettamente superiore alle altre tecniche di crioconservazione), un know how e professionalità di spessore internazionale, un servizio altamente qualitativo in grado di garantire il successo del ciclo riproduttivo. “Abbiamo completato il primo ciclo di PMA – afferma Platteau – si è trattato dell’inizio delle attività che faremo a Cava de’ Tirreni. Un centro più facilmente raggiungibile dal paziente che non deve arrivare fino a Bruxelles e risparmia sui costi di viaggio e alloggio all’estero”. La collaborazione tra l’equipe di Platteau e Nazzaro e la Ruggiero è stato agevolato dalla sentenza della Corte costituzionale 151/2009 che ha abrogato il limite massimo della produzione di tre embrioni da trasferire con un unico e contemporaneo impianto, previsto dall’art. 14 della legge 40 del 19/2/2004 (“Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”). Capacità imprenditoriale e spessore umano: questo il mix nato dall’incontro con il bioingegnere Armando Ferraioli, titolare della Ruggiero. “Ho avuto l’occasione di conoscere i dr. Nazzaro e Platteau – conclude Ferraioli – sono due persone per bene, sia sotto l’aspetto umano che professionale. Da qui l’idea di aprire le porte della clinica, che già collabora con il dr. Fasolino e la dr.ssa Maria Carmen Fasolino, anche all’equipe internazionale coordinata dal dr. Platteau”. La sterilità di coppia rappresenta un problema emergente e di vaste proporzioni con un importante impatto sociale. Si stima che oltre il 30% delle coppie abbia difficoltà riproduttive. I dati ufficiali parlano di oltre 40.000 cicli di procreazione medicalmente assistita (PMA) effettuati in Italia nel 2008 con una richiesta di oltre 5.000 cicli di PMA/anno nella sola Regione Campania. A fronte di questa richiesta, attualmente, vengono effettuati nella nostra Regione circa 3.000/3.5000 cicli/anno, mentre i restanti 2.000 rappresentano una delle maggiori voci di mobilità sanitaria extraregionale, soprattutto verso la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Lazio, la Sicilia, con un impatto negativo non indifferente sui conti sanitari regionali. È ipotizzabile, tuttavia, che questi dati siano sottostimati per l’impossibilità di censire correttamente tutti i cicli di trattamento erogati all’estero, specialmente in Belgio, Francia e Spagna. In Campania ci sono molti centri di Pma: il sistema di strutture private è però molto frammentato, mentre quelli pubblici – situati presso il Rummo di Benevento, il Secondo Policlinico di Napoli, il Moscati di Avellino, il S.Luca di Vallo della Lucania – fanno meno di 300 cicli all’anno. Ciononostante quello campano è il mercato più grande esistente in Italia. Nella nostra regione infatti c’è una percentuale elevata di coppie che utilizzano i farmaci specifici per l’infertilità (74%), ma solo il 24% si sottopone a cicli riproduttivi. In Lombardia le due percentuali si invertono.