Vita di Missione: Palabriamo, dialoghiamo

Padre Oliviero Ferro

Nel paese dei Warega,in Congo RDC,c’è l’abitudine di sospendere una corda all’entrata del villaggio e di appendere degli oggetti. Ad essi sono legati dei proverbi. E’ un modo molto semplice,ma concreto, di aiutare a riflettere sulla vita. un’ape morta può sempre pungere”. Si mette sulla corda un’ape morta e chi la vede,si ricorda il proverbio. Bisogna fare attenzione,perché il suo pungiglione può sempre pungere. Bisogna cercare di risolvere i problemi fino in fondo,altrimenti possono sempre ritornare. E’ quella che in Africa chiamiamo “PALABRE” (dialogare insieme per trovare delle soluzioni). Di solito,la si fa sotto i grandi baobab o nella capanna comunitaria. Spesso,tra i cristiani, si riuniscono i saggi della comunità(i Wazee) che ascoltano e danno consigli fino a risolvere,se possibile,il problema. Spesso ci capitava che venivano delle persone a dirci:”Padre,in quella casa ci sono dei problemi(maneno,matata). Vieni a vedere cosa si può fare”. Si andava insieme con altre persone. Ognuno diceva il suo problema. Si chiedeva l’aiuto di Dio,nella preghiera. Poi si lasciavano dei buoni consigli(mashauri). Certo,non è Dio che risolve i nostri problemi. Ognuno di noi deve fare la sua parte e non delegarla agli altri. Dopo un po’ di tempo si ritornava per vedere come le cose procedevano. Se tutto migliorava,si ringraziava Dio. Se invece c’erano ancora delle difficoltà, si ritornava ancora per parlare,dialogare. Non sempre era facile. A volte,qualcuno faceva entrare il sospetto della stregoneria(che qualcuno avesse chiesto l’aiuto degli stregoni con pozioni magiche,con veleni). Insomma la gelosia,la cattiveria era più forte e allora era più difficile uscire dalle sabbie mobili del male. Ma,con l’aiuto di Dio e la buona volontà di ciascuno,alla fine ce la facevamo. Mai perdere la speranza,ma quanta pazienza!