Regionali: Psi-Sel de Cristofaro “Quote rosa, impazza la campagna elettorale”

 L’8 marzo, che vede la donna protagonista, acquista in questo particolare momento storico un ulteriore contenuto  significativo nelle elezioni regionali del prossimo 28-29 marzo e le quote rosa che la nuova legge regionale ha voluto obbligatoriamente inserire nelle liste elettorali, va ricordato, infatti, che volendo assegnare due preferenze una deve essere donna. Quello che mi sconcerta da candidata e che sia nei confronti televisivi, di cui anche la sottoscritta è stata protagonista, sia nelle affermazioni su testate giornalistiche, le donne del Pdl siano pienamente d’accordo con ciò  che affermano le donne della coalizione di sinistra, elogiando una legge voluta e approvata dalla sinistra di una regione contro cui hanno detto di tutto e dì più. Ma allora se le donne del polo Caldoro, sono in linea con il femminismo e l’affermazione della donna a livello politico e sociale, come mai su alcuni manifesti hanno bisogno di aggiungere il nome del marito per essere riconosciute, pensando che questo sia un valore aggiunto che aumenta i loro voti?  Dov’è l’affermazione femminile di cui tali candidate vanno parlando se ancora nel 2010 vivono nell’idea famosa quanto obsoleta che …dietro ad ogni uomo di successo c’è una donna di successo…? La donne che da anni lavorano affinché il mondo femminile conquisti i giusti spazi da tempo hanno smesso di essere dietro agli uomini, ma in ogni caso ci camminano affianco. E’ ora di dire basta  al buonismo al femminile, chi ha inserito il proprio nome di donna in liste dove ci sono soggetti politici con condanne penali non può affermare, come capita di leggere, che si deve lavorare per la legalità; chi si fa sostenere da un ministro che afferma che per dare pari opportunità alle donne…darà ad ognuna la possibilità di farsi una famiglia…(citazione fedele), relegando ancora una volta nel terzo millennio il ruolo della donna unicamente all’interno di  una struttura familiare, non può dire di condividere la necessità di affermazione nel lavoro delle donne e di servizi adeguati allo scopo; chi esalta un leader che ha ben espresso il suo modello di donna (una donna che deve essere bella e respirare, ma non pensare), non può sostenere che le donne devono essere apprezzate per le loro idee e la loro professionalità; chi è inserita in una coalizione che vuole installare due centrali nucleari in Campania, non può descriversi ecologista e vicina ai problemi ambientali. Tutto ciò disorienta l’elettrice e l’elettore ed è da considerare un falso “ideologico”, consigliamo, nel caso che si è realmente convinte delle proprie affermazioni, di cambiare partito, perché è chiaro che non si è ben capito, forse abbagliate da una maggioranza di potere, su quali “principi”, anche se tale parola non è appropriata per certe idee, si basa la coalizione di cui si fa parte. In un momento così negativo per la parola “democrazia” non è possibile né comprendere né scusare modelli “interpretativi” di concetti molto diversi che differenziano l’essere donna di sinistra dall’esserlo di destra, o meglio del Pdl. Nella “Giornata della donna”, e volutamente non ho scritto “Festa”, che si addice più ad un evento folcloristico o religioso, si deve riflettere su come la donna vuole continuare sulla strada di un femminismo, che non va svuotato dei suoi valori fondamentali e che dia sul serio importanza e concretezza alle parole “pari opportunità”, liberando la donna da ataviche catene culturali  di uno stereotipizzato universo femminile troppo a lungo sostenuto da una società maschile. Attenzione al voto dunque, perché dietro ad alcune donne si potrebbero celare menti maschili, che vedono le donne solo come dei replicanti,degli esecutivi acefali, delle scorciatoie per arrivare a quel potere che non ha consentito la loro candidatura. Buona giornata della donna a tutte voi donne del terzo millennio, con le idee chiare sui diritti di genere.