Balvano: i detenuti dell’ICATT per ricordare 66 anni d’oblio

Fu nella notte tra il 2 ed il 3 marzo del 1944, in un tratto impervio ed in salita il treno 8017 proveniente da Napoli e diretto a Potenza si fermò nella galleria sotto il Monte delle Armi, a Balvano(PZ), lì persero la vita circa 600 passeggeri a causa delle esalazioni di monossido sprigionato dalla locomotiva a vapore. Fu definito l’incidente ferroviario più grave d’Europa per numero di vittime. Di loro non si seppe più nulla, scomparsi nel vuoto, uomini e donne seppelliti in fosse comuni a Balvano di cui si è persa la memoria, ma a cui oggi il gruppo “Uommene e Tambure” che coinvolge i detenuti dell’Istituto a custodia attenuata (I.C.A.T.T.) di Eboli (SA) vuole rendere omaggio, vuole ricordarne le storie, le emozioni, e lo fa attraverso lo spettacolo “8017 … dalla memoria al Ricordo” , che metterà in scena proprio a Balvano. Parte, quindi, da Eboli il ponte di solidarietà con il piccolo comune del potentino e parte dal progetto- laboratorio “Arte per la salute”, voluto dalla direttrice dell’ ICATT, Rita Romano e curato dal musicista Pino Turco, l’idea di restituire “voce a quanti non l’hanno mai avuta”. E’ dietro la spinta propositiva dell’associazione “1857” e del suo vicepresidente Paolo Garofalo, direttore della fotografia dello spettacolo, e con la piena collaborazione del Provveditore regionale A.P. Tommaso Contestabile e del direttore dell’ICATT, che i ragazzi detenuti nell’istituto ebolitano potranno esibirsi nel luogo in cui è ambientata la loro narrazione sessantasei anni dopo l’accaduto. “Uommene e tambure” sarà, quindi, ospite nella città di Balvano per quello che si preannuncia un grande evento, e non solo per le comunità locali. Si riaccendono i riflettori su quelle vittime senza nome che da decenni ormai giacciono in fosse comuni, e si coglie l’occasione per lanciare un appello ai superstiti, ai testimoni e ai familiari di uomini e donne sconosciuti, da ricercare in ambito campano, circoscritto all’area napoletana. Ci si da appuntamento a Balvano il prossimo 7 marzo, a cui non verrà meno la partecipazione del comune di Campagna, nel salernitano. Una solidarietà alle vittime e a quanti furono testimoni dell’accaduto che l’amministrazione di Biagio Luongo esprime con l’invio di una pianta d’ulivo che, al termine di una solenne cerimonia domenica mattina dopo la santa messa, verrà impiantata nella piazza centrale di Balvano a rappresentare simbolicamente la rinascita. Ma sarà alle ore 18,30 che si entrerà nel vivo della manifestazione voluta fortemente dal sindaco di Balvano, Costantino Di Carlo che accoglierà presso la Sala Santa Bartolomea della chiesa di Santa Maria Assunta i suoi ospiti. Saranno presenti all’incontro: Rita Romano, direttrice dell’I.C.A.T.T. di Eboli (SA), Pino Turco responsabile del progetto e direttore artistico dello spettacolo; l’antropologo Vincenzo Espostito, Università degli studi di Salerno; e Gianluca Barneschi, autore del libro ”Balvano 1944: I segreti di un disastro ferroviario ignorato”, edizioni Mursia.Seguirà poi lo spettacolo “8017 … dalla memoria al Ricordo”. Per l’occasione il gruppo ”Uommene e Tambure” sarà composto da dieci detenuti dell’ICATT e vedrà la partecipazione degli amici di ”Mamma Napoli”, gli attori Emiliano De Martino e Claudio Lardo e dodici ballerine dell’associazione LASISI di Battipaglia (SA) con la coreografa Filomena Domini, l’attrice Antonella Giorgio e la danzatrice Fabiana Giorgio.