Donatori samaritani?

di Rita Occidente Lupo
Il caso dei donatori samaritani, fa discutere. non solo gli esperti di bioetica. Nella mentalità odierna, imperniata spesso sul do ut des, controcorrente che addirittura si giunga a donare parte del proprio corpo, gratuitamente. La cultura della donazione, ancora stenta a decollare nel nostro Paese. Questo l’allarme dell’Aido, che da tempo attiva campagne sensibilizzanti a riguardo. Dinanzi ai tre casi della donazione di rene dei giorni scorsi, in Lombardia e Piemonte, lo scetticismo più efferato. Una donazione sempre rischiosa. Se finora, ammessa per familiari e parenti, vietata la vendita e la cessione ad estranei. Sia per il rispetto del proprio corpo, per la tutela della propria integrità fisica, che per arginare una sorta di narcisismo da scongiurare. Questo, in sintesi, il parere del comitato nazionale di bioetica, sui 3 samaritani. Eppure nel Paese urge rabberciare le liste d’attesa  per i trapianti. Snellire le lungaggini burocratiche annesse alle donazioni. Dal 1973, a Bergamo, culla dell’Aido, oggi una ramificazione in tutt’Italia delle sedi associative. Con campagne informative ed attività a riguardo: 3164 i pazienti trapiantati nel 2009, contro i 2932 del 2008. Un trend che attesta l’iter d’ un discorso ancora da far assimilare a chi si muove tra incertezze e remore. Dinanzi ai “samaritani” però, uno stop prudenziale. Un apparente controsenso: la vita deve esigere sempre un prezzo come caparra?La mentalità odierna annulla l’altruismo che, anche se passa in sordina, ancora esiste!