Il nostro debito pubblico

Ivan Re

Ormai da molto sentiamo parlare del debito pubblico italiano, per capire meglio cos’è cerchiamo di approfondire le origini del nostro debito e le scelte amministrative sbagliate che non hanno fatto altro che accrescere questa voragine.Innanzitutto cerchiamo di capire cosa si intende per debito pubblico, non è altro che il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti, imprese, banche o soggetti stranieri che hanno sottoscritto obbligazioni, in Italia BOT e CCT, per coprire il fabbisogno finanziario statale, il rapporto tra il debito pubblico e il PIL (prodotto interno lordo) è un indice importante per la solidità finanziaria di uno Stato. L’Italia insieme ad altri due stati africani è lo Stato più indebitato del mondo, fino a qualche anno fa aveva la compagnia dell’Argentina che però ha dichiarato fallimento, arrivando persino a cambiare moneta così cancellando il debito ma ha centinaia di persone e banche da rimborsare. Questo alto debito italiano è dovuto anche dal fatto che il nostro paese produce pochissima energia ed è costretta ad importarla da altri paesi che vogliono essere pagati “giustamente”, e per fare questo il nostro governo è costretto ad emettere BOND che costano così aumentando il debito pubblico. Per conoscere l’origine di questo debito, che non è sempre stato alle stelle, dobbiamo partire dal 1980, quando in Italia imperò per dodici anni il famoso CAF (Craxi, Andreotti, Forlani). Sotto la guida politica di Craxi e di De Mita il nostro debito pubblico è volato dal 60% al 110% del Pil, in dodici anni è quasi raddoppiato il rapporto tra debito e prodotto interno lordo; di qui il macigno che tutt’ora grava sulle spalle del Paese e ne frena lo sviluppo, quel debito lo paghiamo con 80 miliardi di Euro all’anno di soli interessi. Nell’éscalation del debito ebbe il suo bel peso l’aumento dei costi delle opere pubbliche dovuto alle tangenti, scoperte grazie a Mani Pulite. Quali furono le scelte amministrative sbagliate? Nel 1992 un chilometro di metropolitana a Milano costava 192 miliardi, nello stesso periodo ad Amburgo un chilometro di metropolitana costava 45 miliardi, meno di un quarto. In quel periodo il passante ferroviario di Milano costava 100 miliardi a chilometro ed è stato realizzato in dodici anni; nello stesso periodo il passante ferroviario di Zurigo è costato la metà, 50 miliardi a chilometro, e ha richiesto la metà del tempo per i cantieri (sette anni, anziché dodici). E’ così che nasce il boom del debito pubblico che, nell’80, era il 60% del Pil, nell’83 era già il 70% , il 4 agosto del 1983 Craxi diventa Presidente del Consiglio, in quei 4 anni di carica il rapporto tra debito e PIL passa dal 70% al 92%. Dopodiché negli anni dei governi Goria e De Mita il rapporto debito/PIL fa un balzo ulteriore, dal 92% al 110%, che ha il valore praticamente odierno, in termini liquidi Il debito pubblico italiano ammonta a 1750,4 miliardi di euro (dato di aprile 2009) per colpa principalmente del calo del prodotto interno lordo italiano causato dalla crisi e dalla riduzione del costo del denaro proposto dalla banca centrale europea. Dunque è per colpa di cattive amministrazioni e di eccessivi sprechi nel corso degli ultimi decenni, dal dopoguerra ad oggi, che il debito pubblico è aumentato (deficit) e continuerà ad aumentare nel 2010 arrivando a superare il 112%.

 

 

Un pensiero su “Il nostro debito pubblico

  1. SE I POLITICI PRENDEREBBERO LA PAGA DEGLI OPERAI NON CI SAREBBE DEBITO PUBBLICO. E’ SEMPLICE, NON C’E’ BISOGNO DI ESSERE ECONOMISTI UNIVERSITARI PER CAPIRLO,. BASTA LA SCUOLA MEDIA INFERIORE 1+1 FA 2 MA PER I POLITICI FA 2.OOO.000.

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