Integrazione a che costo?

 di Rita Occidente Lupo

La caccia all’immigrato,  esorcizzata da un bel pezzo nel Paese. Da quando la multietnicità, agguerrita, ha innestato la marcia dell’accoglienza al diverso, scavalcando pregiudizi e discriminazioni razziali. Convivere non solo nello scacchiere mediterraneo, un tempo in pasto al Vuo’ cumpra’ degli anni ’80, ma all’esodo massiccio che l’Est impone, non sempre facile. Ma pur sempre reale. A tal punto da costringere quasi gl’Italiani, a sentirsi spodestati in casa propria. A voler parametrare la propria genesi culturale, sociale, identitaria d’un Paese che, nella sua carta anagrafica, vanta religiosità pontificia, su quella di popoli credenti in altre divinità. L’attentato al Crocifisso! In un modo quasi astratto, la voglia d’invertire la rotta e di avviare uno sgretolamento della stessa fisionomia del Paese. In nome d’un mutato passo del tempo. D’una variabile immigratoria, che non desiste dal bombardare le nostre coste. Ospitalità ed accoglienza, inscindibili per far fronte ad un nuovo scenario, che ha fatto posto all’Est, senza relegarlo ai bordi periferici dei Vuo’ Cumpra’. Dischiudendo anche la porta scolastica, ad una intercultura ma, dimenticando che i processi d’integrazione devono partire in primis dall’accettazione. Probabilmente, non ancora convinti gli abitanti dello Stivale, che l’Italia non più terra solo degli autoctoni! Di qui, qualche ostracismo all’immigrato. Allo straniero, che rischia quasi d’imporsi in un Paese non proprio. Nei giorni scorsi, il tentato suicidio di un’ adolescente romena, a Padova, a sua detta, sofferente dell’isolamento e delle vessazioni dei coetanei di classe, per il suo essere straniera. Forse anche altre le cause alla radice del gesto di annientamento, in ogni caso la ragazza ha palesato disagio d’inserimento in un contesto che la pone al bando. Scuola per tutti sì, ma quali interventi per tutti?