PdL: le dimenticanze di Cirielli

Aldo Bianchini

Sulla grande manifestazione del PdL di domenica 14 febbraio scorso e sull’assenza in sala del presidente Edmondo Cirielli è opportuno ritornare per qualche commento

giornalistico.L’opportunità me la offre non  soltanto la più o meno “ufficiale dichiarazione” di Cirielli ma anche la precisazione estemporanea di Domenico Di Giorgio quando si lamenta che le polemiche avvengono sugli organi di stampa e nelle manifestazioni invece che nei luoghi deputati a farlo. Mi verrebbe subito da dire che se chi deve discutere e far valere le proprie ragioni quei luoghi non li frequenta preferendo chiudersi nel castello di Sant’Agostino la discussione può avvenire soltanto attraverso i mezzi d’informazione che fanno, fino in fondo, il proprio dovere. Alla domanda del perché della sua assenza il Presidente così avrebbe risposto: “”Ho fatto questo per ribadire che venga preso in considerazione, in maniera forte e seria, il dato provinciale da parte del partito nazionale. La Russa non ha rimproverato me, semmai è vero il contrario””. Una dichiarazione “sacrosanta” quella di Cirielli (esattamente come l’ha definita il consigliere Antonio Cammarota) che poteva essere presa per oro colato se da quella sala fosse mancato soltanto lui, una dichiarazione che non farebbe una grinza se Cirielli non dimenticasse che il cosiddetto “dato provinciale” è stato conquistato da tutto il PdL e non soltanto da AN e che in sede nazionale ragionano, ovviamente, in termini puramente numerici, del tipo 70% a F.I. e 30% ad A.N.. Così è avvenuto per la composizione del governo nazionale e di quelli regionali e così avviene per la scelta dei candidati ai due rami del parlamento ed ai consigli regionali; e così ha ragionato lo stesso Cirielli fino alla consultazione elettorale provinciale. Voler spostare il ragionamento sul consenso del dato provinciale denuncia tutto il provincialismo della proposta perché metterebbe la coalizione di centro destra, e soprattutto l’ex F.I., che l’anno scorso ha trionfato nella condizione di chiedere conto e ragione al presidente Cirielli per il rispetto di quelle percentuali sopra enunciate. E difatti, al di là della non tanto difendibile posizione di diritto nel voler costruire una squadra efficiente, che cosa ha dato Edmondo Cirielli alla componente maggioritaria di F.I., nulla o quasi. Anche perché quei pochi incarichi in quella direzione sono andati a personaggi che hanno giurato subito fedeltà assoluta al “capo” che, invece, doveva dimostrare lungimiranza politica pur nelle oggettive esigenze di squadra che nessuno intende disconoscere. Ma anche nella composizione di una squadra di alto profilo tecnico e professionale non può e non deve mancare mai la politica, ovviamente non quella politicante. Le nomine, invece, si sono succedute alle nomine in maniera tambueggiante e con cura quasi certosina i forzisti sono stati tenuti fuori da tutti i gangli, anche quelli più sperduti e lontani sul territorio provinciale, come quella ad esempio (ma è solo un esempio) di un dirigente della provincia nominato proconsole affidabilissimo e personale in una zona periferica dalla quale lo stesso dirigente proviene e nella quale non  ha alcun radicamento in termini di “dato elettorale”. Al contrario, mi viene da chiedere, come avrebbe potuto assentarsi dalla convention il consigliere provinciale più votato in città come Cammarota che, invece, con la sua giusta presenza ha dato senso alla messe di voti che ha raccolto da tutto il popolo del PdL e non soltanto da AN. Tutto questo, ed anche altro, non è piaciuto alla componente di F.I., ripeto maggioritaria, che ha commesso e commette errori ingiustificabili da attribuire, in toto, al suo vertice istituzionale e governativo Mara Carfagna. Mi rendo altresì conto che sul piano del dato di consenso provinciale probabilmente oggi la Carfagna perderebbe, che so, dieci a zero il confronto con Cirielli in provincia, ma so altrettanto bene che non è così che si innesta un “ragionamento di conciliazione” se davvero entrambi la vogliono e se questo ragionamento avviene nell’ambito di un enorme partito che mantiene un assetto rigidamente verticistico-romano. Non so, a questo punto, quali potrebbero essere le vie d’uscita da una situazione che si è, a dir poco, incancrenita. C’è l’occasione delle Regionali che innanzitutto Cirielli non deve perdere per rimodellare la sua squadra, senza stravolgerla, e garantire una comprensibile presenza all’altra componente; soprattutto rinunciando alle impuntature che non portano da nessuna parte e contribuiscono ad esacerbare i contrasti e le differenze legittime in un grande partito di governo come il Popolo della Libertà. Soltanto così l’altra parte potrà capire che Cirielli è un patrimonio elettorale da non buttare alle ortiche e che tutto sommato è digeribile nonostante qualche mal di pancia. Per concludere, credo fermamente che Ignazio La Russa non abbia rimproverato Cirielli  (lo ha detto il Presidente !!) ma credo anche che non abbia rimproverato neppure l’altra parte. La Russa, dal palco del Grand Hotel, ha fatto soltanto politica bacchettando, in maniera molto soft, entrambi i contendenti. Oltretutto quella del Grand Hotel era una riunione di partito che, come giustamente ha detto Michele Sarno, non vanno mai disertate soprattutto in presenza di un coordinatore nazionale, del ministro del territorio e del candidato governatore che è e resta il candidato di tutta la coalizione di centro-destra e non soltanto del “Nuovo PSI”. E questa non è fantasia ma cruda realtà.

 

Un pensiero su “PdL: le dimenticanze di Cirielli

  1. Mentre Lei sofeggia (anche con qualità) di politica, ahinoi politcante….:
    1. la squadra di alto profilo tecnico non si vede;
    2. le strade della provincia hanno più buche di prima;
    3. gli stand ed i viaggi son tal quali ai precedenti, come il dirigente che ne legittima la spesa;
    4. le scuole della Provincia sono in condizioni per lo meno identiche a prima;
    5. il contenzioso assicurativo è cresciuto…..;
    6. presso l’area lavori pubblici, l’assessore ha un consulente (ex?) pofessionista di imprese che partecipano a gare, che lavora gratis, praticamente un un m(ecen oppure agn) ate, alla costruzione di bandi non più a massimo ribasso ma … economicamente vantaggiosi (valutazione discrezonale della qalità)…..
    7. i nominati nei vari enti con procedimenti a carico in corso, anche per fatti relativi alla gestione degli enti medesimi nei quali sono stati nomiati, non si contano…
    …. La Provincia è tornata grande…..
    … e Lei che fa? manda la pubblicità.

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