Vita di Missione: Na furaha(con gioia) Afrika

 Padre Oliviero Ferro

Era un gran giorno di festa. Tutti andavano in città dal vescovo. La jeep era piena di gente. Quanti scossoni per la strada. 80 chilometri in 8 ore! Le gomme resistono come possono,anzi si sgonfiano. Per fortuna passa un altro missionario e ripariamo il guasto. Finita la festa(che festa!), bisogna tornare a casa. Medesima strada,ma…ci sono almeno una cinquantina di ponti. Arriviamo al primo. E’ mezzo rovinato,ma si può passare. Prendiamo le misure. Tutti scendono,tranne l’autista che inizia la traversata. Piano, piano…si è quasi passati. Un’ultima accelerata e si è dall’altra parte. Ma,nell’ultimo balzo,una piccola asse si spezza. Siamo passati,perché un angelo in libera uscita aveva steso le ali. L’autista si ferma cinque minuti,perché il cuore stava battendo forte. Abbiamo rischiato di finire nel fiume che era tre metri sotto di noi. Ma,per fortuna,l’angelo custode esiste ancora. Come un’altra volta quando si sono rotti i freni e siamo andati a finire a un metro dal lago. O quando(non c’era ancora il grande ponte),bisognava guadare il fiume,con l’acqua che arrivava al finestrino…o quando….beh,ci fermiamo qui. Anzi,vi voglio raccontare una avventura(evangelica) sul lago. Io vengo dalle montagne e non so nuotare. Partiamo alle 6 del mattino con il battellino per andare a visitare i cristiani del lago. Eravamo stracarichi di persone e di cose,come sempre. Via,si parte. Ma dopo mezz’ora arriva una tempesta fortissima(vi ricordate quella del vangelo?). Per un’ora rimaniamo in balia delle onde. Pensavamo di fare una  visitina in fondo al lago ai coccodrilli e agli ippopotami,però loro ci hanno mandato un messaggio,un sms:”Il comitato di accoglienza non è pronto. Sarà per la prossima volta”. Dopo un’ora riusciamo ad arrivare a riva. Non eravamo spaventati,non ne abbiamo avuto il tempo,ma ci siamo accorti che il Signore ci ha protetti e per questo l’abbiamo ringraziato,insieme a quelli che conducevano il battellino. Un altro giorno siamo arrivati in un villaggio di pescatori. Tutti ci accolgono bene,ci danno da mangiare e anche una capanna per dormire. Peccato che in quella capanna avevano raccolto il pesce,che avevano seccato al sole. Ottimo l’odore. Ci addormentiamo,ma fra poco comincia la battaglia. I topi avevano fame. Un po’ maleducati. Passano in continuazione sul nostro letto per andare a sfamarsi. Insomma tutta la notte a fare da spartitraffico. Ma,ogni volta, ritornando a casa, la notte è bellissima. C’ è la luna che ha dato il cambio al sole che è andato ad addormentarsi. Si era congedato da vero attore, con il rosse che piano piano scivolava nel mare. Ora è arrivata lei, la prima donna, tutta vestita d’argento e gli “ndagala”(le piccole alici) danzano con lei. Appoggio la testa e mi addormento e sogno. Sogno un mondo migliore,un mondo illuminato dalla luce della gioia. Il motore del battellino canta la sua canzone. Quando sorgerà il sole,saremo vicini a casa. A riva,tanti bambini ci aspetteranno. Ci faranno festa. Ci daranno il loro “jambo”(ciao,benvenuto). Quanto vorrei ancora essere là in mezzo a loro. Mi aspettate?