Salernitana ora basta, non ne possiamo più!

Maurizio Grillo

Ora non prendiamoci più in giro, la Salernitana è virtualmente retrocessa in Lega Pro. La sconfitta per 2-1 contro la Triestina nel posticipo di serie B costituisce una sentenza per i granata. Chi afferma che c’ è ancora speranza perché la matematica non ci condanna e la squadra è viva o è un inguaribile ottimista o ci prende in giro. Ennesima partita storta, con tutti gli episodi contro, come sempre d’altronde. Ma a volte i guai si vanno anche a cercare e la squadra granata, in tal senso, è maestra. Far tirare il calcio di rigore a Fava, che non vede più la porta nemmeno di casa sua, è stata una trovata geniale. Non sappiamo se la disposizione è arrivata dalla panchina o è stata iniziativa dei calciatori in campo, comunque è stato un errore. Poi il clamoroso gol mancato da Dionisi ha dato definitivamente il “la”, come spesso accade nel calcio, alla riscossa dell’avversario. Tutta qui la partita, con la Salernitana che parte bene e che mette subito sotto la Triestina. L’arbitro sembra quello giusto, perché finalmente al 20° concede un tanto sospirato penalty ai padroni casa: c’è un’incursione in area ospite di Merino, contrastato sullo slancio da Nef, che lo spinge. La stazza tra i due calciatori è totalmente opposta, ma la carica del difensore alabardato è altrettanto evidente. Qualche settimana fa l’arbitro avrebbe sorvolato, ma Romeo, dopo le lamentele sulle direzioni in settimana della società granata, non può farlo ed indica il dischetto. Fava tira lento e centrale, consentendo a Calderoni di fare bella figura. Gli ospiti provano ad impensierire senza successo Polito con Pasquato e Testini, con tiri fuori dallo specchio della porta. Si sta ancora imprecando al rigore parato, quando capita al 33° la palla ghiotta sul piede di Dionisi, che incredibilmente si divora un gol fatto. C’è una regola non scritta nel calcio: quella del gol mangiato, gol subìto e trattandosi di un episodio negativo non poteva sfuggire alla Salernitana. Azione personale di Siligardi al 34°, che si libera degli avversari e con un tiro abbastanza angolato batte Polito, nell’occasione un po’ appannato nei riflessi. Il colpo del Ko al 38°: è ingenuo Balestri ad abbracciare nella sua area l’esperto Godeas, che non si fa pregare per crollare a terra sulla trattenuta dell’avversario. Anche questo penalty ci può stare, come il precedente concesso ai granata. Testini non è Fava e batte imparabilmente l’estremo difensore granata. E’ la mazzata che stende definitivamente i padroni di casa e che li spedisce all’inferno. Ad inizio ripresa i tifosi pensano di mettere fine allo strazio, gettando oggetti in campo e sparando petardi, che costringono l’arbitro a sospendere la partita per qualche minuto. Alla fine vince il buon senso e si continua a giocare. Al 20°, capita sul piede sbagliato di Balestri, l’occasione per riaprire la gara, ma è strepitoso Calderoni che smanaccia con la punta delle dita in angolo. A questo punto i cori al ritmo di “olè” sono un chiaro modo di ironizzare da parte dei tifosi sulla prestazione della loro squadra. I granata hanno però ha una sferzata d’orgoglio con una bella incursione di Dionisi, che al 34° serve su un piatto d’argento a Caputo, subentrato poco prima all’inconsistente Fava, il pallone della rete che riaccende la speranza della Salernitana. A dire il vero, la possibilità del pareggio arriva al 38°: episodio dubbio in area ospite con Cozza, che tenta di incunearsi tra due avversari, ma viene trattenuto per la maglia da Gissi. Il fallo inizia fuori area, anche se si concretizza poi dentro la linea di demarcazione. Il calcio di rigore non è sacrosanto, ma ci può stare. L’arbitro non lo concede e addirittura ammonisce Cozza per simulazione. Tutto qui. Si spegne la luce non solo dei riflettori. La Salernitana resta ultima con 15 punti, mentre gli alabardati, grazie all’intera posta in palio conquistata, lasciano il terzultimo posto raggiungendo a quota 25 il Cittadella.