Gli angeli in tutte le religioni – 2^Parte

  don Marcello Stanzione

Nel suo rapporto con l’umanità, il mondo angelico è organizzato secondo tre gerarchie perfette. E’ lo Pseudodionigi che per primo nel quarto secolo seppe estrarre dalla Bibbia questa rivelazione. La prima gerarchia, la più elevata, è composta dai Serafini, dai Cherubini e dai Troni. Essi sono così vicini a Dio che ricevono direttamente da lui le sue volontà su di noi che essi comunicano alle gerarchie inferiori. Essi sono un po’ come i ministri per il re. La seconda gerarchia, composta dalle Dominazioni, dalle Virtù e dalle Potenze si occupano del modo generale con cui queste volontà saranno applicate sugli uomini. Essi sono come lo Stato Maggiore dell’esercito del re. Quanto alla terza gerarchia, quella degli angeli inferiori, essa esegue presso di noi i comandi di Dio. Essi sono come l’esercito del re, presente sul terreno di combattimento. E’ giustamente in ragione della loro natura inferiore che essi possono essere così vicini a noi. Questa gerarchia è composta dagli Angeli dell’ordine dei Principati, incaricati del destino generale dei popoli, dell’ordine degli Arcangeli che annunciano le più importanti notizie ed infine, degli Angeli custodi che si occupano di ogni singolo individuo in particolare. Si potrebbe descrivere allo stesso modo la gerarchia demoniaca, con la differenza, tuttavia, che essa è tagliata dalla sua sorgente, Dio. Lucifero, principe dei demoni, comanda un esercito la cui potenza non mira che a distruggere. San Paolo ci consiglia di non sottostimare la loro importanza nella nostra vita. Egli non esita a scrivere, rivolto a quelli che soffrono delle persecuzioni nella loro vita: “Non è contro degli avversari di sangue e di carne che voi dovete lottare, ma contro i Principati, contro le Potenze, contro i Reggenti di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti del male che abitano gli spazi celesti”. Nell’India antica esistevano delle famiglie di entità non umane, le une propizie, le altre di cattivo augurio. Tra gli umani raggruppati in caste e grandi dei come Shiva o Visnù, l’induismo ha moltiplicato le truppe di esseri intermediari sovente dirette da un capo: le Adita, i Vasu, i Rudra (delle divinità), le Brahmarshi (dei saggi), le Prajâpati (dei genitori), le Gandharva (dei musici celesti), le Apsaras (delle ninfe o naiadi), le Yaksha e le Yakshi (dei geni), le Vidyâdhara (dei detentori di incantesimi), poi ancora altre forze più ambigue come le Asura, le Dânava, le Daitya, le Pishâca, le Râkshasa, le Nâga (dei dragoni), le Bhûta (degli Esseri), ecc. La maggior parte di questi gruppi innumerevoli esistono maggiormente nei racconti mitici e non si possono propriamente parlare di angeli o di inviati di Dio nel senso in cui si utilizza questo termine nel giudaismo, il cristianesimo e l’islam. Il Libro dei morti tibetano, che conosce ai giorni nostri un grande successo, testimonia una concezione filosofica secondo la quale l’esistenza stessa dell’universo dipenderebbe dalla potenza dello spirito. Ad una certa tappa del periplo d’una persona deceduta che non è ancora completamente liberata appaiono alla sua coscienza ogni tipo di fenomeni luminosi e sonori. Questa persona vede anche apparire davanti ad essa le truppe di divinità pacifiche e di divinità corrucciate, di cui i buddisti riconoscono l’esistenza. “Non legarti a questi fenomeni, previene il libro, altrimenti continuerai ad errare in questi mondi sbagliati ai quali tu aspiri. Queste luci sono degli ostacoli alla liberazione. Tu non hai più nulla da temere dai suoni, dalla luce e dai raggi. Ti occorre solamente riconoscerli come delle proiezioni della tua mente. lasciali apparire e scomparire come non importa quale altro fenomeno di coscienza”. Conformemente ad una certa filosofia buddista, è tutto l’edificio cosmico, compreso questi esseri intermediari, che deva dapprima sprofondare per fare posto all’esperienza ultima. Zoroastro ha proceduto ad una riforma maggiore del politeismo indo-europeo che fioriva nell’antico Iran verso il VII secolo prima dell’era cristiana. All’uscita di questa riforma, un Signore Saggio (Ahura Mazda) fu promosso al rango di divinità suprema con ai suoi lati le sei entità astratte che sono la Giustezza, il Buon Pensiero, la Potenza, l’Applicazione, l’Integrità e l’Immortalità. Si chiama talvolta “arcangeli” la serie di entità che è così apparsa, benché non si tratti di messaggeri del Dio supremo. Questo gruppo di divinità è stato piuttosto chiamato così per analogia con gli angeli che si svilupperanno più tardi in Medio Oriente. Matteo 23, 31 ci dice che “tutti i santi angeli” accompagneranno Gesù quando ritornerà. Secondo Giovanni vi sono molto più di cento milioni di angeli nei cieli, e tutti saranno del viaggio. “Il loro numero erano delle miriadi di miriadi e delle migliaia di migliaia” (Apocalisse 5, 11) (Miriadi è uguale a diecimila, ). Gesù ha detto: “Poiché come il lampo viene dall’Oriente e si mostra fino in Occidente, così sarà l’avvento del Figlio dell’uomo” (Matteo 24, 27). Così tutte le tribù e gli abitanti della terra saranno testimoni di questo spettacolo straordinario. Paolo scriveva: “Poiché il Signore stesso, ad un dato segnale, alla voce di un arcangelo, e al suono della tromba di Dio, discenderà dai cieli ed i morti in Cristo risusciteranno per primi” (1 Tessalonicesi 4, 16).