Le realtà storiche del Medioevo cattolico

Maurizio Manzo
Il medioevo cattolico viene definito “Età della fede” fin tanto che il razionalismo cartesiano ed il meccanicismo non interruppero la costituita connessione dell’uomo con il divino. Lo storico delle culture G. Rattray Taylor rapportò tale periodo all’incrocio tra un ossario ed un manicomio. Infatti il medioevo cattolico è un Mondo permeato dalla violenza cronica, dove: avvengono incessanti battaglie tra nobili cavalieri; le crociate divengono “sante” e benedette dalla Chiesa, crociate durante le quali avvengono saccheggi, violenze, anche sessuali, contro gli infedeli, gli ebrei ed anche altri cristiani come nella “crociata albigese” lanciata da Papa Innocenzo III nel 1209 per annientare i Catari (comunità cristiana in cui le donne assumevano spesso il comando e sia donne che uomini s’ispiravano alla carità, alla non violenza, alla castità). Nell’era medievale gli “uomini di Dio”: dichiarano che le donne, da i cui corpi nasce la vita carnale (i figli) sono peccaminose; bruciano sui roghi le streghe che praticavano la medicina popolare praticata con erbe anziché salassi o altre cure eroiche praticate dai medici autorizzati dalla Chiesa; vengono tacciati di eresia tutti coloro che osano mettere in dubbio dogmi o l’autorità dispotica condannando questi allo sventramento o allo squartamento. Epoca in cui gli uomini spirituali predicano che tutto ciò deve essere accettato con pazienza nell’attesa di una vita migliore nell’aldilà. Un mondo da incubo in cui il dolore è onnipresente e viene pure esaltato, condannando tutti coloro che ricerchino nella vita un qualche piacere, perfino la danza fu proibita, anche dai riformatori come Calvino. Da ciò deriva l’esaltazione ed il massimo dell’erotismo dall’amore che reca sofferenza e dolore a causa dell’amato, si ricordano le storie di: Tristano ed Isotta, Eloisa e Abelardo. Tuttavia perfino in questo mondo strutturato sulla santa sofferenza, dove la donna è del demonio, i santi canonizzati cercano la loro salvezza con la mortificazione della carne, uomini e donne ancora trovano il modo di amarsi, di cantare, ridere, di far l’amore e regalarsi, invece che brutalità, amore e piacere e, grazie a loro siamo qui a parlarne oggi e per l’eterno futuro e …fino a quando questo mondo avrà forza per vivere.

2 pensieri su “Le realtà storiche del Medioevo cattolico

  1. Gentile Autore, trovo il Suo scritto molto bello ed estremamente interessante, specialmente nel punto in cui descrive la condizione della donna in epoca medievale. Anche oggi si osservano fenomeni di misoginia, e non occorre scomodare religioni e modelli culturali lontani dal nostro. L’uomo per conservare il potere usa spesso l’arma della paura, della superstizione. Eretico colui che prova ad usare il proprio intelletto. Da donna che nell’epoca di cui scrive avrebbe seriamente rischiato di non passare a miglior vita prima di essere arrostita per bene (il clichè è rispettato: femmina sui trentacinque anni mediamente colta e pure con un gatto per amico…), preferisco continuare a credere che la religione vissuta con consapevolezza e sincerità, sia fondata sull’ “Ama il prossimo tuo”, e non sullo scatenare paure ancestrali. Complimenti. Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  2. Un articolo così documentato, pur nella sintesi, si legge molto volentieri, perché la eventuale negazione dell’evidenza diventerebbe la negazione della ragione. Aggiungo di mio che Google, sezione libri, offre all’incredulo Fedele tanta bella documentazione storica che si può scaricare gratis in pdf e dove spicca quel bel libro ispirato di due Domenicani intitolato “Malleus Maleficarum” oltre che altre delizie quali “Le manuel de l’inquisiteur” di Eymerich. O si vuole negare il dato storico dell’esistenza di questi ispirati autori?
    Ho apprezzato soprattutto l’enfasi posta sulla figura femminile che patì maggiormente in questi secoli di orrore. Quale religione monoteista non ha sofferto o non soffre di misoginia?
    Con cordialità e stima,
    Salvatore Ganci

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