Picarielli: una storia inquietante

Aldo Bianchini

Il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Salerno Mario De Biase (il terzo della serie !!) ed altri personaggi spiana la strada ad alcune riflessioni che qualcuno, in questa città, deve pur fare sulla liceità dell’azione amministrativa che un “gruppo di politici e di funzionari” ha portato avanti in questi ultimi anni. Comincio con la riflessione più ovvia, il ringraziamento personale ai tanti colleghi che facendo la cronaca quotidiana mi consentono di elaborare i commenti e gli approfondimenti soprattutto di natura giudiziaria. Bisogna subito chiarire, quindi, che un rinvio a giudzio è un rinvio a giudizio anche se lo stesso potrà dare due esiti: assoluzione o condanna. Nel caso specifico della “vicenda Picarielli” stiamo parlando di un rinvio a giudizio conclamato dopo che alcuni giudici hanno indagato, acquisito carte e presunte prove ed infine deciso. Nella fattispecie deve essere registrato l’impegno di Filippo Spiezia (primo pm ad indagare), di Gabriella Nuzzi (secondo pm), di Rocco Alfano (terzo pm), di un GIP, ed infine del GUP Anna Maria Fattori. Dunque su Picarielli hanno indagato, studiato e deciso ben cinque magistrati. Da qui la convinzione che il rinvio a giudizio è una cosa seria e che, da oggi, dovremmo tutti incominciare a considerare meglio il lavoro comunque svolto dalla Nuzzi che fu “istituzionalmente” fermata dal Gip Gaetano Sgroia per le tre richieste di arresto a carico di De Luca e De Biase. Insomma, voglio meglio spiegare, se non c’erano gli estremi per l’arresto ci sono, però, per il rinvio a giudizio (mi riferisco al Sea Park ed MCM); così come ci sono tutti gli estremi per il rinvio a giudizio per la vicenda Picarielli che, dopo le travolgenti azioni del 2005, sarà stata studiata nei minimi dettagli; almeno voglio sperare. Non intendo entrare nel merito della vicenda giudiziaria ritenendo che è necessario aspettare l’esito processuale. Ma delle osservazioni vanno fatte. Dalla cronaca dei colleghi giornalisti leggo che alcuni funzionari del comune sono stati rinviati a giudizio per “falso” in attestazioni pubbliche. Vale a dire, se ho ben capito, che i predetti avrebbero falsificato alcune certificazioni per avallare la liceità delle licenze e delle varianti per la costruzione dei 400 alloggi. Secondo una prassi, anche ben consolidata nel pubblico impiego, un funzionario infedele andrebbe subito sospeso cautelativamente in caso di rinvio a giudizio conclamato, nell’attesa di ridargli funzioni e stipendio non appena si dovesse concludere felicemente la brutta vicenda. Questo il Comune non l’ha fatto, anzi ha fatto ben altro. Non si è costituito parte civile contro gli imputati che avrebbero probabilmente potuto mettere in atti atteggiamenti dannosi contro la pubblica amministrazione dalla quale tuttora dipendono. Ed è proprio l’atteggiamento del Comune che dovrebbe indurre tutti ad una nuova riflessione: “I funzionari avrebbero commesso i falsi di propria iniziativa o perché a tanto indotti da un altro personaggio?” . Il processo dovrà dare giuste risposte alle tante domande, proprio perché i processi servono a questo, i giudici fortunatamente non hanno disponibile la deprecabile pratica della tortura e fanno quello che la legge consente. Insomma lo zoccolo duro dell’inchiesta è solo questo. Un’ultima riflessione la riservo per uno dei rinviati a giudizio: “Fausto Martino”. Questo caso dimostra come la giustizia talvolta sia davvero uguale per tutti anche per chi, come Fausto, viene da molti indicato come la “gola profonda” di quelle quattro-cinque inchieste che stavano per travolgere De Luca, De Biase e l’intero comune di Salerno. Qualcosa probabilmente non ha funzionato nel rapporto Procura-Martino; del resto basta leggere alcune delle intercettazioni diaboliche messe in atto dalla stessa Procura sull’utenza cellulare di Martino (caso Sea Park), nei giorni 5.5.2004 e 5.1.2005 per capirne di più. In pratica la collaborazione con i magistrati o c’è o non c’è; se si convincono che non è completa e definitiva ti puniscono duramente e, forse, anche giustamente. Alla prossima.