Regionali: de Cristofaro, Sinistra Ecologia Libertà “2010 con 2 milioni di disoccupati”

Nella premessa al mio programma elettorale ho affermato l’importanza di non credere alla “favoletta”, diventata a questo punto davvero poco credibile, del “tutto va bene”. Nel mese di dicembre, che ci siamo da poco lasciati alle spalle, infatti, il tasso di disoccupazione è salito all’8,5%, secondo i dati ISTAT, significa che attualmente gli italiani senza lavoro sono 2.138.000, ben 57.000 in più rispetto agli inizi dello stesso anno. Su tale percentuale, poi, la disoccupazione giovanile incide del 29,2% con un incremento di 7.000 unità sul numero precedente.  La lettura di queste cifre è maggiormente esplicativa rispetto a qualsiasi opinione in merito e dovrebbe finalmente far svegliare dal sogno di una ripresa imminente, che come la bacchetta magica della fata di Pinocchio, metta tutto a posto e ci faccia ridiventare uomini e donne, e non burattini senza valore sulla cui vita si può giocare. Io… Azienda Fiat, più volte salvata nel corso della storia dal Governo Italiano, ritengo che alcuni stabilimenti non sono produttivi? Ebbene un colpo di spugna e via, li chiudo. Il problema è che non solo la grande azienda italiana per antonomasia sta adottando questi sistemi, ma molte altre aziende che non riuscendo a contenere i costi non ci pensano due volte a contribuire alla disoccupazione. D’altronde l’inizio lo ha dato proprio lo stato, quando ha  iniziato a razionalizzare i propri comparti, chiudendo plessi scolastici con un numero non considerevole di alunni, mandando a casa un bel numero di precari della scuola, chiudendo le Procure che non sono ritenute indispensabili e quindi concentrando il personale in altre, anche in questo caso non ci sarà più bisogno di precari, razionalizzando una sanità che ha sempre meno personale e che deve sopperire al lavoro che invece è considerevole (perché per fortuna c’è ancora chi crede che salvare vite umane è importante) con turni di lavoro continui molto oltre le otto ore giornaliere. L’elenco potrebbe diventare infinito di questo vero e proprio dissesto economico, un tunnel alla fine del quale non sembra vedersi nessuna luce. Il problema, scusate la banalità, è il solito serpente che si morde la coda, un’economia non virtuale, ma reale è formata da una catena di soggetti economici che interagiscono tra di loco, e per fare ciò questi stessi soggetti devono avere una buona salute. Questa buona salute arriva da un flusso di denaro che li sostiene nella quotidianità dell’impresa. Non serve dire agli artigiani e alle piccole aziende, pagherete meno tasse, perché ciò non li aiuta a pagare le spese di esercizio e gli stipendi alla fine di ogni mese. Una legge ad hoc dovrebbe imporre in qualche modo alle Banche di ritornare a concedere FIDI, di diventare nuovamente le strutture economiche a fianco dell’azienda e non le casse di approvvigionamento per investimenti speculativi, evitando anche in questo caso le discriminazioni tra nord e sud, perché se ancora l’artigiano del nord può avere la fiducia delle sue banche, quello che fa azienda al sud non può vedersi concedere, nella maggior parte dei casi, questo privilegio, perché le stesse banche (sempre del nord) hanno stabilito che la maggior parte degli imprenditori meridionali sono dediti all’illegalità e quindi gli eventuali fidi sono concessi solo a coloro che risiedono al nord di Roma. Un’azione forte in tal senso deve essere fatta anche da un Governo Regionale, perché parlare di lavoro solo per piangere su una situazione insostenibile non serve a nessuno, operare invece affinchè rifiorisca l’artigianato e la piccola impresa, quella familiare che ha sempre retto le sorti dell’Italia, significa realmente ritornare e far mettere in moto un’economia, che, avendo più entrare e meno sofferenze debitorie, pagherebbe molto volentieri le tasse e altri servizi, ristabilendo l’equilibrio tra: Imprenditoria, Stato e lavoro.