Vita da clandestini

Alfonso Angrisani

Continuando il nostro viaggio  nel variegato mondo della immigrazione, nel presente articolo attraverso tre testimonianze parliamo delle vicissitudini che interessano i tanti cittadini extracomunitari che vivono nel nostro paese  privi di titoli di soggiorno  ovvero dei clandestini, etichettati soggetti pericolosi da parte di alcuni, vedendoli da vicino ci troviamo di fronte a soggetti innocui incapaci di fare del male a nessuno  poveri disgraziati barbaramente sfruttati dalla criminalità organizzata. La prima testimonianza viene resa da Iryina ventiquattrenne ucraina, ragazza bellissima, bionda carnagione chiara, occhi cerulei, dai modi gentili, la conobbi presso lo sportello immigrati dove esercito la mia assistenza ai tanti lavoratori e lavoratrici extracomunitari  a cadenza settimanale da diversi mesi a questa parte, la bella ragazza dell’est garantendole l’anonimato ha deciso di raccontarci con le proprie parole la sua esperienza di clandestina: “Sono arrivata in Italia con visto turistico nel Marzo 2006 dopo una settimana di pullman partendo dalla Ucraina  sono originaria di Lviv (Leopoli) arrivai da una cugina che vive a  Napol , dopo i tre mesi  il visto scadeva e diventai illegale, trovare lavoro per me era diventata un’ impresa ardua, riuscivo a sostituire qualche mia connazionale regolare in ferie, oppure lavoravo come badante a nero per circa 400, 00 euro mensili giorno e notte tranne giovedì e domenica,  finalmente arrivava il decreto flussi 2007, feci presentare la domanda, previo pagamento e credevo che avrei risolto il mio problema nel giro di qualche mese, purtroppo, il tempo era passato  senza ricevere una risposta, rimasi senza soldi e senza lavoro, avevo la necessità d i mandare qualche cosa a casa , un amico mi propose di lavorare presso un suo locale un club prive di una località vicino Salerno , lavoravo tutte le notti ad eccezioni del lunedì e del martedì il mio lavoro iniziava alle ore 21:00 e terminava alle 03:00 circa, ero clandestina e mi toccava una paga di euro 100 la sera, volevo cambiare vita, finalmente venne occasione delle regolarizzazioni del settembre 2009 dove ebbi modo di  presentare una domanda per un lavoro serio ….Dopo Iryna a raccontarci la sua esperienza è  Simohamed di nazionalità marocchina: Sono cittadino del Marocco, ho 26 anni sono musulmano sunnita, per venire in Italia ho fatto un giro lunghissimo, partendo la Spagna, attraversai la Francia, viaggiando clandestinamente a bordo di un tir per diversi giorni in compagnia di altri immigrati (marocchini, algerini) con una sola bottiglia di acqua nel caldo di maggio giunsi direttamente da mio cugino che viveva ad Eboli , ho lavorato nei campi dalle 05:00 di mattina fino alle 18:00 della sera ho vissuto in una casa di lamiera, mi spostavo con la bicicletta e qualche volta ho rischiato la pelle, diventa difficile trovare medico e diventa difficile capire i documenti italiani, ho paura della polizia e dei signori  che ci pagano, lo stato Italiano ci tratta male, solo qualche prete e qualche sindacalista coraggioso ci offre sostegno. Infine decidiamo di concludere con un cittadino eritreo trentanovenne che si chiama  Hamid avente il permesso di soggiorno per motivi umanitari. “Vivo in un paese in guerra, ed ho potuto dopo diverso tempo aver un permesso di soggiorno per motivi umanitari, oggi finalmente lavoro come panificatore nell’Agro Nocerino Sarnese, mi sento realizzato, ho dovuto pagare tre viaggi uno dall’eritrea al Ciad, uno dal Ciad alla Libia ed uno dalla Libia all’Italia. La cosa brutta che in Libia il viaggio lo abbiamo pagato alle gendarmeria, invito il Governo Italiano a rivedere i rapporti con il paese comandato da Gheddafi. Il viaggio in mare è stato traumatico sono passato per Lampedusa e non vi dico ….. sono stato trattato come una bestia dalle diverse autorità, peccato che c’erano tanti bambini, mi auguro che le cose cambino per gli altri. Con la testimonianza di Hamid abbiamo concluso un breve assaggio della vita da clandestini, invito tutti a non soffermarsi superficialmente sulle apparenze e non fare confusione come fanno in molti tra clandestino e delinquente . 

 

Un pensiero su “Vita da clandestini

  1. sono pienamente saccordo con quanto sopre ,c’è ancora molta strada da fare.Le motivazioni di ognuno di loro ci fà riflettere, spesso ci troviamo impotenti di fronte ad una realta come i clandestini nel ns paese. La criminalità fa da padrone più lo stato e assente più la criminalita gestisce anche quelgli aiuti che arrivano da ognuno di noi tramite lo stato.Spero che quando prima vengano approvate le ggi che diano dignità e benessere a tutte le persone oneste. Un grazie a tutte quelle persone che offrono la loro disponibilità. Suriano Maria Teresa.

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