Il pensiero magico ed il pensiero superstizioso

Giovanna Rezzoagli

Si può definire il pensiero come la fondamentale attività psichica,  comprendente le capacità di riflessione, di ragionamento, di immaginazione, di astrazione. Nettamente distinto dall’intelligenza e dalla coscienza, il pensiero permette la comunicazione con il mondo esterno e con il proprio mondo interiore. Come tutte le attività mentali, anche il pensiero può deteriorarsi sia nelle sue caratteristiche strutturali  come in quelle che formano il suo contenuto. Esempi di disturbi della produzione del pensiero sono costituiti dalla dissociazione del pensiero (idee scisse le une dalle altre) e dal rallentamento del pensiero ( come avviene nelle forme di demenza, specie nelle fasi iniziali), mentre costituiscono gravi disturbi del contenuto del pensiero i deliri ( ideazioni prive di riscontri oggettivabili nella realtà, ma assolutamente vere per il soggetto, sono spesso presenti nelle patologie schizofreniche). Questa premessa si rende necessaria per comprendere come questa facoltà che l’uomo condivide con molte altre creature viventi, probabilmente con tutti gli organismi dotati di struttura encefalica, sia complessa e delicata. Esistono molte distinzioni tra le varie tipologie di pensiero, tra cui le più note a livello divulgativo sono sicuramente costituite dal  pensiero logico  e dal pensiero irrazionale . Il primo utilizza prevalentemente gli strumenti logico-razionali per decodificare prima e codificare poi i messaggi provenienti dal mondo esterno e dal mondo interiore, il secondo è prevalentemente fondato sulla delegittimazione della logica sostituendo ad essa l’aleatorietà per decodificare prima e codificare poi gli stimoli percettivi. Ovviamente tutti noi utilizziamo ambedue i sistemi ideativi, con preferenza però verso l’uno o l’altro in proporzioni molto variabili da individuo ad individuo ma anche a seconda della fase di sviluppo in cui ci si trova e dal grado di maturazione raggiunto. E’ del tutto naturale che un bimbo utilizzi prevalentemente il pensiero magico, perché ancora sprovvisto delle acquisizioni che potranno poi permettergli, da adulto, inferenze logico deduttive. In parole povere è assolutamente normale che un bimbo di pochi mesi pianga se la mamma non è nel suo campo visivo, per lui equivale a pensare che non esista, ad un anno di vita avrà appreso che la sua mamma esiste anche se lui non la vede. I bambini apprendono con ritmi diversi, occorre tuttavia tener conto della loro enorme capacità di osservazione e di memorizzazione, ecco perché non è mai un buon intervento pedagogico rispondere evasivamente o con piccole (o grandi) bugie alle loro domande. Negli adulti un ricorso continuativo al pensiero magico è sintomatico di un desiderio di onnipotenza e di controllo della realtà, capace di alleviare le tensioni e le frustrazioni dell’acquisizione dei propri limiti. Per molti studiosi il pensiero magico è sovrapponibile al pensiero superstizioso . La superstizione è la credenza, o l’insieme delle credenze, assolutamente priva di fondamento razionale, ma accolta da un soggetto ed inglobata nel comportamento in manifestazioni di tipo ossessivo compulsivo. In generale si può dire che è ogni atto al quale si attribuisce il potere, misterioso e irrazionale, di favorire un evento positivo o di scongiurarne uno negativo. Quando un soggetto adotta un comportamento superstizioso si aspetta che l’atto influenzi gli eventi futuri. Il contesto della superstizione è quindi composto da due elementi indipendenti: da una parte c’è la persona che ripete lo stesso atto, dall’altra c’è l’evento atteso il quale si verifica un certo numero di volte, alcune delle quali saranno coincidenti con il gesto superstizioso. Queste poche volte saranno scambiate come prova dell’esistenza di una relazione di causa-effetto. Quando una persona si trova di fronte a situazioni che non riesce a controllare o ad accettare, può scivolare nelle spire del pensiero superstizioso, ciò è tanto più vero quanto maggiore è la condizione di disequilibrio interiore in cui ci si può trovare. E’ il meccanismo perverso che molti soggetti privi di morale e di scrupoli utilizzano per condizionare le persone, sfruttando le loro paure e le loro debolezze. E’ la base su cui fondano la loro fortuna i “professionisti” dell’occulto e, più in generale, coloro che utilizzano i timori e le speranze delle persone per consolidare il proprio potere personale e per validare la propria autostima. Uno stimolo di riflessione per imparare a filtrare in modo più critico i contenuti che ci giungono da chi ci circonda, tenendo conto che sulla nostra fragile psiche hanno molta più influenza i messaggi che fanno leva sulle nostre paure piuttosto che sulle nostre speranze.