La Stele di Rosetta & The Rosetta Project

Patricia Luongo

La Stele di Rosetta è un importante ritrovato archeologico rinvenuto alla fine del 1700, il quale ha dato l’opportunità agli studiosi dell’epoca di decodificare i geroglifici egiziani. Un importante passo verso la storia passata. La Stele è una pietra di granito alta circa 114 cm e larga 72 cm, inoltre possiede l’incisione di tre lingue: in geroglifici, egiziano demotico e greco, e la loro posizione sulla Stele è dall’alto verso il basso. Interessante e travagliata è la storia di questa Stele. E’ stata incisa nel 196 a. C., il contenuto dell’iscrizione è un decreto emesso in occasione del primo anniversario dell’incoronazione del Faraone Tolomeo V Epifanie. Il decreto narra di tutti i benefici che il Faraone a reso nel suo paese. E’ stato deciso che tale iscrizione doveva essere incisa in tre lingue diverse: i geroglifici, la lingua degli Dei; il demotico, la lingua del popolo; e in greco. E’ stato grazie a Napoleone Bonaparte, il quale aveva organizzato una spedizione in Egitto, che vene ritrovata la Stele di Rosetta. Napoleone desideroso di colpire il predominio dell’Impero Britannico nel Mediterraneo organizza una spedizione in suolo africano. Il Condottiero francese desiderava aprire un cammino verso le Indie. Era il 17 maggio 1798 quando parti da Tolone. Era a commando di una grande flotta, alla volta di Malta, prima di raggiungere l’Egitto. Napoleone riuscì a realizzare i suoi propositi in un primo momento. In seguito dovette affrontare una scottante sconfitta ad Abikir da parte del suo eterno nemico l’Ammiraglio Horatio Nelson. L’Ammiraglio inglese distrusse la flotta francese segnando così il declineo della spedizione francese. Napoleone in tale spedizione africana aveva condotto con sé 175 scienziati, con lo scopo di approfondire le conoscenze francesi riguardo la storia mediorientale. Fu in questo periodo che il capitano francese Pierre-François Bouchard ritrovò la Stele di Rosetta. La Stele venne trovata in una città portuale dl delta del Nilo nota allora come Rosetta, l’attuale Rashid. Era il 15 luglio 1799. In realtà il Capitano francese era l’ufficiale che dirigeva le truppe del genio militare che avevano il compito di creare una fortificazione. Fu un soldat, a cui identità è tuttora ignota, che ritrovò la pietra scura di granito. Il Capitano Bouchard intuì l’importanza della scoperta e la rese nota al Generale Abdllah Jacques de Menou. Il Generale fece trasportare la Stele all’Istituto, era il mese di agosto dello stesso anno. Era il 1801 quando i Francesi furono costretti ad arrendersi agli Inglesi. Nacque una disputa scientifica tra vinti e vincitori. I Francesi reclamavano i diritti dei ritrovati scientifici, mentre i Britannici li consideravano logicamente bottino di guerra in nome di sua Maestà Britannica George III. In seguito Etienne-François Geoffroy Saint-Hilaire scisse una lettera al diplomatico britannico William Richard Hamilton. In tale lettera lo scienziato francese minacciava il diplomatico inglese di bruciare tutte le loro scoperte, usando come paragone la perduta Biblioteca di Alessandria. Gli Inglesi si arresero e inoltre chiesero l’abbandono dei francesi dei monumenti ritrovati. Nonostante gli accordi presi i Francesi cercarono di nascondere la Stele di Rosetta in una nave. Il loro ultimo tentativo falli. Ai francesi fu concesso di avere le riproduzioni che avevano fatto precedentemente, prima di partire per Alessandria. La Stele fu portata in Inghilterra e in seguito venne presentata al British Museum. Era il 1802. Sin da quel momento il reperto linguistico trovato in suolo africano è custodito al British Museum. Sulla Stele di Rosetta vennero fatte altre incisioni dipinte di bianco. Nella fiancata destra della Stele troviamo scritto:”Presentata da Re George III”; mentre sulla fiancata sinistra troviamo inciso “Catturata in Egitto dall’Esercito Inglese nel 1801”. Ad eseguire la decodificazione della Stele fu lo studioso francese Jean-François Champillon nel 1822,, mentre Thomas Young aveva già compito importantissimi passi nella decodificazione dei geroglifici egizi. The Rosetta Project, è un innovativo ed ambizioso progetto ideato dagli studiosi prendendo spunto dalla Stele di Rosetta. In questo progetto collaborano specialisti linguistici e collaboratori di madrelingua di tutto il Mondo con l’intento di realizzare una versione moderna della Stele di Rosetta. Lo scopo di tale lavoro è quello di archiviare circa 1400 lingue a rischio d’estinzione. Con questa iniziativa si spera di sviluppare e distribuire uno strumento linguistico che possa dare la possibilità,in futuro, di recuperare e salvare le lingue che potranno trovarsi in pericolo d’estinzione. Inoltre questo piccolo disco è un oggetto che rappresenta l’immensa diversità linguistica dei linguaggi imani esistenti in questo pianeta. The Rosetta Project è un progetto promosso dalla Long Now Foundation. L’obiettivo di questo lungo ed elaborato lavoro è quello si salvare le lingue a rischio attraverso l’archiviazione di traduzioni, materiali informativi e progetti di alfabetizzatone. Gli studiosi sono sostenuti dalla Standford University, questi hanno il compito di mettere insieme tutti i materiali linguistici raccolti al fine di tale obiettivo. Molti privati e volontari collaborano a questa particolare iniziativa. L’ambizione del progetto consiste nell’iniziativa di garantire al database, che raccoglie tale materiale, la massima longevità possibile. Ciò è possibile realizzare grazie a un piccolo disco che porta con sé la memoria di questo complesso lavoro linguistico sia nel tempo che nello spazio. Il database del Rosetta Project possiede 2.376 documenti tra pagine singole individuali raccolte, contributi volontari e linguaggi censite e, sono state citate circa 404.451 parole. Nelle zone limitrofe di questo disco è stata incisa l’origine geografica di ciascuna delle lingue registrate, inoltre c’è la traduzione dei primi capitoli della Genesi in otto lingue, le otto lingue principali della Terra. In questo disco sono presenti anche delle immagini incise con i raggi laser. Tutto questo materiale linguistico raccolto è riportato in una spera infrangibile di nichel che dovrebbe conservare, proteggere e trasportare il database nei secoli e nello spazio. Il disco utilizzato per questo progetto senza precedenti è fatto a base di una lega di nichel ed ha un diametro di 5,08 cm, si stima che dovrebbe aver una durata di 2000 anni. Uno dei database incisi si trova già nello spazio e viaggia a bordo di una sonda europea, la quale continuerà a gravitare intorno al Sole. Inoltre un certo numero di dischi viene distribuito in uno speciale contenitore protettivo sia ad istituzioni interessate che a privati. Lo scopo è quello di conservare e proteggere la testimonianza linguistica terrestre caso un giorno una calamita possa distruggere la civiltà e la cultura del globo terrestre. Tale progetto promosso dalla Long Now Foundation non si limita al database destinato di rimanere in orbita. Altri obiettivi, già in fase di elaborazione, sono un monumentale manuale di riferimento cartaceo ed un archivio online in continua espansione. The Rosetta Project sta realizzando anche altri gruppi ricerca linguistica presso: la Standford University, Berckley University, alla Libreria del Congresso a Washington D.C e all’American Summer Institute of Linguistics di San Francisco. Il governo egiziano ha chiesto al Regno Unito la restituzione della Stele di Rosetta nel luglio del 2003. In tale occasione il Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità del Cairo, Zahi Hawass, dichiarava alla stampa le seguente affermazione: “Se gli inglesi vogliono essere ricordati, se vogliono ripristinare la loro reputazione, dovrebbero restituire volontariamente la Stele perché è l’icona della nostra identità egiziana.”

Un pensiero su “La Stele di Rosetta & The Rosetta Project

  1. Articolo interessante e documentato. Desideravo sottolineare che la comprensione dei geroglifici era già nota a Thomas Young, uno degli Uomini di Scienza più eclettici che siano mai esistiti ben prima di Champollion. L’epitaffio sulla tomba di questo venerando uomo (Thomas Young) riferisce che fu il primo anche nell’avere compreso la natura periodica della luce.
    Cordialità
    Salvatore Ganci

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