Passo dopo Passo

Patricia Luongo

 Attualmente  esistono molte associazioni e fondazioni che si interessano e si impegnano nella salvaguardia delle lingue e delle culture, nella protezione dei beni culturali e nella difesa dei Diritti Umani. Terralingua, Unesco, SOAS, Lisbet Rausing Charitable Found, sono solo alcune delle tantissime organizzazioni e fondazioni internazionali, che si occupano con molto impegno alla difesa di questo inestimabile patrimonio storico-culturale e i loro studiosi e ricercatori si snodano in tutto il mondo. Gli amministratori della LRCF, Lisbet Rausing Charitable Found, Lisbet Rausing, Peter Baldwin  e Sigrid Rausing si dedicano alla protezione dell’ecosistema  e delle tradizioni culturali, alla naturale diversità e ai diritti umani. Questa fondazione sostiene e finanzia la ricerca e la salvaguardia dei beni culturali. Supportano i musei, archivi e le università che si impegnano per la salvaguardia dei materiali di ricerca culturale. Promuovono, inoltre, i diritti umani e sostengono finanziariamente i vari progetti di studio e di ricerca dislocati per il mondo.La SOAS, School of Oriental and African Studies di Londra, ha dato vita ad un’iniziativa denominata The Hans Rausing Endangered Languages Project, tale progetto è finanziato dal Lisbet Rausing Charitable Found. Tale progetto è stato inaugurato nel 2003, si suddivide in tre obbiettivi ben distinti e precisi. Il primo è l’Endangered Languages Documentation Programme, che si interessa nella documentazione, per tale programma è stato sovvenzionato circa 15 milioni di sterline a favore dei ricercatori linguistici che si impegnano nella raccolta d’informazioni su circa un centinaio di minoranze linguistiche che sono in pericolo d’estinzione. Il secondo progetto è l’Endangered Languages Academic Programme, il quale di occupa esclusivamente della formazione e preparazione dei linguistici che devono intraprendere questo tipo di lavoro. Il terzo ed ultimo progetto è l’Endangered Languages Archiving Programme, il quale ha per obbiettivo la realizzazione di un archivio digitale per conservare tutte le informazioni raccolte. L’ Endangered Languages Documentation Programme attualmente finanzia circa una cinquantina di gruppi di ricercatori linguistici in tutto il globo. Questi ricercatori hanno il compito e l’impegno  di documentare ogni fase del loro lavoro con registrazione audio e video, con interviste ed infine con la realizzazione di una grammatica e di un vocabolario delle varie minoranze linguistiche  materia dei loro studi. In Australia, il team di ricercatori dell’Università di Sidney, guidati da Miriam Corris sono arrivati quasi al temine della realizzazione  di una grammatica barupu, lingua parlata da circa due mila individui in Papua Nuova Guinea. Altri risultati incoraggianti riguardante questo complesso lavoro di recupero e di salvaguardia delle minoranze linguistiche sono ad esempio le Lingue Risorte. L’Ebraico per centinaia di anni è sopravvissuto solo nella forma scritta. Altri esempi sono il Maori e l’Irlandese. L’ultima persona che parlava il linguaggio Manx è scomparsa nel 1974. I residenti dell’Isola di Man attualmente  continuano studiare  la loro lingua madre con lo stesso impegno che studiano l’inglese. Una valida soluzione, da essere presa in considerazione, è il bilinguismo. Ciò favorisce la sopravvivenza delle lingue che corrono il rischio d’estinzione perché allo stesso tempo che i vari popoli autoctoni  studiano sia la loro lingua madre che la “lingua dominante”.Questi primi importanti risultavi positivi non bastano, esistono altre lingue che attualmente  corrono un serio pericolo tra queste ci sono il Defeka, il Dyribal e l’Eyak. Il Dyribal è un idioma prossimo all’estinzione, viene parlato da pochissimi aborigeni australiani nella zona sud-est del Queensland. Si stima che nel 2001 erano solo cinque anziani a parlare il Dyribal della sua forma tradizionale, mentre sono una cinquantina di individui tra i 34 ed i 59 anni a parlare una forma più semplificata di questa lingua morente. Questi individui sostituiscono molte parole in inglese, la traduzione però non mantiene il significato preciso della loro lingua madre.  Il Defeka, noto anche come Afakani, sono un gruppo etnico composto da pochi individui  che sono situati nella zona sud-occidentale della Nigeria. In Nigeria esiste un elevato numero di minoranze linguistiche, sono circa 515 linguaggi. L’Eyak in passato era una delle lingue parlate nella zona sud-centrale dell’Alaska. Attualmente questo idioma nativo dell’Alaska viene parlato solamente da una persona. L’ultima persona a parlare l’Eyak vive ad Anchorage in Alaska,  si tratta di  Marie Smith che è quasi novantenne. Il  linguista Micheal Krauss sin dagli anni ’60 lavora  assiduamente per preservare questa lingua del Nord America.Questo impegno intrapreso da molti studiosi sta dando i suoi primi risultati ma il problema ancora è molto vasto. Si possono prendere in considerazioni vari elementi per mantenere  vive le minoranze linguistiche a rischio. E’ importante favorire  l’uso delle lingue madri  soprattutto nell’ambito scolastico, creare e realizzare grammatiche e vocabolari per preservare le conoscenze linguistiche. E’ importante anche l’incontro tra i giovani e gli anziani che possono trasmettere il loro bagaglio linguistico e culturale alle nuove generazioni. Sono piccoli accorgimenti che possono fare la differenza e preservare il futuro di queste lingue in via d’estinzione. Salvarle significa salvare ciò che è il mondo e ciò che siamo ciascuno di noi nella propria individualità