Regionali:de Cristofaro “Diciottenni, via da casa, irreale Brunetta!”

La nuova proposta del Ministro Brunetta, una burla mediatica o sconcertante realtà? Sperando che la proposta del Ministro Brunetta sia una burla mediatica riflettiamo sulle  eventuali conseguenze di una legge che al compire dei diciotto anni, manda via di casa i giovani verso un destino ignoto che non si sa chi dovrebbe assicurare, visto che in barba agli articoli costituzionali l’Italia non appare più come una “Repubblica fondata sul lavoro”,  anzi proprio perché un palazzo si regge dalla fondamenta e in questo caso le stesse  sono da lungo tempo traballanti, rischia di venir giù tutta l’impalcatura. La cosa che sconcerta è che nonostante abbiamo agli Enti preposti, politici e non,  fior fiore di specialisti, pare che nessuno sappia come fare per porre ripari, o almeno provare a riparare le ampie crepe.  A questo punto se partiamo dal concetto che gli specialisti sono competenti,  che i politici al governo sono persone che fanno di tutto per assicurare la ripresa e la staticità della struttura  Italia.  Scusate, ma allora se tutti fanno il proprio dovere al massimo,  è il sistema italiano che ormai sta crollando definitivamente,  come un palazzo che nessuno ha ristrutturato nel tempo,  cui nessuno ha passato una bella mano di vernice, di quelle concrete che portano l’edificio al suo vecchio splendore. E in queste condizioni, una  legge vorrebbe  mandare i giovani a camminare, proprio tra le scale e i pianerottoli oramai decadenti?  Chiedo perdono per aver ironizzato su quella che dovrebbe essere valutata più vicina alla tragedia, che allo sberleffo.  Un ragazzo diciottenne di oggi senza nessuna specificità e competenze, senza nessuna possibilità di avvicinarsi ad un mondo del lavoro che al contrario  oggi ha bisogno di tali competenze, come può fare a mantenersi fuori casa, a pagare le bollette sempre più care? E’ necessario partire da un progetto precedente, da qualche cosa che faccia si che i giovani possano guardarsi intorno e trovare  almeno una possibilità lavorativa per poter dignitosamente sopravvivere  fuori dal nucleo familiare, cosa che oggi non mi sembra possibile, considerato che anche i lavori precari sono oramai cancellati dal mondo del lavoro e se prima si gridava: “Non voglio essere precario”, ora si grida: “Ridatemi il posto da precario”.  Ma a parte tali considerazioni ritengo sia molto grave che la norma in uno stato democratico pensi di entrare nel privato, perché se oggi sono i diciottenni a essere presi di mira, domani potrebbero essere coloro che hanno caratteristiche che possano non piacere e potremmo continuare a lungo. Se la legge entra nel privato per difendere la persona in caso di violenza, di mobbing, di stalking  e così via, va bene, ma se si vuole riferire ad una sfera degli affetti e degli equilibri familiari, allora dobbiamo sul serio preoccuparci e voltare pagina.