Processi brevi

Angelo Cennamo

Il ddl sul c.d. processo breve è passato al vaglio del senato tra le proteste dell’opposizione, che giudica il provvedimento ad personam oltre che anticostituzionale. La maggioranza, dal canto suo, difende il testo ritenendolo, se non altro, migliorativo rispetto alla vecchia bozza della senatrice del Pd Finocchiaro, che nella scorsa legislatura aveva presentato un disegno di legge fotocopia di quello attuale. Anzi, a dire il vero, nel testo della Finocchiaro la brevità del processo era ancora più marcata, e regolamentata anche per la fase delle indagini preliminari. Ma non è questo il punto. Il centro destra pensa che il ddl, presto al voto della camera, servirà a ridurre i tempi biblici dei processi penali, evitando che molti reati cadano in prescrizione prima del loro effettivo accertamento. L’intento sarebbe anche nobile, ma la ratio lo è un pò meno. E se, come si dice, tutti i processi, d’ora in poi, saranno sì brevi, ma non così rapidi come paventa l’anm, quelli di Silvio Berlusconi si accorceranno fino a scomparire del tutto. “Contro di me” – ha detto il premier – ” c’è un plotone di esecuzione”. Il cavaliere non ha tutti i torti; nessuno come lui ha subito un’offensiva giudiziaria così massiccia ed asfissiante. I recenti casi di Gava, Mannino, Del Turco, ma anche dello stesso Berlusconi nel processo Sme, ci confermano, del resto, come certe procure possano devastare l’onore e la credibilità di certi politici, rovinandone per sempre la carriera e talvolta la vita stessa. Ricondurre la magistratura ad un ruolo più equilibrato rispetto agli altri poteri dello Stato diventa così una priorità alla quale è necessario far fronte per impedire che la storia venga scritta nelle aule giudiziarie, piuttosto che nelle urne elettorali. Il Lodo Alfano, bocciato dalla consulta, sarebbe stata una buona soluzione al problema. I processi contro le più alte cariche dello Stato, e con essi i termini di prescrizione dei relativi reati, sarebbero rimasti sospesi fino alla scadenza dei mandati, per poi essere ripresi a fine legislatura. Altre soluzioni equipollenti sono tuttora al vaglio dei partiti, alcune di queste condivise anche dalle forze di opposizione. Prevedono, per i parlamentari, un’immunità a tempo determinato, ristabilendo quel separatismo concepito dai padri della costituzione allorchè fu concesso ai pm il privilegio, tutto e solo italiano, di essere del tutto autonomi ed indipendenti, svincolati dal potere esecutivo.  Di tutt’altra specie è il ddl approvato dal senato. Le norme in questione, infatti, non spostano nel tempo i processi, nè quelli a carico dei politici, tanto meno quelli a carico delle persone comuni, ma semplicemente ne abbreviano la durata. Il tanto discusso processo Mills, nel quale il premier è imputato per corruzione in atti giudiziari, con l’entrata in vigore della nuova legge, non verrebbe congelato fino al 2013, ma finirebbe dritto al macero. Berlusconi e i suoi alleati pensano che questo sia un bene. Noi, invece, crediamo sia un male, per il cavaliere e per la giustizia in senso lato. Berlusconi non merita accanimenti giudiziari, ma non ha il diritto di vedersi cancellare i processi a suo carico. Il Cavaliere deve poter governare senza interferenze, questo sì, ma poi non gli si dovrà negare la soddisfazione di vedersi assolto da ogni accusa.  

 

Un pensiero su “Processi brevi

  1. Sottoscrivo in toto i principi espressi nel tuo articolo, caro Angelo.Complimenti per la lucidità ed onestà intellettuale. Processi e magistratura vanno riformati profondamente ma non dalla volpe col pollaio. spero che il primo magistrato operativo sollevi la necessaria questione di legittimità costituzionale.

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