Napoli: mostra d’arte “Tempi moderni”

Dal prossimo 22 gennaio alle ore 18:00 fino al 5 febbraio, lo “Studio d’ Arte Le Muse” di via Toledo 272 a Napoli sarà la prestigiosa location della mostra d’arte “Tempi moderni” del fotografo Cosimo Stassano, curata da Joanna Irena Wrobel, con la nota critica della giornalista Maresa Galli. Con tra le righe una rilettura in chiave contemporanea del messaggio ispirato dalla storica pellicola di Charlie Chaplin, le fotografie esposte si presentano come un ricordo dei momenti e delle emozioni della lunga e intensa carriera di Stassano, e al tempo stesso critica dei costumi e della deriva raggiunta da una modernità frenetica che contempla noi stessi e i protagonisti dello show business in un costante vortice mediatico senza soluzione di continuità. Da Madonna a Sharon Stone, passando per Craig David, Lenny Kravitz, Daniel Craig, Hugh Grant, Ben Harper e gli italiani Lucio Dalla, Adriano Celentano, Gianni Morandi, i Pooh e Paolo Villaggio, gli scatti scelti per la mostra, unici quanto spontanei, ritraggono le icone del nostro tempo che sono riuscite a resistere all’“urto massmediale” del nuovo millennio, ad entrare in questo decennio dalla porta principale, senza che la loro popolarità e la loro carriera artistica subisse la minima inflessione. In un mondo sempre più spettacolarizzato e in cui la realtà si confonde con quella dei reality, rispetto a politici e industriali che hanno caratterizzato la scena iconografica pop del ‘900, sono oggi i big dello show business gli unici veri protagonisti dei “tempi moderni”. Il volgere del nuovo millennio non è stato altro che la consacrazione della civiltà dell’immagine. Tutto è legato alla notorietà, al diventare famosi, al raggiungere il successo mediatico, e così i personaggi delle fotografie di Stassano diventano ciò che la maggior parte delle persone, soprattutto fra le nuove generazioni, vorrebbe essere anche solo per un istante. I vip – ritratti peraltro quasi mai in posa ma presi “di sorpresa” – diventano così lo strumento attraverso il quale il fotografo comunica il messaggio che sottende l’intera mostra, ovvero che anche l’icona, la stella, è alla fine una persona normale, le cui capacità e specialità possono sì suscitare ammirazione, ma la cui luce mai e poi mai deve accecare…