Giovani africani

 Padre Oliviero Ferro

E’ facile dire Giovane in Africa. L’Africa è piena di giovani e bambini. Sono tanti. Li incontri alla mattina preso tra le 6 e le 7 che partono per la scuola. Quanti kilometri fanno a piedi per arrivare alla loro scuola. Sole,pioggia, stanchezza, fame: niente  li ferma per arrivare. Chi ha qualche moneta, si può pagare un posto sulle mototaxi(in 4 o 5,compreso il conducente) o nel taxi, dove tutti quelli che possono entrare, entrano (5 davanti e altrettanti dietro).Arrivati a scuola, cominciano le lezioni col maestro o professore unico. Quanti in una classe? Diciamo tra i 60 e i 100-110! Si scrive tutto nei quaderni, esperimenti di chimica compresi. I libri costano e non tutti possono permetterseli. E via, una lezione dopo l’altra, con una pausa a metà mattina per sgranocchiare qualcosa (un bignè, una pannocchia abbrustolita, qualche banana, un mezzo panino “caricato” di spaghetti e peperoncino come condimento insieme al pomodoro…oppure si guarda chi mangia, mangiandoselo con gli occhi). E poi, via ancora fino alle 15 o alle 17 di sera. E poi…bisogna tornare a casa con il piedi bus e con lo stomaco che brontola parole non traducibili. A casa, si spera che qualcuno abbia preparato da mangiare. Altrimenti, bisogna arrangiarsi con quello che è restato. E poi…naturalmente bisogna fare i compiti, studiare e…sognare. Intanto scende la sera. Se hai la luce, puoi continuare a studiare. Altrimenti il giorno dopo ti alzi presto…e così, va la vita di uno studente africano normale. Naturalmente tutto questo non riguarda i figli dei ricchi e dei politici. Loro vivono su un altro pianeta. Poi ci saranno gli esami, il diploma e poi..Bisognerà sperare che qualcuno si accorga di te per darti un lavoro. E  poi il resto ve lo racconto la prossima volta!