Il ministro Gelmini, nel baratro xenofobico la scuola italiana

Che un ministro di un Paese democratico come l’Italia, che ha vissuto in determinati periodi storici il fenomeno dell’emigrazione e quindi dell’inserimento di propri cittadini in altre nazioni, affermi che bisogna mettere un tetto alla presenza di studenti immigrati nelle scuole italiane, per paura che gli italiani possano essere in minoranza, fa ritornare alla memoria antiche distinzioni di razze, religioni e classi sociali, che credevamo superate, considerati i principi su cui si basa la Costituzione Italiana. La presenza nelle classi di alunni che provengono da paesi extracomunitari, sempre che non si intenda per stranieri anche gli immigrati provenenti da paesi oramai riconosciuti dalla Comunità Europea, è da leggere come la volontà di queste famiglie che  vivendo e lavorando in Italia, desiderano integrarsi al meglio, partendo proprio dalla nostra cultura e le sue basi democratiche. Un bambino, un adolescente, un giovane che studia nelle nostre scuole è a sua volta fonte di trasmissione dei principi su cui si basa la nostra tradizione culturale, presso la sua famiglia e la sua comunità.  Spieghi il ministro Gelmini come pensa di attuare il diritto alla cittadinanza per tutti, la reale integrazione con il consequenziale rispetto delle leggi, se tiene fuori gli immigrati dal diritto all’istruzione e da un vero contatto tra coetanei, che più di mille leggi può realizzare la vera accoglienza, se posti dagli educatori, e ancor di più da un Ministro, nella condizione culturale dell’accettazione dell’altro.  Partire dai “tetti” non è una buona scelta per la costruzione di una casa Italia, che vuole promuovere l’integrazione culturale. Se non ci sono delle fondamenta solide, di un vero progetto sociale c’è un serio pericolo di crollo di tutto ciò per cui si è lavorato fino ad adesso e di quella convivenza civile, che guarda caso è parte integrante dei Programma ministeriali per la scuola italiana. Se si dovesse continuare su queste sconcertanti linee guida l’Italia non farebbe altro che aggiungere un altro tassello negativo a minare i suoi principi democratici, considerato che non ci risulta ci sia in nessun paese d’Europa un provvedimento relativo a quote stranieri in classi, dove la presenza immigrati è di gran lunga più massiccia che da noi. Non dimentichiamo, infine, che nel 2006, è stato istituito un “Osservatorio Nazionale per l’Integrazione degli Alunni Stranieri e l’Educazione Interculturale”, che forse andrebbe riattivato al più presto.  Ai genitori italiani vanno date risposte organizzative concrete, per la reale attuazione del diritto allo studio, oramai traballante in una scuola selettiva che crea i tristemente noti “scarti di partenza”, e non iniezioni di pregiudizi, che se alimentanti con costanza potrebbero portare ai “minuti d’odio” di Orwelliana  memoria, e a non farci più indignare davanti a deplorevoli xenofobi fatti di cronaca

Lucia de Cristofaro , direttrice “Albatros”

  

4 pensieri su “Il ministro Gelmini, nel baratro xenofobico la scuola italiana

  1. Come sempre quando c’è di mezzo la politica ogni scelta che riguarda l’inserimento di bambini stranieri nelle classi può avere una doppia “chiave di lettura”. La sinistra parla di “ghettizzazione” all’ipotesi di classi differenziate, la Lega e contorno parla di “didattica differenziata” per favorire l’integrazione. Ma qualcuno ha chiesto il parere dei Maestri che sono gli “specialisti” dell’Educazione primaria? Non mi risulta. E le parole della politica nascondono spesso una sostanziale disonestà, perché della Didattica i politici sanno molto poco.
    Salvatore Ganci

  2. non sono d’accordo con quanto esposto dalla direttrice perchè non credo che porre dei tetti sia una ghettizzazzione, se mai vale il contrario. girando per l’italia ho visto il brutto vizio di non spalmare gli studenti di etnia non italiana ma, invece, di concentrarli creando delle vere è proprie classi ghetto. ecco credo che gli educatori riescano a badare meglio alle classi.
    l’affossamento della scuola pubblica da parte del governo è ideologico. da una parte tagliano risorse, senza toccare gli insegnati di religione, dall’altra si pongono il problema del crocefisso e foraggiano con larghe prebende la scuola privata – che in italia vuol dire scuole cattoliche – in maniera che una mano lavi l’altra.

  3. “Ai genitori italiani vanno date risposte organizzative concrete, per la reale attuazione del diritto allo studio…” ???
    Qualcuno è in grado di darle?

  4. Sono profondamente d’accordo con il Direttore di Albatros. La discussione non riguarda la “distribuzione” degli alunni per ciascuna classe (italiani, stranieri,comunitari o extracomunitari che siano),ma l’assurda paura che un numero di studenti stranieri superiore a quello degli italiani posso in qualche modo minacciare il nostro paese e la nostra cultura. E’ avvilente che permanga una xenofobia latente,nascosta dietro dichiarazioni di intenti a dir poco ridicole. Purtroppo i partiti attualmente al governo continuano a giocare (e a vincere) con la memoria cortissima di noi italiani,incapaci di ricordare i nostri trascorsi da immigrati e smaniosi di addossare agli altri colpe di cui questi sono solo minimamente responsabili. La diversità, il multiculturalismo sono delle ricchezze inestimabili su cui nazioni come la Germania,la Francia e gli USA hanno fondato la loro forza. In queste realtà si sono fatti sforzi enormi per coinvolgere gli stranieri nella res publica. Ilnostro Governo, con la sua solità lungimiranza politica, addirittura pensa bene di frapporre ulteriori ostacoli.

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