Nozze gay nella Terra del Fuoco

di Rita Occidente Lupo

Nella Terra del Fuoco,  gli argentini Alex Freyre e José Maria Di Bello, sposi. I due avrebbero voluto celebrare il rito a Buenos Aires, ma lo scorso anno fu loro impedito da un ricorso alla magistratura locale. La coppia è riuscita comunque a contrarre matrimonio, dopo aver presentato un “ricorso di ri-considerazione”. Rimandando il polso d’una situazione esplosiva a riguardo: non solo in Argentina, ma anche in Messico. Infatti, nei giorni scorsi, nella patria dei sombreri, una serie di modifiche nel codice civile, per liberalizzare le nozze gay. Attualmente, l’ascesa delle coppie non etero, senza battute d’arresto.  Belgio, Canada, Spagna, Norvegia, Sudafrica, Svezia, Olanda ed alcune città statunitensi legalizzano tali unioni. Dinanzi alla coppia etero, capace di completarsi e di riprodursi, tanti attentati. Troppi, a danno della stessa infanzia, spesso tirata in ballo per fungere da completamento. Lo stesso concetto di famiglia, profondamente sabotato come a Tel Aviv, laddove viene disciplinato fin dai primi elementi di diritto civico ai minori la famiglia, insieme di persone, non eterogeneità dei partners. Di qui la richiesta d’adozioni di coppie omo. Legittimando diritti, avallando storture o andando contro il naturale corso della procreazione o degli eventi. Come se le coppie etero, naturalmente unite in matrimonio, con  una marcia in meno rispetto a quelle omo, quest’ultime protese a violentare a tutti i costi diritti, istituzioni e natura stessa. Nello sferzante intento di spacciare  la diversità, normale. Dalla Terra del Fuoco campanelli d’allarme: la voce alta dell’errore deve albergare non solo tra gli alti scanni ecclesiali.