Milingo ridotto allo stato laicale

 di Rita Occidente Lupo

Il Vaticano, che aveva già scomunicato per i suoi comportamenti scismatici l’ex arcivescovo di Lusaka mons. Emmanuel Milingo, l’ha sospeso definitivamente dallo stato clericale nei giorni scorsi, per impedirgli di continuare ad ordinare sacerdoti o vescovi a suo piacimento. Giacchè l’ex porporato non lancia segnali di redenzione, in comunione col Papa, creando problemi all’unità ecclesiale. Infatti nei mesi scorsi, ha continuato  imperterrito ad amministrare il sacramento dell’Ordine, istituendo a proprio arbitrio altri vescovi. Le sue dimissioni gli fanno perdere ogni diritto annesso allo stato clericale, lasciandolo legato solo al celibato. Tale decisione della Santa Sede, del tutto eccezionale. Milingo, la cui fama d’esorcista crebbe intorno agli anni ’70,  non può più neanche esercitare tale carisma. Anche se le sue messe di guarigione, riprese anche mediaticamente, trainanti le masse. Temendo una scissione nell’ambito ecclesiale, Lefebvre docet e rimanendo fermo il celibato per la Chiesa cattolica, Milingo non può coniugare il ruolo di sposo e d’incardinato. Intanto non mancano le proteste, specialmente da parte di quanti hanno conosciuto l’arcivescovo nero ed hanno assistito alle sue guarigioni. In passato s’era congelato il discorso, giacchè aveva avuto un momento di stasi nella scelta coniugale: aggirandosi sotto le mura vaticane, sembrava proprio deciso a voler rientrare nell’ovile ecclesiale. Sposato a 71 anni, con la coreana Maria Sung, le cui nozze furono celebrate dallo stesso Moon, si schierò contro le attuali norme del codice di diritto canonico, imponenti il celibato ai sacerdoti cattolici di rito latino. Fondatore dell’associazione Married Priests Now, la scomunica latae sententiae nel 2006 per le ordinazioni, gli rende attualmente difficile ripristinare un colloquio col successore di Pietro. In ogni caso pronto ad accogliere il suo ravvedimento giacchè, come già ebbe ad esclamare tempo addietro padre Amorth “Milingo non ragiona con la propria testa!” Solo da attendere che lo Spirito Santo, che lo volle sacerdote, possa ancora illuminarlo sul dettato agostiniano “Fuori della Chiesa non c’è salvezza!”

2 pensieri su “Milingo ridotto allo stato laicale

  1. MILINGO HA SOLO ANTICIPATO DI 30 ANNI QUELLO CHE SARA’ L’APPARATO CATTOLICO MODERNO.
    I PRETI VOGLIONO UNIRSI IN MATRIMONIO E FORSE NE AVREMO DI PIU’ GENUINI.
    RALPH

  2. In questo articolo quello che mi ha fatto riflettere è l’ultima frase: “Fuori della Chiesa non c’è salvezza!” Non credo sia il Caso di Mons. Milingo, il quale vuole essere dentro la chiesa romana, ma non alle condizioni di sovranità assoluta del papa, ma soprattutto della casa a lui financheggiata. Mons. Milingo ha inteso vivere con Maria Sung al solo scopo di contrastare la posizione della chiesa, la quale non ammette e si ostina a mantenere fermo il celibato ai sacerdoti. Si tratta di una questione aperta e non è il caso di ricordare quanto sacerdoti e alcuni vescovi solo come facciata rispettino questa regola interna, non di fatto. Sulla questione che il papa sia il successore di Pietro nulla osta, se non il fatto di proclamarsi infallibile e di essere il capo assoluto della chiesa universale. Questo è inacettabile, per diversi motivi tra cui dalle parole stesse di nostro Signore: chi vuol essere il primo sia il servo di tutti e il papa non mi sembra affatto di rispettare queste parole. Potrebbe essre riconosciuto un titolo di primato ad onorem, e quì c’è da dire che s’impernia anche la questione dell’unità dei cristiani ortodossi i quali a giusta causa ritengono che il primato di pietro è per la fede e non certamente per l’appropriazione indebita e arbitraria fatta dalla chiesa romana. Per quanto attiene la salvezza è solo prerogativa del Dio di Gesù Cristo e non certamente del papa e della casta. La chiesa è strumento di salvezza quando dispensa i sacramenti. Il vaticano tra l’altro, può ridurre allo stato laicale chi crede, ma Milingo continuerà nella propria opera perchè non è sufficiente il pronunciamento di ridurre il Milingo allo stato laicale, ma sarebbe opportuno creare le condizioni di dialogo e superamento nell’occorrenza elargendo quanto Milingo chiede e questo basterebbe per metterlo a tacere senza creare azioni di forza che non trovano riscontro oggettivo nella società odierna del terzo millennio, tempo in cui la chiesa è chiamata ad andare avanti e non tornare nel buoio medioevo.

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