A Sassano allegramente verso le elezioni del rinnovo del consiglio comunale (V e ultima puntata)

Roberto De Luca

Arrivano le elezioni politiche della primavera del 2006 che vedono il centro-sinistra vincente per un pugno di voti e Romano Prodi presidente del Consiglio. Gli amministratori di Sassano all’epoca formano una compagine a prevalente maggioranza DS, così come si può evincere dall’invito al voto a favore del partito giunto a casa dei cittadini e firmato dal Sindaco e da ben undici consiglieri su sedici. Il resto della coalizione, si deve presumere, si riconosce tutta nell’area del centro-sinistra, in quanto scaturita da una singola lista, l’unica presente alla competizione elettorale del 2005. Tuttavia le urne producono un risultato paradossale: la maggioranza politica di Sassano risulta essere appannaggio del centro-destra, che, apparentemente, non ha rappresentanti politici in Consiglio Comunale. Tutto ciò nononstante l’invito al voto (invito scritto e firmato, per giunta!). Questa situazione, in un contesto dove sono ancora valori positivi la sensibilità nei confronti della crescita sociale del territorio e il rispetto della volontà dell’elettorato, avrebbe dato adito alle immediate dimissioni della compagine amministrativa. Sembra però ancora di sentire la frase fatta per ricusare qualsiasi richiesta di dimissioni: le due competizioni elettorali non hanno correlazioni tra loro, cosicché esse vivono su due piani politici diversi. E invece penso che ciò non sia vero, e spiego qui brevemente il mio punto di vista. L’azione di una compagine politica che amministra una comunità è soggetta al periodico vaglio da parte dell’elettorato, anche attraverso le consultazioni elettorali di carattere nazionale o europeo. Nel caso di Sassano, dove a maggior ragione si deve tener presente il segnale elettorale, vista la non usuale situazione amministrativa dovuta all’assenza di una minoranza, sembrerebbe che la fiducia accordata all’amministrazione nel 2005, un anno dopo, nel 2006, venga contrastata da un chiaro dissenso politico. Addirittura, a ben leggere i risultati elettorali, i rappresentanti dei partiti che siedono in Consiglio sono in netta minoranza; pertanto, essi non avrebbero dovuto sentirsi politicamente legittimati a proseguire il mandato accordato loro, soltanto un anno prima, dai cittadini, in seguito ad una consultazione amministrativa in cui era presente un’unica lista (per giuta!). Ed è così che la mancata presenza di luoghi di scambio di opinione e di confronto, quale la piazza, l’agorà, centro della vita democratica dell’antica Grecia, la riduzione della partecipazione a comizi (ormai quasi esclusivamente effettuati alla vigilia del giorno di riflessione) riservati ai giannizzeri di turno, fa sì che le opinioni politiche siano mero frutto di elaborazioni individuali delle rappresentazioni catodiche che vengono offerte dalle varie televisioni (locali e non). E se la vita politica è vissuta in questo modo, laddove la vera politica richiederebbe un serrato scambio di idee e una costante elaborazione collettiva di percorsi sociali comuni, i due livelli possono essere opportunisticamente scissi per non arrecare disturbo al manovratore locale.Ma se la classe politica tutta, locale, provinciale e regionale, fosse accorta a questi segnali, invece di rincorrere l’ingessamento della vita amministrativa per salvaguardare gli interessi di una classe di potere che sopravvive ormai da un trentennio, aprirebbe adesso un vero dialogo con la cittadinanza, facendo venir fuori una nuova classe dirigente (nuova nei metodi e nelle idee, non tanto negli uomini), di cui il Vallo di Diano tutto sente un immediato bisogno. Ma costoro saranno ancora una volta sordi a questi importanti segnali e la scelta ricadrà sempre e comunque sulle alchimie locali fatte di potere e sottopotere, di interessi personali e di cordate. Eppure proprio nel 2006 c’è stata una novità che ha rinsaldato la maggioranza unica: viene eletto al Parlamento, in quota Verdi, il dott. Pellegrino Tommaso, che l’anno precedente aveva caldeggiato la candidatura del dott. Cammarano Vincenzo al Consiglio Regionale. L’insuccesso del dott. Cammarano non aveva quindi precluso l’ascesa del dott. Pellegrino al Parlamento: un mancato sindaco, ma un parlamentare in più. E il bilancio sembra essere positivo. La seconda avventura di Prodi dura il tempo necessario a far maturare i diritti di pensione ai parlamentari della legislatura troncata dalle dimissioni dell’indultante guardasigilli Mastella. Nel 2008 il centro-destra dilaga in tutta Italia: Mister B torna al governo. Nel 2009 (storia recentissima) il centro-sinistra perde la provincia di Salerno e Sassano perde un assessore (l’attuale vice-sindaco). Intanto si fanno strada degli astri nascenti. Il dott. Calandriello, primario presso l’ASL unica di Salerno, collega dell’attuale sindaco di Sassano, il dott. Rubino Domenico, si riaffaccia, dopo anni di presente assenza, nel mondo della politica locale. Presidente della BCC di Sassano, egli è stato di recente eletto nell’Assemblea nazionale del PD, rappresentando così la corrente di Franceschini del Vallo, che però non è risultata vincente nelle ultime primarie di partito a livello nazionale. Avversario politico di Arenare nel corso delle legislature antecedenti al 2000 (il termine “avversario” si usa in senso lasco, naturalmente, come abbiamo visto), adesso è chiamato a ingrossare (facciamo bene attenzione all’uso delle vocali!) le file del PD sassanese con i suoi uomini. Il duo Arenare-Calandriello (A-C), una volta strenua coppia di oppositori, forse solo per quel gioco delle parti del potere a due facce, per metà politico (anche qui l’accezione lasca ci sembra la più appropriata), per metà fatto di affari, adesso sembra non avere rivali, anche perché, nel frattempo, anche i sostenitori locali del dott. Pellegrino stanno veleggiando verso il PD. Un’altra (vera) novità però sta emergendo: Valentino Di Brizzi, fratello minore del compianto arch. Ottavio Di Brizzi, che ha lasciato una sua interessante opera per i caduti di Sassano, della quale abbiamo già parlato. Sostenuto da un numero non esiguo di persone, a Sassano riporta un discreto successo alle scorse elezioni provinciali. Non è però eletto nelle file del centro-destra. In questo momento in contrasto con l’amministrazione comunale, anche per la questione della natura dei suoli utilizzati dalla sua impresa, potrebbe dare vita ad una cosiddetta “terza lista”, che paradossalmente potrebbe avvantaggiare proprio l’amministrazione uscente.Ed è in questo difficile contesto che si gioca la partita del dott. Cammarano, anch’egli ritornato in gioco dopo la parentesi di cinque anni della quale abbiamo già detto: in questo periodo di assenza dalla vita politica avrà certamente maturato il convincimento che i Verdi non sono una formazione politica a lui confacente e, da vero mastelliano, ha optato per un partito più moderato, l’UdC appunto. Già amico di Mastella, poi candidato con i Verdi su suggerimento del dott. Pellegrino, adesso abbandona il suo recente mentore per diventare referente locale del partito di Casini con Luciano Loguercio, un altro vero volto nuovo della politica sassanese. Entrambi stanno volenterosamente cercando di mettere su una compagine per contrastare (sempre in senso lasco, naturalmente – non fraindetemi, per carità!) il duo A-C. Una variabile a favore del dott. Cammarano e di Loguercio potrebbe essere l’apporto del consigliere Petrizzo Francesco, operatore sanitario molto ben voluto localmente, tanto da riportare, nel 2005, un numero di preferenze addirittura maggiore a quelle dell’attuale vice-sindaco, all’epoca anche assessore provinciale. Il buon Petrizzo aveva tentato di conquistare per sè uno spazio più ampio all’interno dell’attuale amministrazione, ma ha dovuto prima accontentarsi di un assessorato, poi, a seguito di contrasti interni, ha dovuto rinunciare anche a questo incarico. A tutt’oggi non ci risulta che abbia formato un gruppo consiliare di opposizione, anche se la sua posizione sembra sia di contrasto (ma sempre in senso lasco, per carità!) con l’attuale amministrazione unica.Ma finora abbiamo parlato di uomini e non di idee e di programmi.  E qui ci dobbiamo accontentare, come avrete potuto capire. Eppure Sassano è un paese con buone potenzialità di sviluppo. E così dovremmo anche dire che, se finalmente rinunciassimo al sacco della vallata, portato avanti con determinazione scientifica e con connivenze ai più alti livelli istituzionali, la valorizzazione ambientale e un forte impulso all’agricoltura di qualità e alla zootecnia tradizionale potrebbero ancora offrire buone opportunità occupazionali nel futuro. Qui non pensiamo solamente alla filiera agricola e pastorale, ma a un più vasto indotto, che va dall’allevamento ittico in acqua dolce alla ristorazione e alla ricezione turistica in senso più ampio, alla ricreazione e allo sport. In queste ultime due attività, non si pensi solo alla pesca, ma anche al “bird watching” (l’osservazione degli uccelli nel loro habitat naturale), all’escursionismo, e a sport quali la canoa, il ciclismo, la marcia, tutti praticabili lungo il corso dei tanti fiumi che attraversano Sassano e il Vallo di Diano. L’abbandono delle attività agricole tradizionali ha purtroppo lasciato campo libero alla speculazione e al conseguente sacco della nostra vallata e ora è urgente accoppiare queste attività in dismissione ad altre più attuali, armonizzando il tutto in un contesto di collaborazione tra i residui piccolissimi imprenditori, incentivando la cooperazione. Qualcuno si chiederà perché di questo non si parli in questi tempi di imminenti elezioni comunali. La risposta è abbastanza semplice. La politica, oppure, più semplicemente, la pseudo-politica locale, non ha mai affrontato, per incapacità o per convenienza, questi temi. Sono temi scomodi, che intralciano il libero mercato dei terreni agricoli, soggiogati alle volontà speculative di investitori con pochi scrupoli. Ma non è da pensare che siano solo le attività private ad avere fatto scempio di terre da coltura, anche per fini criminosi. Basti pensare a quello che è successo a Teggiano, dove, in una località denominata Pantano, per via delle frequenti inondazioni, si vanno a costruire le infrastrutture per un’improbabile zona industriale, proprio laddove la Comunità Montana aveva individuato un’area di pregio ambientale: l’areale della cicogna (Carta di destinazione d’uso del territorio, febbraio 2003). E, per fortuna, la cicogna nidifica ancora; e purtroppo lo fa nell’indifferenza totale di chi potrebbe ricavare da questa presenza grandi vantaggi di immagine. E cosa dire proprio di Sassano, dove, in località Ponte Cappuccini esiste una residua traccia di quella che era la vegetazione originaria della vallata, una stupenda macchia mediterranea denominata “boschetto paleo-palustre”: indicato anche questo sito come area di pregio ambientale dalla Comunità Montana, là vi si costruisce un’area industriale. Ancora, San Pietro al Tanagro: una vasta area agricola completamente urbanizzata e mai completamente utilizzata. E allora le oasi di bellezza naturale locali scompariranno? Tra breve sì. E tra queste vogliamo menzionare ancora una da me conosciuta solo per caso, i poco noti “pozzi”, degli acquari cilindrici naturali di una profondità di svariati metri e di raggio di un metro circa, conficcati nel terreno ai confini del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano in località Valle a Sassano. Uno spettacolo naturale da lasciare senza fiato, eppure sconosciuto ai più, per ragioni che non stiamo qui a discutere. Sì; forse queste oasi scompariranno, perché le uniche indicazioni che provengono dalle istituzioni locali sono quelle di incentivare, con i soldi del contribuente, le famose spensierate sagre. Termino questa serie di scritti dicendo che, fintanto che ognuno di noi non farà un lungo e meditato esame di coscienza, fintanto che non riporteremo la politica sui binari dell’interesse collettivo e non di quello di bottega (per non dire di clan), il territorio ne soffrirà in modo profondo. Questi stessi interessi hanno tenuto il comprensorio privo di una linea ferroviaria per anni. Questi stessi interessi priveranno di un futuro vero le generazioni a venire, se non sapremo trovare la forza per uno scatto di orgoglio e dire no a chi fa della politica un mezzo per accrescere solo ed esclusivamente le proprie posizioni di rendita, ormai consolidate negli anni.

3 pensieri su “A Sassano allegramente verso le elezioni del rinnovo del consiglio comunale (V e ultima puntata)

  1. Ringrazio del commento. Devo tuttavia constatare che, nonostante lo sforzo, poco o nulla verrà raccolto.

    Intanto sembra potrebbe essere opportuno proporre un’inchiesta giudiziaria nei confronti di chi osa dire la verità. Nel paese di Acchiappacitrulli, infatti, si sa come vanno a finire le cose.

    Cordiali saluti,
    Roberto De Luca

  2. Non si può che ammettere questa cruda realtà che ci circonda, non c’è nulla di non vero in queste parole, nulla di esagerato, ma perchè non credere in una possibilità di cambiamento senza cercare gloria altrove. Bisogna credere nelle cose per poterle migliorare! Non sei solo in questa “battaglia”…c’è tanta gente che si rispecchia in queste parole, bisogna solo cominciare a parlar loro, bisogna smettere di fare politica porta a porta, basta politica di favoritismi…direi che è arrivato il momento di SVEGLIARSI.

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