Vallo di Diano: tra vizi e virtù

Aldo Bianchini

Conosco abbastanza bene il Vallo di Diano, non vi abito ma lo frequento da almeno quarant’anni quasi settimanalmente. Non mi ha sorpreso più di tanto lo scandalo “a luci rosse” che in questi giorni tiene banco in tutto il mondo dell’informazione nostrana e che i Carabinieri della Tenenza di Sala Consilina hanno denominato “Erice”. Mi ha sorpreso, invece, il clamore che tutta la stampa (scritta, video, audio e online) ha dato alla stessa operazione enfatizzando, forse più del dovuto, il lavoro dell’Arma e della locale Procura. Mi ha sorpreso perché, a mio sindacabile giudizio, l’operazione poteva e doveva scattare tantissimo tempo fa; il fatto è arcinoto in zona e lo si raccontava nelle fresche serate estive davanti a tutti i bar. Si parlava di galanti incontri al cardiopalma con ragazze (e non !!) “venute da lontano … dai capelli biondo oro e tacchi a spillo…”. Si parlava di alberghi, ristoranti, gelaterie ed anche di Polla. In qualche caso specifico circolavano addirittura numeri telefonici ed indirizzi e-mail o l’invito a visitare individuabili siti web. Insomma che nel Vallo girassero le cosiddette “escort” di berlusconiana memoria lo sapevano anche le pietre. Nessuno, invece, ha cercato di portare avanti la benché minima analisi genetica del fenomeno che sempre in quel “luogo ameno del Vallo” va ripetendosi ciclicamente anche se sotto diverse sembianze. Mi rendo conto che in provincia i rapporti tra operatori dell’informazione e le Fonti Istituzionali sono più complicati che nella città capoluogo, ma qualche giornalista del Vallo credo che un bar pure lo frequenti, o mi sbaglio; basta questo per capire e sentire ciò che accade tutto intorno. Poco più di dieci anni fa la stessa Sala Consilina fu quasi travolta dal cosiddetto scandalo delle “Baby Squillo”; ho usato l’avverbio “quasi” perché in quell’occasione le dichiarazioni devastanti di alcune fanciulle locali furono letteralmente seppellite per sempre sotto la cenere perché toccavano l’alta borghesia locale; a pagare, se ricordo bene, fu uno soltanto, ma si trattava di un povero cristo. E invece forse quella fu l’occasione d’oro per Forze dell’Ordine e Procura di fare chiarezza su quell’odiosa pratica che oggi viene definita “stalking”. Negli anni successivi vari altri focolai di “prostituzione” sono stati smantellati qua e la a macchia di leopardo in quasi tutti le comunità vallesi, anche di nuovo nella stessa Sala C. un paio d’anni fa. Poi il silenzio piano piano è calato fino al colpo di questi ultimi giorni. Ovviamente in tutti questi anni non sono mancati gli scandali per traffico di droga, per illeciti finanziari, per discarica di materiali radioattivi o pericolosi, per spaccio di danaro falso e per truffe di ogni tipo. Insomma come nel più classico esistenziale quotidiano delle annoiate e danarose province italiane. Quasi come a dire che nel Vallo di Diano all’agiatezza (per non dire proprio ricchezza!!) si accompagnano alcuni vizi capitali: lussuria, usura e gioco d’azzardo, meglio dire forse “bacco, tabacco e venere”. Su queste tre specificità a che punto sono le indagini ? Ma ci sono ?  Della prima abbiamo parlato. Dell’usura, male antico del Vallo, non deve dimenticarsene proprio nessuno, primo fra tutti don Andrea La Regina il sacerdote che da solo ha lottato aspramente contro la diffusione del fenomeno. Ma da tempo dell’usura nessuno più ne parla, eppure è un fenomeno tuttora spinosissimo. Il gioco d’azzardo è in rapida espansione in questi ultimi tempi, la gente si è subito organizzata e si riunisce in piccoli gruppi per dare sfogo al loro “vizietto” di periferia. Certamente meglio i texas-room, più facile il loro controllo perché tutto deve avvenire sotto gi occhi di attenti spettatori. E dal gioco d’azzardo, gentili inquirenti, spesso il passaggio all’usura è molto facile. Ma il Vallo di Diano sa essere anche un’isola abbastanza felice, la gente è ancora di sani principi, l’ospitalità non è una necessità turistica ma quasi un’esigenza intima, il senso della famiglia è certamente vivo così come il rispetto del prossimo, sagre feste e festini non mancano mai, ma ci sono anche vari appuntamenti di cultura e di spettacoli seri. Dal punto di vista paesaggistico non c’è che dire, da quasi tutti i paesi si godono panorami bellissimi sull’intera vallata. Poi c’è il castello di Teggiano con le sue tante chiese, la Certosa di Padula, le grotte di Pertosa, la grotta del Pino di Sassano, i boschi di Monte San Giacomo, la vetta del Cervati, le moderne opere di Montesano, la bellezza architettonica di Atena, l’operosità di Sala Consilina, eccetera eccetera. Insomma il Vallo di Diano può essere visto come una specie di “Villaggio Globale” di fatto. Poteva esserci il villaggio vero, quello che passava sotto il nome di “Città Vallo” e che i numerosi e ottusi politicanti degli ultimi decenni hanno sempre osteggiato e praticamente bloccato nonostante la raccolta di firme per una legge istitutiva popolare. Economia e sviluppo commerciale, comunque, non sembrano risentire della crisi globale e l’imprenditoria è in netta ascesa. La gente, insomma, nel Vallo sta bene. Certo farebbe molto volentieri a meno di quelle moto e/o auto che sfrecciano in gare notturne sui tanti rettilinei del luogo, ma per queste cose sembra non ci sia niente da fare, tanto l’indulgenza è sovrana. Comunque sia, vivere nel Vallo è come vivere ancora in un’isola felice.