Il prezzo della Giustizia!

Giovanna Rezzoagli

La storia è simile a tante, l’epilogo è inquietante: una condanna pronunciata ieri dal tribunale di Chiavari nei confronti di un uomo accusato di pedofilia. Il pensionato, di 69 anni, avrebbe molestato sessualmente una bambina di soli sei anni lungo un arco temporale di ben tre anni. La piccola, figlia di amici di famiglia, rimaneva spesso sola con questo individuo, che godeva della fiducia dei suoi genitori. Il tribunale ha chiuso il procedimento a carico del pensionato al termine dell’udienza preliminare, accettando la richiesta di patteggiamento avanzata dal legale dell’uomo. In buona sostanza è stata accettata l’offerta di risarcimento immediato di 40 mila euro alla famiglia della bimba, mentre l’uomo è stato condannato a due anni di reclusione, ovviamente sospesi in quanto il reo confesso è anche persona incensurata. Fine della storia giudiziaria. Semplificando all’estremo: io pedofilo mi assumo le responsabilità (penali) delle molestie arrecate, pago 40 mila euro, mi becco una condanna di due anni, non vado in galera perché non sono mai stato condannato prima. Siccome la pedofilia è un disturbo del desiderio sessuale caratterizzato dalla piena consapevolezza del soggetto che lo vive, e risulta ormai acclarato da una casistica sempre più corposa che il pedofilo è perfettamente in grado di pianificare e di attuare una vera e propria strategia finalizzata al soddisfacimento della propria devianza, appare evidente che una sentenza con simili caratteristiche apre la via a molti conti in tasca. Il facile confronto con l’epoca medievale in cui molti reati potevano essere sanati con un corrispettivo pecuniario è talmente scontato da offendere il senso civico e morale di tutte le vittime di abusi. Già, perché una bambina che subisce molestie sessuali non avrà una vita molto facile da affrontare. Nella vita adulta i danni psicologici subiti tendono a riproporsi con esiti drammatici. Già, perché il pedofilo riesce a convincerti che lui è quello che è ma la colpa è tutta tua perché sei così carina e dolce e gentile, e poi in fin dei conti non è successo niente, ma meglio non raccontare niente ai genitori, perché se sapessero una cosa del genere non ti vorrebbero più bene, non si vuole bene ad una bambina che ti fa fare certe cose… Crudo come possibile dialogo? Sicuramente sì, ma dannatamente concreto. Magari la bimba della nostra storia avrà la fortuna di essere seguita da un buon psicologo e supererà la sua sofferenza. Si spera. Ma quante bambine un domani odieranno se stesse ed il proprio corpo sporcato sino al punto di non nutrirlo più o, al contrario, renderlo deforme? Quante arriveranno a procurarsi tagli e ferite, o di drogheranno per non ricordare? E quante si lasceranno picchiare “perché tanto se lo meriteranno”? Tutto sommato 40 mila euro per molti sono una cifra non impossibile e se sono anche incensurati, dove sta il problema? Sempre, ovviamente, che la vittima sia creduta se mai troverà il coraggio di denunciare.