Fisciano: all’ Universita’ libro sull’URSS

 Martedì 10 novembre, alle ore 10, verrà presentato presso l’aula Imbucci dell’Università di Salerno  il  volume L’Urss dal trionfo al degrado. Storia dell’Unione Sovietica (1945-1991), di Andrea Graziosi, nell’ambito dei seminari dedicati al ventennale della caduta del muro di Berlino, organizzati dalla cattedra di Storia Contemporanea del corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali. Ad accompagnare l’autore saranno presenti Massimo Mazzetti (Università di Salerno), Pietro Cavallo (Università di Salerno). Introdurrà Carmine Pinto (Università di Salerno) e discuteranno del libro Paolo Franchi (Corriere della Sera), Emanuele Macaluso, e Biagio de Giovanni (L’Orientale di Napoli). Andrea Graziosi insegna Storia contemporanea presso l’Università di Napoli “Federico II”, è uno tra i massimi esperti di storia dell’Unione Sovietica. Il volume è  basato sulla vasta documentazione venuta alla luce dopo il 1991, e segue la precedente opera dell’autore: “L’Urss di Lenin e Stalin”. Graziosi  ripercorre la storia dell’Urss dopo Stalin. Agli ultimi cupi anni dello statista georgiano, segnati da carestie e repressioni, seguì un periodo di profonde e inattese riforme culminate nel 1956 nella denuncia di Chruscev al XX congresso. L’Urss conobbe allora i suoi anni migliori, che sfociarono però nell’affermazione di un regime forse più “totalitario”, seppure meno violento, di quello staliniano. L’apparente stabilità copriva un degrado testimoniato dall’alcolismo, dal ritardo tecnologico e dall’emarginazione di parte della popolazione. Le vittorie internazionali, associate alla decolonizzazione, le risorse garantite dal petrolio, e le sconfitte accidentali permisero a questo sistema di illudersi, nel 1975, di aver vinto la guerra fredda. Fino a che qualche tempo dopo tutto si capovolse e uno straordinario processo di trasformazione portò in pochi anni agli eventi del  1989-91. Un sistema dotato di un enorme esercito e di migliaia di testate nucleari abbandonò allora pacificamente i suoi domini e annunciò poi il suo scioglimento per televisione, appellandosi, per bocca del suo leader, ai valori delle democrazia e dell’umanesimo.