Italia e Spagna “elette” dall’influenza A
Spagna ed Italia, Paesi in cima alla classifica per decessi dell’influenza A. E Napoli, detiene la leadership. Anche se i colpiti, affetti da una serie di patologie circolatorie e respiratorie. L’allarme, inevitabile. Ma il Ministero della Sanità, persevera nel suo battage pubblicitario: lavarsi le mani, cestinare fazzoletti di carta usati, arieggiare i locali, tossire e starnutire coprendosi il volto, non sottovalutare i primi sintomi influenzali. Testimonial, il Topo che per anni era scomparso dalle reti televisive. Riesumato per un messaggio di salute.Circa 380, per 100.000 abitanti, davvero tanti casi. Troppi. Si ha voglia di dire che l’influenza A è banale. Come le altre. Un modo per esorcizzare il panico, che si sta propagando specialmente tra gli adolescenti, categoria più colpita. Tra i banchi di scuola, Amuchina a volontà. Gli allievi, in molti edifici, si sentono sicuri con l’itterica bottiglietta nello zainetto. Da estrarre all’occorrenza, a loro detta, quando impossibilitati a lavarsi le mani. Ed a disinfettarsi spesso e volentieri. L’Azienda salernitana sta fronteggiando il nuovo killer, che minaccia un inverno tutt’altro che sereno. Col picco previsto a fine gennaio, rincarano le angosce anche degli anziani, avvezzi a vaccinarsi già da anni. Ma stavolta è diverso. Nell’aria, un pericolo diverso. Un nemico dal quale non si può far altro che stare alla larga, quando possibile. Ma il dramma è proprio questo: il virus non guarda in faccia nessuno! Cosa fare se la tosse persiste? Consultare senza indugi il medico e sperare in ogni caso che l’A… non abbia deciso di baciarlo! Con tutti gli sforzi di Topo Gigio, per far sorridere anche con il termometro digitale!”