RdB CuB: riforma universitaria, Gelmini da bocciare

Il Consiglio dei Ministri ha licenziato il 28 ottobre la bozza del disegno di legge di “riforma” dell’Università. Il testo finale peggiora i termini delle precedenti versioni laddove prevedendo ulteriori tagli ai finanziamenti pubblici degli atenei in rosso, ne programma il commissariamento o la chiusura. In quanto alla tanto sbandierata “meritocrazia” che dovrebbe presiedere al finanziamento degli atenei bisogna ricordare, soprattutto ai rettori della CRUI, le forte e argomentate contestazioni al 7% distribuito in base alla valutazione della didattica e della ricerca.

Resta confermata la svendita della gestione e la “mission” stessa degli atenei pubblici ai privati che entreranno nei Consigli d’Amministrazione direttamente nominati dai rettori insieme a “prestigiosi” consulenti e magari qualche politico locale, titolato ma trombato (il CdA con non più di 11 componenti, rettore compreso, avrà solo 5 componenti eletti dalla e nella comunità accademica). Il Senato Accademico viene declassato a mero istituto propositivo sottomesso al CdA, le rappresentanze dei lavoratori vengono espulse dagli organi accademici, quelle degli studenti ridotte al puro “diritto di tribuna”. I privati, addirittura, potranno finanziare direttamente gli stipendi di professori e ricercatori che sono previsti solo con contratti a tempo determinato (si allunga così, di altri 6 anni il precariato eccellente che si aggiunge ai 6 anni di assegni di ricerca). L’ineffabile min. Gelmini si nasconde dietro il malgoverno di questi atenei dimenticando due cose: che la stragrande maggioranza degli atenei nel 2010 andrà in rosso se non vengono restituiti i fondi sottratti con la legge 133; che la sua “riforma” fa ricadere su studenti e lavoratori il malgoverno degli atenei e non sui veri responsabili che sono propri i baroni con cui ha concertato la “riforma” (altro che premiazione del merito !).E’ facile immaginare cosa potrà succedere nei prossimi mesi per gli atenei “non virtuosi” come è altrettanto facile immaginare chi pagherà tagli e malgoverno: gli studenti, il personale tecnico amministrativo, i precari, e le città universitarie per le quali gli atenei sono diventati dopo gli ospedali uno delle poche fonti di reddito rimaste sul territorio. I Rettori della CRUI plaudono. Ecco le parole del presidente, prof. Decleva: “La proposta di legge del Ministro Gelmini approvata oggi dal Consiglio dei Ministri, per l’ampiezza del suo impianto e la valenza riformatrice degli interventi previsti, rappresenta un’occasione fondamentale e per molti versi irripetibile per chi ha davvero a cuore il recupero e il rilancio dell’università italiana”. A questo punto non ci sono più margini per ambiguità e rimpianti, è necessaria la mobilitazione della parte sana della comunità accademica contro le menzogne e lo sfascio dei “riformatori”, per imporre al Parlamento la bocciatura della riforma Gemini e fermare lo smantellamento dell’Università Pubblica.

 p/direzione nazionale RdB CUB Università Pietro Di Gennaro