ANMIL: tutela integrale contro i rischi del lavoro

Aldo Bianchini

Quando si parla di “prevenzione contro gli infortuni sul lavoro” è necessario premettere una cosa importantissima, l’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro) si impegna in questa difficile materia molto più di quanto dovrebbero fare, e non fanno, gli Enti  a tal uopo preposti e lautamente finanziati. Detto questo passiamo subito al convegno regionale organizzato dall’ANMIL della Campania nei saloni del Grand Hotel Salerno con un parterre di tutto rispetto condito di politici e specialisti dei vari settori, dalla prevenzione alla rabilitazione, dalla garanzia del benessere del lavoratore  al reinserimento al lavoro ed all’assicurazione vera e propria. Il tutto per capire, dopo anni di convegni-seminari-formazione-informazione e sciupio di danaro pubblico, che tre sono le cose fondamentali per uscire da una staticità operativa che rischia di sommergere il sistema: a) sviluppare e dffondere la cultura della prevenzione cominciando dalle scuole, b) predisporre un vademecum delle norme da esporre sui luoghi di lavoro, c) attivare l’attività di coordinamento tra i vari Enti. E’ questo l’unico sistema per combattere e ridurre al minimo gli effetti devastanti dei tre grandi rischi derivanti dal lavoro: psicologico, organizzativo-sociale ed ergonomico. Avendo seguito da decenni la materia dibattuta nel convegno ho dovuto prendere atto dell’elefantiaca lentezza con cui si muove tutto l’apparato che si esibisce ogni volta nella lettura di dati statistici e spiegazione di immagini e tabelle computerizzate. Eppure proprio in provincia di Salerno, sotto la spinta della sede regionale, l’INAIL una decina d’anni fa, grazie ai dirigenti Alfredo Giordano e Pierluigi Langella, si era mosso proprio nella direzione delle cose fondamentali indicate soltanto oggi, dopo che una commissione ministeriale ha elaborato il suo compitino suggerendolo al parlamento che lo ha approvato il 21 ottobre scorso. L’esperienza e la sperimentazione di Salerno finì miseramente a causa della mancata sensibilità (per non dire altro!!) dei dirigenti che ebbero ad ereditare il messaggio di Giordano e Langella che avevano anche tentato di coninvolgere la Provincia e le scuole nel perseguire il messaggio della cultura della prevenzione.  E proprio l’Ente Provincia, che nel frattempo ha avuto dalla legge compiti specifici in materia di coordinamento tra gli Enti, è stato il grande assente dai lavori del Grand Hotel Salerno. E’ vero c’era l’assessore regionale Corrado Gabriele, ma la Regione è ormai in dirittura d’arrivo e in provincia, a Salerno, spira un vento di novità anche in questa direzione.  Il costo sociale degli oltre seicentomila infortuni sul lavoro all’anno si aggira intorno ai 65 miliardi di euro, cioè almeno tre-quattro leggi finanziarie. E’ altrettanto vero che rispetto al DPR 27.4.55 n. 547 lo spirito del legislatore è cambiato passando dalla pura imposizione di regole al coinvolgimento personale del datore di lavoro nell’allestimento del sistema di prevenzione; sistema nel quale il lavoratore deve sentirsi parte integrante e attiva. Ma la soluzione dei tanti ed annosi problemi è ancora purtroppo, lontanissima. Tutti dovrebbero sentirsi coinvolti, dai saccenti oratori aggrappati ai loro numeri ed alle loro tabelle ai modesti lavoratori direttamente interessati, passando per tutti quelli che a vario titolo e grado hanno a che fare con la prevenzione. Purtroppo negli anni scorsi un fiume in piena di danaro pubblico ha distribuito, a destra e a manca, prebende in nome della formazione, vero paravento di tante responsabilità; e su questa distribuzione di prebende si sono combattute squallide battaglie senza esclusione di colpi, dalle quali neppure l’Inail è riuscito a sottrarsi. La speranza è che le due parallele (come ha detto Acconcia) sulle quali si muove il mondo degli infortuni sul lavoro possano almeno parlarsi, non diciamo incontrarsi, per capire rapidamente che l’assicurazione e la prevenzione non possono più camminare su direttrici diverse e che il ritardo accumulato dal vecchio T.U. del 1965 deve immediatamente essere colmato. Per il bene di tutti, soprattutto dei lavoratori.