Cava de’ Tirreni: Bettini “Partenza dall’Anno 0 per il Pd”

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Goffredo Bettini, ex coordinatore nazionale del Partito democratico, tra i sostenitori di spicco della mozione Marino, ha illustrato a grandi linee  il suo ultimo libro “Pd anno zero”  presso il Teatro comunale di Cava dei Tirreni. Al suo fianco, Franco Vittoria, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico con l’area Marino e del coordinatore provinciale dell’area, Gennaro Fiume. Un modo per ricominciare dall’anno zero, per rivivere  la democrazia, prendendo coscienza degli errori pregressi. “E guardare al futuro- ha commentato in apertura il sindaco della cittadina metelliana Gigi Gravagnuolo, che anche se ha dichiarato di sostenere la mozione Bersani, nutre grande stima per le tesi portate avanti da Marino, non solo di natura ambientale- per debellare la crisi. Un Pd che deve rimettersi in marcia, senza perder pezzi per strada.” “Il che può esser concretizzabile- ha aggiunto Vittoria- nel momento in cui s’evita di coglier le differenze tra le varie mozioni, per evitare che la cristallizzazione possa dare all’esterno la visibilità quasi di tre partiti nell’anima democratica.In Campania occorre realizzare il Pd attualmente inesistente. Anno zero per una forza politica, che deve avere un’identità diversa dal passato, altrimenti s’ignora ciò che s’è verificato. In tal modo, non si va da alcuna parte. Oggi risulta difficile creare partiti, per la spietata concorrenzialità associazionistica. Al di là del vincitore delle primarie, necessario unanime sforzo nel portare avanti un progetto riformista, di un Pd che non costruisce sulle vecchie storie il suo futuro politico. Occorre ascoltare la gente, dar visibilità all’onestà intellettuale. La terza via di Marino, un modo d’allargare il confine tra Franceschini e Bersani. I Partiti, sentinelle democratiche, non posson offrire spazio alle correnti scissioniste, se intendon sopravvivere, ma al dibattito democratico al proprio interno, sale della democrazia. Sulla scelta del sindaco di Salerno al governatorato regionale, non dev’esser imposta dall’alto, ma dalla base.”  Mi sento l’artefice-ha concluso Bettini-. dell’adesione di Veltroni, nel momento in cui teneva più a fare il sindaco, che alla segreteria nazionale.  Affascinati da un Pd che si rivolgesse direttamente al Paese, smantellando le vecchie logiche. Il libro, un excursus tra le mie esperienze politiche, nella seconda parte tratta della “gelata”, di qualcosa che non ha funzionato. La sconfitta elettorale, col ritorno di Berlusconi, non ascrivibile a Veltroni, anzi abile nell’aver attutito il colpo. Avevamo un governo in grande affanno: andare al potere, significava governare la società.  Berlusconi ha combattuto la sua battaglia sul terreno culturale, vincendola. La meritocrazia, accantonata, contrariamente alle nostre idee. Noi abbiam messo in campo una forza riformista, il 33% costituisce un grosso risultato politico, anche se ambiguo. Con la mozione Marino, che sposo in pieno, l’opportunità di ritornare alla chiarezza di cui necessita l’elettorato ed alla concretezza. Riformismo ed umanesimo nell’orizzonte Pd. Nella modernità, tanta paura. La destra, dinanzi a ciò, ha risposto con le gerarchie, cosa umiliante. La sinistra, deve esperire altre alternative, trovare reti umane, realizzando se stessi e puntando sul merito, che gira le spalle ai privilegi. Solo così potremo riscrivere una nuova pagina politica, partendo proprio dall’anno zero”