Salerno:Pptt Via Fiume, deposito cittadini, autentica vergogna!

 Non sappiamo che sia colui o colei che coordina gli uffici postali della città. Sta di fatto che, in una assolata giornata di settembre, raccogli l’anonimo avviso giallo nella cassetta della buca della posta, che ti annuncia l’arrivo di una raccomandata. Tanto per cominciare, il postino – per abitudine consolidata – non riempie la voce relativa alla provenienza. Un elemento importante che, per chi sa le proprie cose, potrebbe accelerare o meno il ritiro di quella lettera. In secondo luogo, essendo rimasto in casa per alcuni giorni e non avendo ascoltato il citofono, pensi di non sentire più tanto bene. Possibile, infatti, che il postino non bussi almeno una volta? Pazienza, ti armi di tanta pazienza, prendi l’auto, passi davanti all’ufficio postale di Torrione a poche centinaia di metri da casa tua, e prosegui per diversi chilometri fino a Via Fiume, zona Mariconda. Sono le 10.00 del mattino quando, a distanza, noti una fila di gente fino in mezzo alla strada. Tutte persone in fila per ritirare una raccomandata. Ti metti le mani nei capelli. Ad occhio e croce ci vorrà più di un’ora per ritirare quella maledetta o benedetta sorpresa. Chissà! Appena ti accodi, i mormorii e le proteste di una cinquantina di persone, più o meno, non si contano. Più o meno tutti recriminano la stessa cosa. A cominciare dal fatto che più d’uno lamenta il mancato contatto citofonico da parte del postino.“Tanto a loro che gliene frega. Fanno parte di una società privata che guadagna sul deposito degli avvisi. Lo buttano nella buca e non si degnano di aspettare!” Altro commento: “Un mio amico commercialista si è talmente stufato di trovare avvisi nella buca delle lettere senza essere preventivamente avvertito tramite citofono che, alla fine, ha citato in giudizio più volte le PPTT, sostenendo di non avere mai ricevuto quegli avvisi. La sua parola contro quella del postino. Il giudice di pace gli ha dato finora sempre ragione!” Bell’idea, pensi all’istante. Se tutti facessero così, le PPTT fallirebbero a furia di perdere le cause. Intanto il tempo passa. Altro che un’ora. Il fatto è che, appena giunti allo sportello, passano in media dai quattro ai sei minuti per l’adempimento di tutte le formalità, la più complessa delle quali sembra proprio la ricerca della raccomandata che ti riguarda. E nel frattempo la coda si allunga. Per non finire sotto le auto in transito, molti si accomodano sotto gli alberi usufruendo di qualche panchina. In gran parte sono pensionati. Ma ci sono anche tanti lavoratori che provengono da un asse lunghissimo, da Torrione a Mariconda. Solo per il ritiro delle raccomandate. Per tutti gli altri servizi possono rivolgersi agli uffici di zona. Non sappiamo che coordini questa attività organizzativa. Ma chiunque egli o ella sia, farebbe bene a vivere la medesima esperienza di attesa dei cittadini. Sotto un sole ardente ieri, sotto la pioggia, magari, domani.Una vera e propria vergogna che si reitera da anni, peggiorando sempre di più. Sono trascorsi novanta minuti, nel frattempo, e cominci ad intravedere lo sportello. Solo due gli impiegati, per un orario che va dalle 9.30 alle 12.30. Poi sei fuori. Ragion per cui, se ti metti in fila intorno alle 11.30, rischi, come accade, di rimanere fuori della porta e di tornare il giorno dopo. Come se la vita della gente debba dipendere da una raccomandata per quanto importante possa essere. E meno male che le PPTT italiane sono diventate così ambiziose da volere fare pure banca. Visto quel che accade manco a pensarci, per quanta convenienza possa esserci.  Signor Direttore Provinciale delle PPTT di Salerno, non è possibile che lei non sia informato di questi disagi inverosimili per la cittadinanza. Se non ci crede, le rinnoviamo l’invito a venire di persona una qualsiasi mattina della settimana e a mettersi anonimamente in fila. Raccoglierà, senza volerlo, le confidenze di tanta gente e forse si convincerà che è giunto il momento di mettere ordine nell’organizzazione da terzo mondo di cui attualmente gode la città grazie all’ufficio che lei dirige.

Nel meccanismo globale tra pubblico e privato che attualmente regola i servizi postali c’è necessariamente qualcosa che non funziona. Le ditte private incaricate della consegna degli avvisi vanno controllate effettivamente. Il servizio deve essere più efficiente e corretto. Le cartoline-avviso devono, ribadiamo, devono essere compilate regolarmente e lasciate nella buca delle lettere solo dopo che il postino ha bussato e atteso civilmente i minuti necessari perché una persona qualsiasi, specie un anziano o chi si voglia occupatissimo in cucina o altrove, possa rispondere senza affanno o correre il rischio di inciampare prima di rispondere. Ma, soprattutto, si riveda l’intera organizzazione del ritiro delle raccomandate, trasferendo questo servizio alle varie sedi postali dei quartieri della città. Centinaia di ore di attesa per altrettante persone è un tempo infinito sottratto al lavoro ed alla stessa pubblica amministrazione. Pensa che il ministro della funzione pubblica Brunetta sarebbe d’accordo su tanta inefficienza ed incapacità organizzativa? De Luca, sindaco, fa sforzi giganteschi per dare a Salerno un’immagine dignitosa e rinnovata, oltre che funzionale. Lo facciano anche le Poste Italiane, Signor Direttore Provinciale!!!