Scuola da riformare.Iannuzzi “Il sistema non regge più!”

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Un sistema che non regge più. E che non si può mantenere, in un Paese che sfida la modernità anche culturale. A cui la scuola deve giocoforza rispondere, con delle offerte esaustive e calate nel tempo. La massiccia agitazione del precariato, i tagli ai posti di lavoro, il personale Ata in ginocchio, sentinelle d’allarme di una scuola che non può più soddisfare il suo ruolo, rimanendo nostalgicamente ancorata al passato. Che poi la Campania sia la Regione più mortificata a riguardo, un altro tassello di quel Sud che arranca sempre, non solo in termini di qualità dell’offerta, ma anche di unità preposte a ciò. Tra tanti politicanti e  parolai, mortificato il diritto al lavoro. Flesso il pio desiderio di trovare l’inserimento atteso, dopo anni di trafile burocratiche. L’ennesima batosta, ancora una volta inflitta dal Governo in un settore già penalizzato. La scuola non ce la fa a rispondere alle sfide di un ennesimo complotto contro la sua autonomia gesionale. Senza fondi, non si cantano glorie. Non si possono celebrare Messe. Semmai liturgie funebri. “L’offerta formativa non è rapportata alle effettive urgenze della società- dichiara il dirigente dell’Ufficio Sciolastico Provinciale, Luca Iannuzzi-. La riforma Gentile,  superata da un bel pezzo, in quanto lo spaccato contemporaneo, non più l’humus di un tempo. In cui altre priorità straripavano. Dall’Unità d’Italia, al fare gl’Italiani! L’attuale sistema, ancora maggiormente in crisi, in quanto diretta emanazione di quello centrale, con i segni dello sfascio. La direzione intrapresa dal Governo,  coerente, ma urge una riforma strutturale, abolendo l’offerta in vigore, ormai sorpassata. Il prossimo anno scoalstico, il quadro non è destinato a migliorare. La contazione degli organici, dovuta al decremento delle iscrizioni, il nostro Paese a nascita zero per natività, non fa stere allegri. Il top, una volta tanto, guardare in faccia la realtà. Mirare alla qualità dell’istruzione. I nostri allievi continuano a far brutte figure, comparati a quelli degli altri Paesi. La scuola, attualmente, non offre la preparazione per abrogare anche grosse lacune ortografiche. Va impressa una generosa mano di vernice al tutto. Io son pronto ad offrire il mio contributo pragmatico, qualora richiesto, in commissioni specifiche, per  esperire tecniche e strategie atte a far decollare davvero la scuola. Se le cose rimarranno al palo, avremo ancora tanto malcontento, tanti tagli ed ovviamente tante unità lavorative, che rimarranno inoperose.