Lamento per il Sud

 Salvatore Ganci

“… un lamento d’amore senza amore”, così terminava la lirica di Salvatore Quasimodo “Lamento per il sud”, che dà il titolo a queste considerazioni. Per me, con un cognome di inconfondibili origini, ma “formato” intellettualmente nel nord, nella Lombardia rurale e razzista degli anni ’50 che mi elargiva gratuitamente una “integrazione” a suon di legnate (quattro o cinque più grandi contro uno), poi la Liguria dove le amicizie avevano spesso quella “riservatezza” come tra Fred e Konradin nella Germania pre-Hitleriana, spesso l’indifferenza bonaria o un apprezzamento con riserva che richiamava i versi di una canzoncina di Fabrizio de André su “… un osso bucato, con affettuoso disprezzo gettato”… Da uomo “… che grida ovunque la sorte di una patria …” (per tornare ai versi del grande Salvatore Quasimodo) io  sento da una vita di essere senza una patria. Estraneo in Liguria come estraneo a Siracusa. Probabilmente mi sentirei meno straniero se vivessi a Milano o nella periferia di Parigi. Forse una mattina si riscoprirà all’improvviso una realtà che di fatto percepisco da una vita: l’Italia divisa in due nel senso della latitudine (se non in tre o quattro tronconi). Colpa della “Lega”? Nelle vicende storiche le cause economiche sono un fattore di estrema importanza (per quel poco che di Storia ho imparato tanti decenni fa). Abituato alla “misura” e alla convinzione che quando ciò di cui si sta parlando non è esprimibile in “numero” allora “scarso è il progresso conoscitivo”, rimango alquanto impressionato ma convinto da alcuni dati numerici di fonte “oggettiva”. Gli “accompagnatori per ciechi” (pardon, per “non vedenti”) sono 148 nel Nord esteso al confine Campania-Molise-Puglia e 705 nel Sud e Isole. Colpisce il dettaglio dei 32 accompagnatori di Agrigento contro l’unico di Bergamo, come i 4.39/1000 invalidi del sud contro i 2.91/1000 del nord, come l’11.7% di disoccupazione giovanile del nord contro il 32.3% del sud. Per evitare commenti ingiuriosi, taccio sulle “evasioni” su tutti i fronti, sui conti in rosso di Catania, sul costo di smaltimento dei rifiuti in Campania, sul soverchiante rapporto di “precari” nello stato e nel parastato sotto la linea geografica sopra citata rispetto a quelli del nord. Taccio sui morti per casi eclatanti di malasanità, sulla Filosofia del vassallaggio politico: non funziona più, l’Italia è spaccata politicamente ma la Lega ha le idee chiare ed è compatta ed organizzata. Il politico (impariamo leggendo Asterix) sa interpretare e girare le cifre come vuole e non mi stupisce che questi “numeri” siano “interpretati”, ricercandone le cause, ma l’artigiano di Biella che ha la piena consapevolezza di pagare più di cinque euro giornalieri per un sud in bancarotta e governato da “furbetti”, anche lui ha il diritto di “gridare la sorte della sua patria” dove non lavorare appare moralmente dequalificante e dove il disoccupato invece di incendiare cassonetti e dar fuoco ai bus (tanto paga il contribuente) si consorzia in cooperativa con altri disoccupati (inclusi diplomati e laureati) per “idee concrete” che talvolta funzionano, talvolta, purtroppo, no. Sarà una diversa percezione della vita? Una volta (quando la leva militare era obbligatoria) e in uno Squadrone di oltre un centinaio di persone c’erano un po’ tutte le regioni d’Italia, il fatidico “stia punito” aveva cause spesso legate ad una diversa “percezione della vita” tra nord e sud. Soprattutto alla consapevolezza che nello Squadrone “le regole del gioco” erano ben diverse e di univoca “lettura” rispetto al luogo di provenienza: soprattutto c’era una regola semplicissima “se quando ripasso tra mezz’ora lo Squadrone non è “a specchio”, lei finisce dentro” (se non peggio): da notare il rispettoso “lei” al subalterno.  Peccato mi sia mancata l’occasione di raccogliere dati statistici, ma c’era molto lavoro da fare allo Squadrone … e non c’era tempo di annotare statistiche.  Forse è meglio dire “basta con la siesta”, l’economia è in recessione e la rinascita richiede iniziative individuali con tante belle idee concrete nei settori del primario e del secondario. Il sogno del furbetto “fare poco e farlo fare agli altri  è finito; per tutti, sia a nord che a sud.