Dalla Capitale la riscossa gay

 di Rita Occidente Lupo

L’omofobia ha voce. Alla luce dei costanti attacchi di violenza, che mirano agli omosessuali, un mini gay pride mensile in Capitale, per sensibilizzare il Governo al varo di una legge a riguardo.  Incontri presso la “gay street”, la strada degli ultimi episodi, in San Giovanni in Laterano, con una fiaccolata, in segno di protesta. Il 2 settembre, alle ore 22,00, tutte le associazioni di categoria, che vogliono essere tutelate dalla mordace xenofobia. I recenti fatti, non solo a Roma, evidenziano l’intolleranza per le coppie gay. Una ribellione all’omosessualità dichiarata, spiattellata pubblicamente. Vissuta anche intimamente, sotto gli occhi di tutti. La violenza drizzata a coppie allacciate, dal Lungomare, al gay village, in atteggiamenti intimi o affettuosi. Nessun assalto alla diligenza… per partito preso! I gay non vessati nella loro diversità, ma attaccati nel volerla vivere come l’etero. La violenza esercitata, come il turpiloquio, comunque condannabile: inammissibile. Stranamente, nel momento in cui sfilano continuamente, da un pride ad un altro, tanti attacchi. Per la violenta imposizione di ciò che non è normale. Nel rispetto della diversità, non possono comunque essere equiparati diritti e sovvertita la natura. L’ omofobia, esecrabile quanto l’omomanìa, che pure incalza. La valenza educativa, valoriale, crollata con i suoi punti di riferimento. Far venire meno il ruolo genitoriale, distinto nell’eterosessualità, troppo. A quale famiglia si riferiscano le associazioni di categoria, ancora non sembra chiaro. Se si scivola nel soggettivismo d’ogni visione, la pedagogia deve scendere in campo. Tutelare il minore e chiedere quali meccanismi scattino in lui, nel momento in cui deve identificarsi con uno dei genitori, a seconda del sesso. Ed ancora, quali specifiche mansioni e caratteristiche dei due coniugi, confuse in un’identità che mostra lo stesso sesso. Svolta culturale, valore alle differenze, di cui parlano, macigni empirici. La cultura,  non può essere smarrimento di personalità per un minore, bensì supporto  alla sua crescita, alla sua identificazione con l’ambiente circostante. E, da che mondo e mondo…in principio Dio li creò maschio e femmina!