E la chiamano Sanità

di Rita Occidente Lupo

L’ennesimo decesso. Antonietta Manetta al Cardarelli di Napoli. Per non parlare di Giuseppe, morto per un’appendice in Calabria.Tra lo stupore ed il raccapriccio dei familiari, la somministrazione farmacologica letale. Passando per l’altra tragedia di Caltanissetta. In pochi mesi, sette decessi davvero tanti! E la chiamano Sanità. L’intervento per guarire. Per star bene, se infermi. Sopravvivere, se  in procinto di passare all’altro mondo. Invece, di Sanità, spesso e volentieri, si muore nel nostro Paese. In questi ultimi sgoccioli d’agosto, di tutto, di più. Decessi sospetti, carenza di strutture, mancanza di soccorsi. Il Sud del Paese, flagellato dall’incuria della mala Sanità. Addirittura, chiusa per ferie! Come avvenuto per il giovane ventitreenne, la cui famiglia s’è costituita parte civile, per la morte del proprio caro che, a sua detta, avrebbe potuto scampare il pericolo, qualora la sala operatoria del nosocomio fosse stata aperta. Filippo Li Gambi, nel pieno dei suoi anni: 23, troppo pochi per morire! Questo caso, come altri analoghi. Il caldo eccessivo ed il mese estivo, acceleratori della chiusura per ferie, di molti reparti sanitari. Dinanzi alla vita, non si può andare in vacanza. E chiudere, come se si gestisse un pubblico esercizio commerciale, l’assistenza pubblica. L’omissione di soccorso, la responsabilità per gli esiti luttuosi di certi casi, quanto nei prossimi giorni occorrerà accertare. Ed il Ministro Sacconi, contro la maglia nera sanitaria, ha disposto gli accertamenti del caso. Ispettorri che dovranno battere il Sud, per constatare la condizione in cui versa l’assistenza medica. Ma non sarà certamente scoperto l’uovo di Colombo…forse che dalla bella Napoli non è giunto l’urlo, l’estate scora, dei letti a castello, degl’insetti tra le corsie, in un Pellegrini infausto? Ed il perenne buco, che ha portato al commissariamento del settore, dopo interminabili manovrine regionali, per tamponarne economicamente la voragine deficitaria?