Velenose storie di portafogli vuoti e del web commerciale
Alessio Ganci
Tempi passati, quelli in cui si potevano guardare dei filmati su Internet, creare blog, utilizzare la posta elettronica gratuitamente senza limiti. Sono anche tempi recenti? No. Questo non vuol dire che non si possa più guardare un filmato su YouTube. Però presto bisognerà pagare per poter scaricare i filmati sul proprio computer e guardarli off-line. Non che non esistano già degli YouTube-Downloader gratuiti e funzionanti… ma l’utente medio non ha nemmeno mai cercato in un motore di ricerca come Google se fosse possibile scaricare i filmati dal noto sito di condivisione video. L’utente medio guarda i video in streaming senza preoccuparsi di scaricarli. Chissà come reagirà quando troverà bello in vista sul sito di YouTube un comando di download. Penserà ad una grande innovazione (da brevetto, magari) a pagamento, ma comunque interessante. Invece avrà scoperto l’acqua calda, dato che il comando di download esiste già ed è accessibile dagli YouTube-Downloader. Quindi… conviene sborsare? Io dico di no. Il fenomeno del web commerciale non si ferma solo a YouTube. Infatti Netlog, poco noto social-network (ma molto conforme alla privacy e alla protezione dei profili degli utenti) offre, fin da ora delle funzioni avanzate a pagamento. O meglio… in un account si possono accumulare dei crediti, che si possono acquistare via telefonica, Short Message Service o per carta di credito. Insomma… questi crediti sono un altro modo di illudere al guadagno, come se si giocassero delle fiches al casinò. Però le fiches si pagano comunque. E comunque i crediti di Netlog si possono ottenere gratuitamente con dei trucchetti maligni, ma perfettamente legali, come ad esempio l’appoggiarsi a dei programmi gratuiti, ma comunque sponsorizzati da Netlog e utilizzarli per guadagnare crediti. Risultato: un programma (magari utile) in più, aggiunto a dei crediti gratis… volete ancora pagare? I blog gratuiti? Scordarseli, se ci si appoggia a WordPress.com. Infatti, già adesso, alcune funzionalità sono a pagamento come abbonamento annuale. Se proprio devo pagare annualmente, preferisco sborsare per un dominio web (per altro dello stesso costo delle funzionalità WordPress.com.) e installarci WordPress.org, che almeno mi offre l’accesso a tutte le funzionalità gratuite/a pagamento di WordPress.com più un interminabile elenco di altre funzionalità e una gestione completamente personalizzata del blog. Lo stesso giornale on-line Dentro Salerno, anche se non è un blog, è basato su WordPress.org. Vuol dire che la soluzione gratuita è talmente qualitativamente superiore a quella commerciale da potere essere utilizzata anche per siti che non sono blog. Tradotto in soldoni: dovrei pagare per limitarmi le funzionalità?Skype, come segnalato in un articolo precedente, permette, mediante credito o abbonamento mensile di telefonare da computer a telefoni tradizionali, mentre, solo con abbonamento, si può avere un numero personale on-line per poter essere chiamati dai telefoni. Io non lo pagherei questo abbonamento. Non mi scordo del servizio RingToSkype, che fornisce gratuitamente un numero on-line, oppure del servizio GetNumber, che vende numeri a pagamento, ma senza essere vincolati ad abbonamenti. Adesso anche Facebook, secondo una notizia del giornale CHIP.eu di Agosto 2009 suddividerà presto gli account in due gruppi: limitati, che non permettono un certo numero di contatti e a pagamento, illimitati (e chiaramente, rigorosamente sotto canone mensile). Io qui non mi porrei neppure il problema di come evitare di pagare, dato che Facebook, come segnalato in un articolo precedente non conosce la parola privacy. Qui mi porrei di più il problema di… migrare verso social-network più sicuri. A quanto pare, anche se il web diventerà presto a pagamento (e, come da esempio per i Blog e per Skype, parte del web è già a pagamento), esistono le vie di fuga. “Beati” gli ultimi a non conoscere queste vie, perché saranno presto i primi a sborsare soldini.