Salerno: al Teatro dei Barbuti, Premio Perrotta a Mario Di Gilio

 “Dopo aver girato il mondo con i miei spettacoli ed essere stato ricevuto da tutti i grandi della terra, da Tito a Chavez, dopo aver lavorato al fianco dei più grandi artisti internazionali: da Josephine Baker a Totò, torno nella città dove sono nato per ricevere il Premio Perrotta al Teatro dei Barbuti. Nella mia stanza piena di trofei avrà un posto speciale perché ricevuto a Salerno”. Così, commosso, Mario Di Gilio, vero mattatore dello spettacolo del Novecento, ha commentato sabato sera sul palco dei Barbuti il conferimento alla sua persona del prestigioso riconoscimento. Dinanzi ad un pubblico entusiasta, da vero “one man show” Di Gilio si è prodotto in uno spettacolo unico fatto di imitazioni, canzoni, battute folgoranti e soprattutto un florilegio di aneddoti inediti sui suoi incontri di lavoro con attori e cantanti. In primis l’esperienza unica di lavorare a teatro con Totò: “Mentre ricevevo la maschera d’argento alla casina delle Rose di Roma, Totò punto il dito verso di me e disse: quello lo voglio nella mia compagnia. Dietro le quinte il Principe era triste e malinconico. Chiedeva spesso di me perché lo facevo ridere e divertire tra uno spettacolo e l’altro. Era nata una tale amicizia che spesso mi raccontava particolari personali della sua vita, onorandomi di una confidenza unica. Tra gli altri attori c’era addirittura una sorta di invidia, mi additavano come “il giullare del re”. Nel ricevere il Premio Perrotta sul Palco del Teatro dei Barbuti, Di Gilio si è commosso ed ha avuto parole di ringraziamento per la direzione artistica, nella persona di Giuseppe Natella: “Grazie Salerno, grazie Barbuti. Dedico il premio ad alcune persone. In primis a Mario Perrotta, poi all’attore Franco Angrisano, che come me era stato dimenticato nella sua città”. Impossibile in poche righe ripercorrere la lunga carriera di Di Gilio: attore, imitatore, cabarettista, cantante, protagonista in ruoli teatrali e  cinematografici. Nel 1951 con la compagnia dei fratelli Maggio. Nel ’56 viene scritturato da Remigio Paone per lo spettacolo “ A prescindere”, del grande Totò, dove si conferma attore di gran classe. In piena ascesa viene scritturato all’ Olimpià di Parigi, dove si trova a fianco di  Edith Piaf e Yves Montand.  In seguito torna ed è scritturato per una tourneé con Josephine Baker, replicandola l’anno seguente. E’ stato protagonista in di diverse pubblicità d’autore nel mitico Carosello. Anche l’America ha avuto modo di apprezzare Mario Di Gilio: ha debuttato a metà degli anni ‘60 al Madison Square Garden di New York con Massimo Ranieri, Orietta Berti, Luciano Taioli. Fino al 1980 è stato un susseguirsi di tourneé americane, toccando i maggiori teatri delle principali città degli Stati Uniti. Di Gilio ha lavorato, tra gli altri, con: Renato Carosone, Claudio Villa, Silvana Mangano, Nino Manfredi, Janne  Russel. Frankie Laine. In seguito ai successi ottenuti gli viene conferita la “maschera d’argento” alla Casina delle Rose di Roma. Insieme a Liliana De Curtis, è stato il promotore del Premio Totò. La serata di Gala del Premio è stata presentata da Davide Curzio. Sul palco, ad incalzare l’attore per i suoi racconti,  i giornalisti Gabriele Bojano e Paolo Romano. Il riconoscimento è una scultura ceramica originale “Il Longobardo”, realizzata dal maestro Nello Ferrigno. Lunedì 24 agosto, intanto, nel portone di Palazzo Guarna, appuntamento con “A tavola con il principe Gisulfo”, cena medievale con abiti d’epoca originali di sartoria.