Insulti alla Prof. su Facebook: occhio collega!

 Salvatore Ganci

Ma non è più una novità: la berlina mediatica è così facile e comoda! Peccato che questi cinque ragazzotti piacentini tra i 14 e 15 anni, appena usciti dalla scuola media, siano stati oltretutto così ingenui dall’avere sputtanato la loro Prof di Lettere, una quarantenne piacentina, usando un IP fisso domestico e facendosi così beccare dalla Polizia Postale senza nessuna fatica. E dire “sputtanare” è un eufemismo perché oltre alle feroci critiche sulla didattica luciferina della prof fornendone le esplicite generalità, sono passati  poi  a commenti di natura sessuale e a pesanti insulti. La Prof si rivolge ad un Legale e denuncia alla Procura i suoi ex allievi. Si costituisce anche parte civile nel procedimento richiedendo (giustamente) i danni morali. Ahi, ahi, cara collega, il tribunale dei minori competente è quello di Bologna; sì, cara collega, lo stesso tribunale dove il P. M. Annamaria Fiorillo ha archiviato la querela presentata da un altro  tuo precedente collega offeso e sputtanato su Internet,  perché il Docente “invece di ricercare un chiarimento con gli studenti” e dialogare con loro, sporgendo querela per diffamazione ha preferito “la strada della punizione e del risarcimento” perdendo “la preziosa occasione di mettere in pratica l’educazione, e cioè il suo mestiere, verso se stesso e verso gli studenti“.  Ma cara collega, dopo questo precedente rischi anche tu di essere “bacchettata” perché hai perso una preziosa occasione. Forse parti con un vantaggio: essendo questi ragazzotti già fuori dalla tua scuola puoi contestare che manca l’occasione per poter dialogare. Proporrei a questo illuminato P.M. di chiedere un provvedimento amministrativo per far tornare in terza media questi bravi figlioli, così può essere dato alla Prof. L’occasione di un prezioso dialogo e di un “chiarimento”. Eh, sì, cara collega: un preside transitato un anno da noi (uno davvero “tosto” sotto il profilo giuridico) disse una frase che ci fu di guida: “Cari colleghi, chiunque ci può fare del male e con pochissimo sforzo …”. Anche ammesso che tu non fossi esente da critiche (e chi di noi non lo è) l’allievo che della scuola ha capito almeno come si sta al mondo, figlio di genitori attenti alla scuola e al proprio figlio,  avevano lo strumento della richiesta ispettiva a tuo carico.  Ma Internet è più comodo: lì ognuno pensa che si possa scrivere qualunque cosa e screditare chiunque con scritti e immagini. Basta avere l’ADSL e dire, se va male: “ma noi si voleva solo scherzare, è una cosa che fanno tutti …”, Sicuramente i genitori saranno solidali con questi  figlioli “che la scuola non ha capito …”.  Cara collega, ti auguro ogni bene, ma speriamo che il P. M. non faccia il “bis” (c’è il precedente!) archiviando la tua querela e bacchettandoti.