Eboli: detenuti e notte dei tamburi

 

E’ partito il countdown per la sesta edizione di Rockarìa, la rassegna musicale per gruppi emergenti organizzata nei territori della piana del Sele dall’associazione Nikita. L’evento nato per aprire una finestra sul mondo delle rock band italiane quest’anno cambia pelle aprendosi ai ritmi avvolgenti e caldi delle sonorità afro-latine. Ma non è tutto, il festival avrà come vessillo “la pace”.  E’ stata presentata, infatti, questa mattina (4 agosto 2009) alla stampa presso l’aula comunale I.Bonavoglia di Eboli “Rockarìa for peace”, una prima edizione che Dario Amaltea, promotore dell’evento,  ha voluto dedicare all’amico Job (ex direttore artistico) scomparso solo da pochi giorni, ed ha voluto che fosse il suono dei tamburi a sintetizzare quel messaggio d’amore che unisce culture e popoli diversi, liberando le più intime emozioni del cuore.   “In un mondo dilaniato dal dolore, la speranza della pace non deve svanire”, spiega Amaltea, “con la musica questo è possibile, perché con essa si è capaci di arrivare dove spesso le parole falliscono. Questo lo scopo che vogliamo raggiungere portando in piazza non solo artisti di fama internazionale ma anche le esperienze di quanti trovano nella musica una guida, risvegliando passioni e coscienze”. Ed è coinvolgendo il gruppo dell’ICATT (istituto di custodia attenuata per tossicodipendenti) di Eboli che gli organizzatori hanno voluto puntare i riflettori sul sociale, su quella che è oggi la condizione carceraria e le possibilità di recupero e reintegro dei detenuti. Ospite di Rockarìa 2009, infatti, il gruppo “Uommene & tambure” composto dai ragazzi che hanno aderito al programma “Arte per la salute” curato dietro le sbarre dal musicista Pino Turco che, grazie alla piena collaborazione del Provveditore regionale A.P. Tommaso Contestabile e del direttore della CR di Eboli, Rita Romano, è riuscito in pochi mesi dove molti hanno fallito: ovvero portare in scena storie di vita vissuta, di tragedie e di riscatto.  “E’ bastato liberare l’animo da nodi psicologici, operando concretamente sulla soddisfazione emozionale per restituire ad ognuno di loro la dignità, e soprattutto l’autostima. Colmando la solitudine con la libera espressione artistica di un “gruppo sociale”si è giunti alla creazione di uno spettacolo capace di valicare le mura carcerarie interagendo con l’esterno”. Così Pino Turco riassume l’esperienza in corso con i giovani dell’ICATT che presenterà per la prima volta al pubblico di Eboli nello spettacolo “o’ Cunto do’ quatto ‘e coppe”. Straordinaria poi la partecipazione di Sasà Caruso che dopo un lungo percorso dietro le sbarre ha oggi la possibilità di tornare alla sua musica, a quelle sonorità tipicamente partenopee che per anni hanno riempito piazze e locali e che lo hanno portato ad esibirsi al fianco dei re delle percussioni, Esposito e De Piscopo solo alcuni dei nomi.

Plauso per la scelta dei temi e degli ospiti anche da parte degli enti patrocinanti, in primis il comune di Eboli, rappresentato dall’assessore alle Politiche sociali, Luca Sgroia: “L’evento promosso è testimone della straordinaria capacità degli operatori dell’ICATT di Eboli e del terzo settore di avviare percorsi di educazione e riabilitazione dei detenuti e dimostra quanto sia necessaria e possibile una loro completa integrazione sociale”.  Presenti questa mattina in conferenza stampa anche il presidente della pro loco di Eboli, Antonio Lamberti e Domenico Spinelli, presidente della Confesercenti-Eboli, promotori dell’evento che vedrà in piazza della Repubblica la partecipazione del percussionista Tony Cercola, degli Afro Drum e degli italianissimi  maestri di samba “Unidos do Batacoto”.