Follia omicida giovanile

di Rita Occidente Lupo

La follia omicida, demone giovanile, ghiaccia il sangue. Tempo fa Erika ed Omar, allertarono anche le famiglie serene. Dietro l’apparente giovinezza di una teen ager, ansie criminali. Con la complicità del coetaneo del cuore. Ancora interdetto l’unico superstite, il padre, che in questi anni ha continuato il rapporto tra le sbarre con l’unica superstite della strage: l’autrice. Allungando lo sguardo oltre confine, ancora sangue per la cronaca. A Mosca,  due anziane trucidate a colpi d’ascia da una studentessa in medicina. Candidamente lucida, nell’imputare quasi a  Dostoievski il crimine. Autore d’aver acceso in lei un dubbio amletico.  ”Sono una bestia tremante o ho il diritto di farlo?”Questo quanto riferito alla Polizia. Studentessa dell’Accademia di medicina di Novosibirsk, in Siberia, citando il protagonista di ‘Delitto e castigo’ , l’assassina ha quasi voluto crearsi un alibi intellettuale.  Drammatiche le sue emozioni e la sua reattività. “Non ha provato alcun sentimento dopo il reato, a tal punto da volerne commetter un terzo” sue testuali dichiarazioni.  Dinanzi a tali asserzioni, la paralisi. Dietro l’habitus di ogni giorno, il peggiore killer seriale. Specialmente giovane ed esponente del gentil sesso. Un medico che, al posto del bisturi, opta per l’ascia. Mutuando il suo ruolo di soccorritore degl’infermi, in autore letale. Una giovinezza bruciata ancora dal desiderio di altro sangue. E di poter continuare senza batter ciglio. Per la giovane omicida, al posto delle corsìe sanitarie, le sbarre della reclusione ed un’inevitabile equipe socio-psichiatrica. Per le povere vecchiette, purtroppo, non c’è stato nulla da fare. Quando i soccorsi sono giunti, ormai erano già all’altro mondo.