Sassano: sarà Vero? Riceviamo e pubblichiamo

  Una “leggenda metropolitana” racconta di un cedimento sulle fondamenta della struttura considerata il “mostro di Sassano”.  Intanto i lavori sono fermi da tempo. Perché? Ad un recente concorso fotografico – Non solo Punta Perotti – organizzato dal VAS (Verdi ambiente società) e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente è stato definito “lo scheletro bianco”, mentre è conosciuto da tutti come il “mostro” di Sassano.  Non è un film dell’orrore, si parla dell’incoerente e vergognosa struttura sorta in pieno centro storico e che nel “perverso e fantasioso” percorso di valorizzazione farneticato dagli amministratori che approvarono il progetto dovrebbe ospitare la nuova sede municipale ed i cui lavori, per ragioni non particolarmente chiare, sono fermi da tempo. Nel 2002, quando si decise la realizzazione della struttura, la rivista  dell’ Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Salerno elogiava l’iniziativa dell’amministrazione facendo riferimento al concorso di idee indetto ed in un articolo sintetizzava le motivazioni espresse dalla commissione sul progetto che poi risulterà vincitore :”…  La soluzione architettonica si ritiene che tenga in debito conto gli elementi preesistenti con chiari riferimenti agli aspetti storici e che ben si inserisce nel contesto circostante sia per quanto riguarda il rapporto plano-volumetrico che per quanto attiene la sistemazione a verde che richiama, in chiave attuale, gli antichi orti Sassanesi. L’idea progettuale è supportata da una analisi funzionale giustificativa della dislocazione e organizzazione delle funzioni e sono dettagliatamente descritti gli spazi e i volumi in relazione ai fabbisogni organizzativi nonché alle esigenze della collettività.” Il titolo del progetto,  poi approvato, era il seguente : “ Spirito nuovo tra antiche mura”. Ma si sa gli architetti appaiono per loro natura professionale estrosi e, in questo caso, portati a vedere il bello la dove gli occhi dei comuni mortali intravvedono, magari, solo volgari colate di cemento, e qualche volta si può non essere d’accordo con le loro valutazioni. In quanto allo “spirito nuovo”, proposto dal gruppo dei progettisti – quattro tra cui nipoti e collaboratori di attuali amministratori, con cariche attive anche in enti comprensoriali – si fa fatica a percepirne il senso, visti i risultati e l’impatto estetico della struttura in quanto a coerenza architettonica e ambientale. Lo “sforzo” di tante idee poste a concorso (sei in totale) e, nel caso citato,  successivamente messa in opera è sotto gli occhi di tutti.  L’immagine di quella che può essere semplicemente considerata una grande offesa al “comune senso del pudore” e di rispetto per l’ambiente è stata giudicata – nel concorso fotografico del VAS – ex equo, degna del primo posto insieme ad un’altra orrenda costruzione, anche questa in provincia di Salerno, il cementificio di Sapri. A margine di quanto ormai può essere considerato storia, la realtà dei fatti denuncia un fermo dei lavori. Eppure, pare, che le risorse finanziarie non manchino.  In base al piano di programmazione delle opere pubbliche per il triennio 2006-2008 risultano essere state destinate per il “completamento costruzione della nuova casa comunale II LOTTO (700mila €) E III LOTTO ( 800mila € )”. Risorse che vanno sommate alle centinaia di migliaia di euro già utilizzati per il primo lotto e che alla fine dovrebbero portare l’ammontare del costo dell’opera ad alcuni mld delle vecchie lire.  E, poco importa che la nuova casa comunale nasce in un’area problematica da raggiungere, ove è difficile trovare parcheggio, che rappresenta un’ulteriore barriera architettonica per i portatori di handicap e persone anziane, con spazi ed ambienti di lavoro alienanti per i dipendenti ed i cittadini.Sulle cause per cui i lavori non proseguono, sulle cui ragioni bisognerebbe, quantomeno, chiedere un approfondimento ed una individuazione delle responsabilità amministrative,  da tempo circola una vox populi ( ma si sa, potrebbe essere considerata anche vox dei) : sembra che l’edificio  abbia ceduto sulle proprie fondamenta inclinandosi di alcuni centimetri (tali incontrollate voci non chiariscono se per errori di progettazione o costruttivi o per uno scivolamento del terreno) e, per consentire che siano in grado di supportare l’intera struttura, si stiano studiando soluzioni alternative come l’eventuale l’abbattimento e/o mancata costruzione di un piano.  Vox populi dicevamo. Nel “regno dell’omertà” non ci è dato sapere se tutto ciò è vero o falso, probabilmente semplicemente annoverabile tra le inquietanti leggende metropolitane costruite dalla fantasia di gente che fatica a metabolizzare un tale sfregio imposto nel cuore del centro storico.  Una realtà, la cui cura e recupero sono solo un fastidioso dettaglio  per coloro i quali  hanno amministrato in questi anni – da oltre 25 anni sempre gli stessi impermeabili a qualsiasi ricambio generazionale e culturale -,  distratti dalla gestione di fantasiose e speculative strategie di sviluppo,  costruite attorno a gratuite distribuzioni di “primi piatti tipici” in occasione di eventi celebrativi della locale flora, finanziati con ingenti risorse pubbliche di cui si fa fatica a capire finalità ed obiettivi di pubblica utilità o più semplicemente a poterne visionare la rendicontazione.   Contraddicendo le intenzioni progettuali e le valutazioni della commissione tecnica che ha approvato il progetto, nei fatti, al di la di verità presunte o concrete,  questa aberrante opera rappresenta solo una violenta offesa estetica ad un centro storico già di per se architettonicamente povero, decadente e lasciato nel più totale abbandono, incapace di trovare una sua valorizzazione e trasformatosi in un marginale dormitorio ove len
tamente muoiono attività economiche e capacità di aggregazione sociale. La nuova casa comunale sintetizza iconograficamente tale abbandono, essendo essa stessa testimonianza di una cultura amministrativa impregnata di trascuratezza e sciatteria : la struttura si presenta disseminata di rifiuti vari, facilmente accessibile, tanto da trasformarsi in rifugio per i randagi, senza reti di protezione consistenti e dispositivi di sicurezza individuali e collettivi.  Non è possibile nemmeno individuare, esecutori, committenti, importo dei lavori, tempi di consegna, e direttore degli stessi… Semplicemente perché non sono esposte le tabelle previste dalla normativa vigente. L’augurio è che chi ha mezzi e strumenti di approfondimento, presto o tardi,  possa andare al fondo delle ragioni che hanno portato ad una tale sciagurata decisione individuando responsabilità ed eventuali interessi di parte che poco hanno a che fare con il pubblico. E, chissà, magari anche ad una bonifica dell’area edificata  attraverso abbattimento e addebito dei costi a carico di chi di tale obbrobrio è responsabile. Nasce spontanea una domanda, ci voleva un concorso di idee  per stimolare l’intellighenzia locale a produrre un “geniale loculo” ed esteticamente devastante proposta  progettuale coerente con quanto realizzato con  il “mostro”?  I “comuni mortali” risparmierebbero volentieri ai loro occhi la vista di tale violenza urbanistica.  Monumento allo scarso rispetto per l’ambiente ed alla cecità amministrativa e che, ad opinione di tanti,  potrebbe essere semplicemente ribattezzato : la vergogna di Sassano.Gli indigeni dell’amazzonia considerano l’ambiente in cui vivono “un prestito” dalle generazioni future a cui restituirlo possibilmente uguale o in condizioni migliori … Gli amministratori sassanesi un prestito i cui interessi dovranno essere pagati dalle generazioni future. Perciò non solo Punta Perotti … ma una concreta azione nella stessa direzione.

Nicola Trotta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7 pensieri su “Sassano: sarà Vero? Riceviamo e pubblichiamo

  1. “L’augurio è che chi ha mezzi e strumenti di approfondimento, presto o tardi, possa andare al fondo delle ragioni che hanno portato ad una tale sciagurata decisione individuando responsabilità ed eventuali interessi di parte che poco hanno a che fare con il pubblico. E, chissà, magari anche ad una bonifica dell’area edificata attraverso abbattimento e addebito dei costi a carico di chi di tale obbrobrio è responsabile”.
    Anche il mio augurio è che presto si possa capire, non già per mezzo delle istituzioni locali, forse troppo vicine agli interessi di chi ha meritato il primo premio per questa meritoria “opera”, ma per mezzo di controlli extra-territoriali, se ci troviamo di fronte ad un ennesimo scempio ambientale (così come immagino avrà sospettato chi ha premiato la foto dello “scheletro bianco”) oppure stiamo assistendo a mera “sciatteria amministrativa”. Anche se fosse vera la seconda ipotesi, non vorrei che si fosse “sciatti” sempre e solo a favore dei soliti noti. Il cittadino vorrebbe capire… ma in questo caso può solo chiedere alle istituzioni di fare chiarezza sulla questione.

  2. ciao Nicola,penso di aver capito che sei il mio vicino di casa…bene io nn sono un architetto ne tanto meno un ing studio medicina veterinaria e prima che l’opera mostro iniziasse a prendere forma mi permisi di dire che era la vergogna di sassano!!!qualcuno mi rispose che mi sbagliavo in quanto era stata studiata per valorizzare un centro storico che ormai nn esiste più…oltre ad essere brutta esteticamente penso pure che sia stata costruita su un terreno nn adatto a sopportare un peso del genere..basta ricordare che qualche anno fa furono espropriate alcune abitazioni che erano li sin dalla nascita del paese e che proprio in quel luogo vi era il vecchio comune!!!sono piccola ho solo24anni ma mi rendo conto che forse dobbiamo essere proprio noi giovani ad uscire da un omertà che ci sta opprimendo..l’omertà uccide la dignità di un popolo!!!mi complimento cn l’articolo che hai scritto e spero che arrivi anche a chi di dovere almeno cos’ si cercherà di rimediare..abbattiamo il mostro e cn il 2 e 3 lotto ristrutturiamo le vecchie dimore signorili del centro storico,cerchiamo di dare il giusto valore al Ponte Peglio risalente all’anno 1000 e alla fontana di epoca romana!le mie idee sono tante se solo qualcuno mi ascoltasse un pò e mi guardasse come un Donna e nn cm una Femmina!!!

  3. Rosa…grazie… Hai ragione e dici cose sensate e condivisibili… Il fatto è che a Sassano ormai la dignità è un lusso di pochi e affinche qualcuno la possa uccidere è necessario che la gente la ritrovi… da tempo, ormai, ha deciso di prostituirla ed accetta tutto… ogni forma di compromesso… Comunque cio non significa che ci si debba rassegnare e si è ancora in tempo per tentare di costruire delle opportunità che facciano di questo paese una comunità viva e partecipe e non solo un insieme di persone vecchie (soprattutto dentro) rassegnate ed in attesa di miracoli che cambino la loro esistenza… Ed in ogni caso la struttura della quale parliamo al momento è totalmente illegale senza apparati di sicurezza in linea con la normativa vigente, pericolasa, e lasciata nel più totale abbandono… E’ necessario che cio la gente lo sappia… E’ necessario che ciò possa essere denunciato…

  4. …”la struttura della quale parliamo al momento è totalmente illegale senza apparati di sicurezza in linea con la normativa vigente, pericolasa, e lasciata nel più totale abbandono… E’ necessario che ciò la gente lo sappia… E’ necessario che ciò possa essere denunciato”…
    Ecco, io mi chiedo se c’è proprio bisogno delle carte bollate per poter avere un minimo di chiarezza su questa situazione. O forse dobbiamo rassegnarci ad una giustizia in vacanza perenne? Ci sono cittadini che fanno vedere così immediatamente le cose e richiedono chiarimenti, per voler continuare ancora a definirsi cittadini (non sudditi)… suvvia, uno scatto di orgoglio da parte di tutti noi! Io ho visto come adesso è tenuto il posto e posso assicurare che ciò che Trotta dice è la rappresentazione plastica della situazione attuale.
    Ribadisco però il concetto seguente: se un intervento istituzionale si deve avere, sarebbe opportuno che esso venisse promosso dal capoluogo di provincia. Le ragioni sono esposte nel mio primo intervento. Infine, io credo che la procura di Como stia già indagando su di un simile mostro (che ha vinto il premio premio ex-equo). Il mostro è adesso esposto sul lago omonimo. Nel caso a Sud di Salerno forse non c’era nemmeno bisogno del primo premio per aprire un’inchiesta. Ma questi i luoghi, queste le usanze. E forse tutto ciò perché noi siamo molto più vicini al fantastico paese di Acchiappacitrulli.

  5. Il 12 aprile 2009, a commento di n articolo del prof. De Luca pubblicato su questo quotidiano il giorno prima, chiesi di conoscere a chi era stato affidato il progetto e chi era stato favorito. Forse potremmo scoprire dei retroscena? Perchè nessuno mi rispone. Un saluto, Mariano.

  6. Mariano… l’articolo contiene già, in parte, la risposta… Per quanto riguarda nomi e cognomi io mi auguro che sia chi istituzionalmente dovrebbe farlo ad approfondire come, chi, perchè e in funzione di cosa ed a renderli pubblici… Non ci vuole molta fantasia basterebbe associare e verificare… le persone comuni, in qualità di cittadini, non possono sostituirsi ad altri organi… segnalare, denunciare, ma non sostituirsi… E, questi, speriamo prima o poi diano un segno della loro presenza affinche si possa ritrovare fiducia e sentire le istituzioni come organi di tutela della collettività e non solo di interessi di parte.

  7. Caro Mariano,
    visto che mi hai tirato in causa, rispondo adesso, scusandomi per il ritardo. Non ho letto, allora, il tuo commento. Comunque, per quanto riguarda una possibile risposta “a posteriori”, sono perfettamente d’accordo con quanto scrive il dott. Trotta. Non vorrei, da cittadino, sostituirmi alle istituzioni, anche se, più volte, soprattutto nei casi di inquinamento ambientale, sono stato fatto oggetto di richieste del tipo “fai i nomi”, dopo aver denunciato il fatto. Non perché i nomi non si intuiscano, soprattutto se nel fiume Cavarelli si vedono macchie di liquido rossastro (documentato con foto su questo sito). Il problema è che, nonostante si denuncino i fatti, poi sembra che si metta sempre tutto a tacere. Intanto nel Cavarelli non c’è più vita, estirpata a viva forza dal fiume anche dalla connivenza delle istituzioni locali, nonostante le mie ripetute denunce di FATTI. Sarebbe bello conoscere anche il perché e il percome di questo meccanismo di insabbiamento perenne. Ecco perché ho richiesto un intervento esterno per il caso in questione. Sempre che, da un luogo esterno, ci sia qualcuno all’ascolto e sempre che, da questo luogo esterno, qualcuno voglia prestare orecchi. Sembra allora di vivere in una democrazia a sovranità limitata per i cittadini comuni e a sovranità totale e incondizionata per i delinquenti comuni… Evviva l’onesta e il rispetto delle regole, allora?

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